Politica

Mayday, centrodestra abbiamo un problema

01
Novembre 2021
Di Piero Tatafiore

Daniele Capezzone nel suo ultimo libro “Per una nuova destra” si chiede, nella sua ampia disamina di dove la destra vuole o può andare, “cosa intende fare la destra per creare una sua autorevolezza nelle istituzioni, negli apparati dello Stato”. Ecco, questa domanda, in questi giorni, suona più che mai attuale.

Dopo aver preso una sonora batosta alle ultime amministrative, i candidati a sindaco di due tra le città più importanti, Roma e Bologna, cioè Michetti e Battistini, dopo aver perso malamente si sono dimessi dal consiglio comunale. Non guideranno l’opposizione, come si sarebbero aspettati coloro che li hanno votati, ma hanno deciso di abdicare: “O sindaco o nulla”.

Anche il leader di Azione si è dimesso dall’Assemblea capitolina, dopo aver raggiunto un buon risultato ma non aver vinto, ma almeno lo aveva dichiarato fin dal principio. Michetti e Battistini, invece, hanno semplicemente preferito tornare alle proprie vite ante candidature.

Così il centrodestra dopo aver perso a Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli, pescando, tranne forse che a Torino, nella società civile per mancanza di alternative di partito, piuttosto che per scelta di allargamento e dopo aver trovato i candidati all’ultimo (Milano), o poco noti (Roma), o in polemica coi partiti che lo sostenevano (Napoli) e aver perso, dopo tutta questa via crucis oggi il centrodestra non riesce nemmeno a trovare i leader locali coi quali fare opposizione.

Un segnale negativo per tutti gli elettori che hanno creduto ai candidati ma anche agli elettori futuri, visto che tale comportamento potrebbe ripetersi. Queste dimissioni sono dunque paradigmatiche della difficoltà che un centrodestra, secondo i sondaggi maggioritario nel Paese, sta affrontando a livello locale e forse politico in generale. La compattezza che aveva dimostrato negli anni passati, oggi è un lontano ricordo e la fucina di amministratori locali validi sembra essersi esaurita.

Forse è il caso di ripensare le candidature future in ottica interna, partendo dai partiti come corpi intermedi e di selezione della classe dirigente. Torino, Bologna, Roma e, in misura minore, Napoli dimostrano che il PD questo ragionamento l’ha fatto e con successo.

Ora la domanda di Capezzone si fa ancora più pressante: cosa intende fare la destra?

Photo Credits: Agenzia Dire

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