Politica

Guida alle nomine. Chi sono i nuovi vertici delle major di stato e chi c’è nei cda

13
Aprile 2023
Di Alessandro Caruso

La trattativa, come da consuetudine, è stata lunga ed estenuante, non priva di polemiche e attriti. Del resto la posta in gioco era alta e cioè il rinnovo dei vertici delle società che costituiscono l’impalcatura dello stato. Il giro importante di nomine si è chiusio ieri sera e ha riguardato Enel, Eni, Poste, Leonardo e Terna. Il governo ha depositato le liste con i nomi (molti dei quali erano stati anticipati da The Watcher Post giorni fa) che andranno adesso passare per le assemblee degli azionisti per la formalità dell’approvazione finale. Vediamo, nel dettaglio, chi sono i nuovi numeri uno delle cinque major e perché il loro ruolo è particolarmente strategico.

Da sinistra Flavio Cattaneo, Paolo Scaroni

ENEL
Il nuovo Ad di Enel è Flavio Cattaneo, mentre alla presidenza va Paolo Scaroni.
La società elettrica (140 mld di fatturato) è una delle big a livello mondiale nel settore elettrico. In particolare, nei prossimi anni sarà il perno italiano per la transizione green e per questo è destinataria di circa 4 mld di progetti nell’ambito del Pnrr.
Flavio Cattaneo, classe 1963, è nato a Rho e si è laureato in Architettura al Politecnico del capoluogo lombardo. Nel 1999, sotto il governo Berlusconi, viene nominato direttore generale della Rai. Nel 2005 passa a Terna (la società pubblica della rete elettrica) come amministratore delegato. Ci rimane per tre mandati consecutivi, fino al 2014, vincendo premi come miglior manager e per la migliore utility. Dopo quell’esperienza, entra nel consiglio di amministrazione di Ntv, la compagnia privata dei treni ad alta velocità. Nel 2015 ne diventa amministratore delegato. Si dimette l’anno seguente, dopo aver chiuso il primo bilancio in attivo. Nel frattempo è diventato consigliere di amministrazione di Generali e Cementir e presidente di Domus Italia, società immobiliare del gruppo di Francesco Gaetano Caltagirone.
Dal 2016 al 2017 è amministratore delegato di Telecom, e viene nominato manager dell’anno in un sondaggio di Milano Finanza. Quindi torna a Ntv (nel frattempo diventata Italo) con la stessa carica. Nel 2018 cura la cessione della società a Gip, e ci rimane dentro come azionista e vicepresidente esecutivo. Nel 2021 fonda la società di trasporto passeggeri su gomma Itabus, di cui è anche azionista di controllo. Dal 2022 è di nuovo consigliere di Generali.

Paolo Scaroni, vicentino, 76 anni, bocconiano, si forma da McKinsey e per vent’anni guida diverse multinazionali all’estero senza, però, rimanere immune alle vicende italiane. Nel 2002 il secondo governo Berlusconi lo chiama a dirigere l’Enel. Nel suo primo incarico in un’azienda di stato, Scaroni si concentra sul core business, cede la controllata Wind e inizia una graduale espansione all’estero, in particolare nell’Est Europa. Tre anni dopo compie il salto nel settore del petrolio e del gas, come Ad di Eni. Sotto la sua guida le forniture di gas in Italia si sono particolarmente orientate verso la Russia. Sin dai primi anni, infatti, lavora all’accordo che nel 2007 porterà al maxi contratto con Gazprom. Grande sostenitore del gasdotto South Stream, che avrebbe dovuto portare il gas russo in Europa aggirando l’Ucraina, con Scaroni l’Eni partecipò anche all’asta per gli asset della ex Yukos, il colosso energetico russo smembrato a metà degli anni 2000. Dopo il 2008, con Scaroni partì anche la forte scommessa sull’esplorazione, sotto la guida dell’attuale Ad di Eni Claudio Descalzi. Attualmente è presidente del Milan e vicepresidente della banca d’investimento Rothschild & Co.

Nel cda di Enel enrano: Alessandro Zehenter (consigliere), Johanna Arbib Perugia (consigliere), Fiammetta Salmoni (consigliere) e Olga Cuccurullo (consigliere). L’assemblea degli azionisti è convocata il 10 maggio.

