Cambio di rotta a 180 gradi sull’Ucraina e un “tortuoso discorso” all’Assemblea generale dell’Onu – la definizione è del New York Times -, un panegirico di se stesso e un anatema contro l’Europa.
Negli Stati Uniti, la politica economica sembra ormai passare più dalle aule di tribunale che dalla Casa Bianca. Il secondo mandato di Donald Trump – o “Trump 2” – è segnato da decisioni sospese, contestazioni legali e un crescente ruolo della Corte Suprema.
Le speranze di pace muoiono uccise dai cingolati israeliani, a Gaza City, e dai droni e dai missili russi nelle città ucraine.
Escalation di guerra nella Striscia di Gaza: l’esercito israeliano ha iniziato, ieri sera, una nuova fase dell’operazione Carri di Gedeone 2.
La Francia è travolta da deficit e debito record, ma anche da un’impasse politica che indebolisce Macron. Per l’Europa, perdere un pilastro così decisivo significherebbe compromettere la sua stessa stabilità.
Poche cose calzano a pennello con l’espressione “la goccia che fa traboccare il vaso” come ciò che è successo in Nepal.
Il Parlamento Ue con una risoluzione invita la Commissione a porre misure legislative per completare l’unione dei mercati dei capitali.
A Bruxelles approvata una mozione che invita gli Stati membri al riconoscimento della Palestina. Già 147 Paesi ONU hanno compiuto questo passo.
Ursula von der Leyen ha tenuto il quinto Discorso sullo Stato dell’Unione: applausi su sicurezza e Ucraina, ma il Parlamento resta critico.
L’allarme è alto. Oltre al bombardamento israeliano di un edificio della capitale del Qatar, Doha, sul fronte ucraino, droni russi hanno sconfinato in territorio polacco: vengono abbattuti da aerei Nato.
Promesse mancate, crescita altalenante e Fed sotto attacco: il presidente cerca un capro espiatorio mentre il debito corre e si avvicina lo spettro dello shutdown. Il consenso reggerà?
Quello di Pechino è stato un momento che consegna al mondo l’immagine di un asse consolidato tra Cina, Russia e Corea del Nord.