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Crisi agricola, cosa sta facendo il governo. L’informativa di Patuanelli (INTEGRALE)

29
Marzo 2022
Di Alessandro Caruso

La guerra in Ucraina, l’aumento dei costi delle materie prime e la crisi dell’export. L’agricoltura italiana è stretta in una morsa. Lo ha riconosciuto oggi anche il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, nella sua informativa urgente alla Camera, tuonando che «l’impatto complessivo dell’impennata dei prezzi di energia e materie prime per le 600mila aziende agricole italiane è insostenibile». Il Crea stima oltre 15.700 euro di aumento medio dei costi e l’impatto totale supera i 9 miliardi di euro. Gli aumenti riguardano tutte le voci di costo e senza adeguati strumenti di sostegno e senza un indirizzo strategico definito, sarà difficile recuperare le fasce di mercato perdute. Per questo, l’effetto dell’aumento dei costi difficilmente potrà essere assorbito nel breve periodo. Serve una risposta comune a livello europeo, è cruciale porre un tetto al prezzo gas per evitare la corsa ai prodotti energetici, come anche una ulteriore tranche di debito comune con un Energy recovery fund. E Patuanelli sta lavorando proprio a questo obiettivo.

Le proposte della Commissione europea per affrontare le conseguenze della crisi ucraina sul settore agroalimentare rappresentano certamente un primo passo positivo ma appaiono ancora timide: «Mi aspetto dall’Unione europea una risposta forte e coesa in termini di sostegno ai paesi che pagano il prezzo della crisi». Il ministro chiede soprattutto velocità. Nella sua informativa urgente alla Camera questa mattina ha spiegato che il 21 marzo a Bruxelles è stato illustrato il pacchetto di interventi straordinari messi in campo dalla Commissione, anche a seguito delle indicazioni dei Capi di Stato e di Governo a Versailles, per affrontare la crisi dei mercati. La bozza di atto delegato prevede per l’Italia un’assegnazione complessiva di circa 144 milioni di euro. «È mia intenzione destinarli ai settori maggiormente in difficoltà, zootecnico e lattiero-caseario in primis. Ma occorre far presto, le imprese hanno bisogno urgente di sostegno ed i tempi concessi dalla Commissione sono particolarmente ristretti».

Il ministro Patuanelli ha sottolineato l’opportunità di procedere con una proroga dell’attuale regime di aiuti di stato per la crisi Covid, in scadenza a fine giugno, evidenziando la complessità dell’adozione di un nuovo meccanismo, peraltro con plafond limitato a soli 35.000 euro per azienda agricola. In merito ai piani strategici ha evidenziato l’opportunità di prestare particolare attenzione alle nuove priorità della sicurezza alimentare richiamando in particolare l’attenzione sulla possibilità di una deroga temporanea di alcuni vincoli in modo da permettere di destinare tutte le superfici, a qualsiasi titolo ritirate dalla produzione, a colture proteiche, cereali o girasole. Il ministro ha proposto che tali regole siano previste non solo per il 2022, ma anche per il 2023, per ricomprendere anche le semine autunnali.

Dalla scorsa estate a oggi, il governo ha stanziato circa 20 miliardi di euro per consentire agli italiani di fronteggiare l’incremento dei costi dell’energia. Si tratta di interventi finanziariamente ingenti. «Ma credo – ha detto il ministro – che si possa fare ancora di più e meglio, e garantisco il mio massimo impegno, in ambito nazionale ed europeo, per definire ogni possibile misura volta ad attenuare le criticità che gravano sul tessuto produttivo e occupazionale agricolo, della pesca e dell’acquacoltura». Per contenere i costi di gasolio e benzina per l’attività agricola e per la pesca è stato introdotto un contributo, sotto forma di credito d’imposta, cedibile, per l’acquisto di carburanti: il beneficio è pari al 20% della spesa sostenuta per l’acquisto del carburante nel primo trimestre solare dell’anno 2022, qualora il costo sia risultato superiore del 30% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. «Inoltre – ha aggiunto Patuanelli – per compensare la minore disponibilità di fertilizzanti a seguito della crisi russo-ucraina, stiamo lavorando affinché gli agricoltori possano utilizzare in campo il digestato proveniente dagli impianti di produzione di energia alimentati a biomasse, equiparandolo ai tradizionali prodotti di origine chimica. La matrice di ingresso degli impianti dovrà ovviamente essere di produzione o scarto agricolo e non da frazione organica dei rifiuti urbani».

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