Da sinistra Claudio Descalzi, Giuseppe Zafarana

ENI
Nella società leader nel settore del petrolio, gas e chimica (fatturato da 132 mld) Claudio Descalzi resta amministratore delegato, mentre alla presidenza arriva Giuseppe Zafarana. Il ruolo di Eni in questo frangente storico è prezioso perché sono cambiati gli equilibri internazionali e la società sta occupandosi da oltre un anno di ridisegnare le geografie energetiche nazionali. Non solo, grazie ai miliardi provenienti dal RepowerEu Eni dovrebbe, nei prossimi anni, aumentare il suo impegno sul fronte dei biocarburanti, strategici per la transizione green.
Claudio Descalzi, classe 1955, laureato in fisica all’università di Milano, nel 2014 Descalzi viene indicato dal governo Renzi per il ruolo di amministratore delegato. Nel 2017 viene confermato dal governo Gentiloni e nel 2020 viene nominato per la terza volta anche dal Conte II. Sotto la sua guida Eni ha partecipato al progetto di fusione a confinamento magnetico del Mit, ha puntato con decisione verso i biocarburanti e le rinnovabili, con l’impegno di raggiungere la decarbonizzazione di tutti i prodotti e processi aziendali entro il 2050. Con il governo Draghi, prima, e con l’attuale presidente del consiglio Giorgia Meloni, poi, è stato protagonista dei recenti accordi internazionali per diversificare le fonti di approvvigionamento di gas ed emancipare l’Italia dalla dipendenza russa.
Giuseppe Zafarana, piacentino, 60 anni, viene dalla Guardia di Finanza, dove ha guidato vari comandi, a partire da Conegliano Veneto (dal 1985 al 1987), seguita da quello di Lamezia Terme. Dal 2003 al 2008 è stato comandante provinciale di Roma, l’anno successivo ha diretto l’ufficio personale ufficiali e per altri 4 anni, dal 2009 al 2013, ha guidato iI reparto del comando generale. Tra il 2015 e il 2016 è stato il comandante regionale della Lombardia, per poi assumere l’incarico di capo di Stato Maggiore del comando Generale della Guardia di Finanza. Ha due lauree, in giurisprudenza a scienze della sicurezza economico-finanziaria, nonché un master alla Bocconi.

Nel cda di Eni entrano: Cristina Sgubin (consigliere), Elisa Baroncini (consigliere), Federica Seganti (consigliere), Roberto Ciciani (consigliere). Il nuovo collegio sindacale di Eni sarà invece composto dai seguenti nominativi: Giulio Palazzo (effettivo), Andrea Parolini (effettivo), Marcella Caradonna (effettivo), Giulia de Martino (supplente), Riccardo Bonuccelli (supplente). L’assemblea degli azionisti è convocata il 10 maggio.

Da sinistra Stefano Pontecorvo, Roberto Cingolani

LEONARDO
I nuovi Ad e presidente di Leonardo sono, rispettivamente, Roberto Cingolani e Stefano Pontecorvo. Leonardo, tra le altre cose, sta giocando un ruolo decisivo nel complesso iter di digitalizzazione del paese, a partire dalla dotazione di tecnologie e infrastrutture digitali alla pubblica amministrazione.
Roberto Cingolani è l’unico dei nominati ad aver ricorperto ruoli di governo negli anni passati. Nel governo Draghi, infatti, è stato ministro della Transizione energetica. Barese, classe 1961, si laurea nel 1985 in Fisica nel capoluogo pugliese, poi si perfeziona a Pisa, a Stoccarda e in Giappone. Comincia la carriera accademica all’Università del Salento, a Lecce, con incarichi temporanei anche a Tokyo e negli Stati Uniti. Nel 2000 diventa ordinario di Fisica generale a Lecce e fonda il laboratorio nazionale di Nanotecnologie. Svolge anche perizie per la procura di Roma sui casi di Marta Russo e di Unabomber. Nel 2005 diventa il primo direttore direttore scientifico del neonato Istituto italiano di tecnologia di Genova (Iit), incarico che tiene per 14 anni. Il centro di ricerca lavora soprattutto su scienza dei materiali, nanotecnologie e robotica: il suo prodotto più noto è il robottino iCub. Nel 2006 Cingolani viene nominato Commendatore. Ha al suo attivo oltre un migliaio di pubblicazioni su riviste internazionali e un centinaio di brevetti. Collabora alla nascita dello Human Tecnopole di Milano, l’istituto di ricerca per il dopo-Expo.
Stefano Pontecorvo è nato a Bangkok, in Thailandia, il 17 febbraio del 1957. Entra nel corpo diplomatico nel 1985. Dal 2013 al 2015 ha invece lavorato in qualità di consigliere diplomatico del ministro della Difesa italiano, operando su questioni politico-militari della Nato, incluso l’Afghanistan. Tra i suoi precedenti incarichi figurano anche quello di vice capo missione presso le ambasciate d’Italia a Londra e Mosca. Stefano Pontecorvo come diplomatico con grande esperienza ha anche operato nelle regioni più calde, già ambasciatore d’Italia in Pakistan, dal giugno del 2020 è Senior civilian representative della Nato in Afghanistan su nomina del segretario generale dell’Organizzazione militare atlantica, Jens Stoltenberg.

