
Di Daniele Capezzone | 14 Luglio 2025
Non serve Trump. L’Ue sa bene farsi male anche da sola
Da queste parti i dazi non ci piacciono. Ciò detto, ora occorre trattare senza stupide prove di forza. L’Ue è più debole.
Da queste parti i dazi non ci piacciono. Ciò detto, ora occorre trattare senza stupide prove di forza. L’Ue è più debole.
Dopo il riavvicinamento verso l’UE, Trump torna ad alzare la posta sui dazi, sfidando l’Unione, a cui compete la politica commerciale.
È estate, fa caldo, e – puntuale – arriva il dibattito sullo ius scholae, con annesso tentativo di trappolone politico da parte del Pd e dei giornali d’area dem (cioè quasi tutti).
No, non fermatevi all’oggetto apparente della contesa dei giudici, e cioè il tema dello ius soli. Prescindete, anzi, dalla vostra opinione.
Chiunque abbia cuore e testa al posto giusto non può certamente vivere con leggerezza questo tempo. Nessuno sa cosa accadrà nei prossimi giorni, meno che mai nelle prossime settimane e mesi.
L’attacco americano deciso da Donald Trump contro gli impianti nucleari iraniani è un evento enorme. Può auspicabilmente segnare la fine del regime teocratico di Khamenei, e certamente lo disarma dello strumento di offesa più pericoloso che stava preparando. Ma può anche dar vita ad ulteriore instabilità nell’area. Gli ayatollah in ginocchio potrebbero tentare azioni disperate nella regione.
Ecco, pagato il nostro omaggio politicamente corretto all’elogio del pluralismo, resta un auspicio. Comunque la si pensi sulla delicatissima situazione in Medio Oriente, sarebbe auspicabile che ci si risparmiasse il “forza Ayatollah”.
Riandando all’ultima settimana di campagna per il referendum, ho percepito un sovrappiù di incanaglimento, di incattivimento dei toni.
Coalizione extralarge, e in prima linea – come frontwoman- una candidata civica. Lo schema ha funzionato. Il centrodestra non lo sottovaluti.
Nel giorno della Festa della Repubblica in questo frangente storico è opportuno avviare una riflessione sul senso della democrazia.
Non c’è dubbio. Tra due settimane i referendum targati Landini-Schlein saranno salutati da un’ondata astensionistica abbastanza notevole.
La crisi di Gaza si aggrava tra una risposta israeliana sproporzionata e una drammatica emergenza umanitaria.
Ma perché dovremmo farci coinvolgere da una forma anomala di congresso allargato del Pd a cui stavolta si è dato il nome di “referendum”?