Politica

Andornino in audizione: il Comprehensive Agreement on Investment (CAI) tra UE e Cina è “congelato”

06
Maggio 2021
Di Flavia Iannilli

La notizia della sospensione del CAI (Comprehensive Agreement on Investment), l’accordo quadro sugli investimenti tra Cina e Unione Europea siglato a dicembre 2020, arriva dal vicepresidente della Commissione Vladis Dombrovskis. La causa? Le sanzioni dell’UE verso la Cina e la conseguente reazione della Repubblica Popolare cinese nei confronti di alcuni membri del Parlamento europeo. Una situazione piuttosto scomoda che non ne consente la ratifica.

Il destino dell’accordo dipende ora dall’evoluzione dei rapporti bilaterali, intanto la Commissione ha presentato la proposta per bloccare le sovvenzioni alle aziende da parte di altri Paesi che distorcono il mercato.

Giovanni Andornino, docente di Relazioni internazionali dell’Asia Orientale presso l’Università degli Studi di Torino, spiega alle Commissioni Affari esteri e Politiche Ue del Senato: “La Commissione sta rallentando il processo di presentazione dell’accordo o comunque procede in forma più lenta. L’accordo è lungo e viene presentato, dall’Ue, come un grande successo, poiché la Cina ha cristallizzato i suoi impegni con l’ingresso nell’Organizzazione Mondiale del Commercio, fatto accaduto 20 anni fa”. Il CAI prevede passi avanti per assicurare che alcune società cinesi non discriminino quelle europee.

La strada sicura da percorrere, secondo la Commissione, è quella di avere regole condivise. Un quadro istituzionalizzato che punti ad equilirare il campo di gioco, soprattutto agli occhi dei competitor statunitensi che godono già di alcuni vantaggi. Il punto è fare un passo avanti per gli investitori europei e l’accordo è stato firmato proprio durante il momento di passaggio tra la presidenza Trump e quella di Biden.

Il Vicepresidente della Commissione Politiche Ue, Simone Bossi (Lega) si sofferma sulle ricadute, a livello europeo, dovute al congelamento dell’accordo negli interessi delle industrie italiane. Andornino risponde: “Verranno meno alcune aperture sul mercato cinese, si tratta di interventi sul campo dei servizi in cui l’Italia ha una presenza percepibile, il cloud e soprattutto le cliniche private dato che il mondo della sanità in Cina è enorme. Questo è ciò che viene meno”.

Altro tema importante su cui orbita il CAI è la sensibilizzazione della Cina allo sviluppo sostenibile ambientale e al pieno rispetto dei diritti dei lavoratori. Andornino spiega: “Verrà fatto ogni sforzo per ratificare le Convenzioni 29 e 105 sul lavoro forzato. Anche se questo wording diplomatico non offre garanzie di un effettivo follow up, ma lo sforzo dell’Ue è unico poiché la Cina non aveva mai accettato di affrontare un dialogo su questi temi con nessuno”.  

L’accordo non è l’unico strumento messo in campo dall’Unione europea, ma fa parte di un quadro più ampio. Basta fare riferimento alla nuova proposta legislativa presentata dalla Commissione europea per affrontare i potenziali effetti distorsivi dei sussidi di Paesi extra-UE all’interno del mercato unico. Andornino specifica: “Il CAI è uno strumento propellente che viene inserito all’interno di uno strumentario generale. Progettato affinchè la Cina venga incontro all’UE, considerando che gli strumenti cinesi sono già presenti in Europa oltre ad essere pienamente tutelati poichè la condizione europea è molto confortevole”.

Interviene la Sen. Bonino (Misto): “Questo accordo è “congelato” mi pare che l’indicazione politica sia di altro tipo. Che succede degli altri accordi a cui lei faceva riferimento?” Andornino premette che la dinamica elettorale tedesca può incidere in maniera consistente, soprattutto perché l’approccio di Berlino potrebbe cambiare nei confronti della Cina, poi aggiunge: “Sugli altri accordi ho letto con interesse l’annuncio di questo regolamento contro le sovvenzioni da sussidi che darebbe potere di intervento ad hoc all’Europa. Noi abbiamo una tradizione in questo ed il voler trasportare tale approccio su Paesi terzi merita una riflessione. L’altro regolamento una è la legislazione sulla due diligence e quindi la verifica delle pratiche di impresa, di conseguenza la competitività di impresa sarà più alta in un contesto con quella situazione di diritti. Da ultimo è rilevante il tema degli appalti internazionali, appalti pubblici con normativa che assicura maggiore reciprocità”.

Mettere al centro dell’economia cinese il mercato interno come priorità per il futuro della Cina è la previsione del Presidente Xi Jinping, in merito l’intervento del Presidente della Commissione Affari esteri, Petrocelli (M5S): “Cambia qualcosa da questa prospettiva? E, se cambia, cosa significa?” Andornino risponde: “E’ una Cina che punta all’autonomia strategica in modo sistematico, l’obiettivo è non essere più dipendente dalle produzioni controllate dall’occidente, rilevante perché credo che verrà richiamato il recupero di un controllo delle filiere delle nostre società”.

Interviene il Sen. Candiani (Lega): “Chi si avvantaggia dalla non sottoscrizione dell’accordo?” Andornino non ha dubbi: “Da una mancata firma si avvantaggia la Cina. Basta prendere come focus l’accoglienza del mercato europeo, la mancanza di questo accordo non modifica l’attuale situazione che ci vede svantaggiati”.

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