Nel cda di Leonardo entrano: Elena Vasco (consigliere), Enrica Giorgetti (consigliere), Francesco Macrì (consigliere), Trifone Altieri (consigliere), Cristina Manara (consigliere) e Marcello Sala (consigliere). L’assemblea degli azionisti è convocata il 9 maggio.

Da sinistra Matteo Del Fante, Silvia Rovere

POSTE
In Poste Matteo Del Fante viene confermato amministrato delegato delle Poste, mentre alla presidenza va Silvia Rovere. Tra le altre cose, il gruppo Poste è impegnato nel rendere funzionale e operativo il Pnrr fino all'”ultimo miglio”, grazie ai suoi 7mila uffici situati nei comuni più piccoli con meno di 15mila abitanti. Non solo, gli uffici postali stanno diventando strategici in tutto il paese, anche nei comuni più piccoli, grazie all’erogazione di tanti tipi di servizi, finanziari, postali, assicurativi e anagrafici.
Matteo Del Fante è l’artefice di tutto ciò. Classe 1967, nato a Firenze, laurea in economia politica alla Bocconi e specializzazione alla Stern Business School della New York University. Nel suo percorso da manager ha mosso i primi passi in Jp Morgan, poi la crescita interna in Cdp dove è stato direttore generale da giugno 2010 a maggio 2014 quando è stato nominato amministratore delegato e direttore generale di Terna. È amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane dall’aprile del 2017, confermato nel 2020 per un secondo triennio. 
Silvia Rovere, al secondo mandato come presidente di Assoimmobiliare di Confindustria, ha una vasta esperienza in private equity e nella gestione dei fondi. Laureata in economia a Torino dal 2003 al 2005 è stata direttore finanziario di Patrimonio dello Stato la società pubblica fondata nel 2002 per la gestione e la valorizzazione del patrimonio pubblico. Dopo aver ricoperto questo incarico a Londra è stata Head of Business Development del Gruppo Aedes e poi dal 2009 al 2013 è stata direttore generale di Ream Sgr. Ha, inoltre, ricoperto la carica di amministratrice delegata di Morgan Stanley Sgr.

Nel cda di Poste entrano: Wanda Ternau (consigliere), Matteo Petrella (consigliere), Paolo Marchioni (consigliere) e Valentina Gemignani (consigliere). L’assemblea degli azionisti è convocata l’8 maggio.

Da sinistra Giuseppina DI Foggia, Igor de Blasio

TERNA
In Terna la carica di Ad andrà a Giuseppina Di Foggia e quella di presidente a Igor de Blasio. La società che gestisce la rete elettrica nazionale ha in piedi importanti progetti per implementare il nostro sistema di distribuzione energetica. Entrambe le nomine dovrebbero essere comunicate oggi da Cdp.
Giuseppina Di Foggia, laurea in Ingegneria elettronica, dal 2020 è Ad e vicepresidente di Nokia Italia. Nel 1998 con il ruolo di direttore tecnico era entrata in Lucent technologies, nel 2006 diventata Alcatel-Lucent. La Di Foggia è la prima donna a entrare nel cda di una partecipata di stato come amministratore delegato.
Igor de Blasio è amministratore delegato di Arexpo, la società che ha comprato le aree di Expo 2015 curandone poi lo sviluppo successivo. Milanese, classe 1977, dal 2018 è membro del cda Rai. In passato ha lavorato in Gfk retail and technology, Philips e Moleskine.
Entrano nel cda di Terna: Francesco Renato Mele, Qinjing Shen, Regina Corradini D’Arienzo, Angelica Krystle Donati, Enrico Tommaso Cucchiani, Gian Luca Gregori e Simona Signoracci.
L’assemblea degli azionisti è convocata il 9 maggio.




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