Di Daniele Capezzone | 03 Novembre 2025
Traballa la panchina per Schlein
Calcisticamente parlando, c’è una panchina che traballa, ed è quella di Elly Schlein.
Calcisticamente parlando, c’è una panchina che traballa, ed è quella di Elly Schlein.
In questi anni un problema della sinistra è attecchire nell’area centrista. Lo fa con operazioni civiche senza reale peso.
È chiara a tutti la situazione di impasse politica in cui si trova oggi il fronte progressista, che aveva puntato sull’ipotetico campo largo.
La fase due del piano Trump su Gaza e la grande occasione (politica) per l’Europa. Ma rispettare la road map non è facile.
Anche ai più distratti non può essere sfuggito l’imbarazzo, la sensazione di sconcerto della sinistra dopo la tregua a Gaza.
È certamente un raggio di sole che squarcia un cielo tempestoso quello che arriva dal tavolo negoziale del Cairo.
Perché Schlein e Conte, con i loro sodali Bonelli e Fratoianni, non hanno voluto-potuto-saputo fermare la componente italiana della Flotilla?
In un’epoca segnata da disinformazione, l’esperienza di Urania Tv dimostra che il confronto, dialogo e pluralità esistono ancora.
C’è stato un tempo in cui, qui in Italia, i responsi delle agenzie di rating erano reputati sacri e decisivi tanto quanto quelli della Sibilla cumana per i romani.
Non funziona, non convince il tentativo di numerosi politici e intellettuali di sinistra di rovesciare la frittata dopo l’assassinio di Kirk.
Alle regionali il centrosinistra è compatto, annuncia Schlein. Se tutti gli avversari si mettono insieme, batterli è tutt’altro che scontato.
Crisi francese, rapporti con gli USA, marginalità nel conflitto ucraino e Gaza: riflessioni in vista del discorso di Ursula von der Leyen.