Trasporti

UE, stop alle auto a benzina dal 2035. Legge approvata e futuro tutto da scrivere

14
Febbraio 2023
Di Giampiero Cinelli

Stamane il via libera definitivo del Parlamento europeo al divieto di vendita di auto a benzina e diesel dal 2035. La legge è stata approvata con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astensioni. La norma sarà valida per i veicoli di nuova produzione, non quelli già immatricolati.

Ora la commissione europea presenterà anche la proposta di regolamento sui nuovi standard di emissione di CO2 per i mezzi pesanti. Con l’obiettivo di avere bus cittadini a zero emissioni dal 2030 e un taglio del 90% delle emissioni per le flotte degli altri mezzi pesanti nuovi al 2040. Questo si apprende dalle fonti ufficiali per ora, ma sulla questione potrebbero esserci altri sviluppi. Secondo il testo, visionato dall’Ansa, i mezzi pesanti nuovi dovranno ridurre le emissioni di CO2 in modo progressivo del 45% nel 2030, del 65% al 2030 e del 90% al 2040.

La decisione è di portata storica, perché può imprimere una direzione ben precisa a tutto il mondo produttivo europeo e non solo, con futuro cambiamenti nell’organizzazione e nella strategia di grandi imprese. Gli effetti in ambito di tutela occupazionale sono ovviamente molto dibattuti. Mentre i risvolti dal punto di vista dell’ambiente suscitano molto ottimismo da un lato, punti interrogativi dall’altro.

Tutti insomma fremono, in un momento in cui le sofferenze economiche sono tornate centrali, dopo i due anni di pandemia e all’interno di un quadro in cui la catena dell’offerta sta mostrando evidenti squilibri, facendo preconizzare da parte di molti analisti la fine della globalizzazione. È appunto in questo contesto che c’è stato oggi al Ministero delle imprese e del Made in Italy un tavolo tra sindacati e il ministro Urso per parlare del futuro dei lavoratori di Stellantis.

Le regole

Il primo traguardo intermedio è fissato al 2030 con una riduzione del 55% per le auto e 50% per i furgoni. Entro il 2025 la Commissione europea presenterà un metodo attraverso cui le istituzioni potranno calcolare e comunicare i dati sulle emissioni rilasciate durante il ciclo di vita di una macchina o di un furgone in vendita sul mercato. Entro il 2026 la Commissione arriverà anche a monitorare il divario tra i limiti fissati dalla normativa e i valori reali sul consumo di carburante ed energia di ogni Stato membro. Dunque presenterà un’ulteriore metodologia rivolta ai costruttori con le direttive per adeguarsi.

Le deroghe

Per i produttori di meno di mille veicoli in un anno è prevista un’esenzione totale. Per quelli con un valore produttivo tra mille e 10.000 auto, o tra 1.000 mille e 22.000 furgoni all’anno, ci sarà una deroga fino alla fine del 2035. Poi la specifica deroga per le aziende automobilistiche che producono auto di lusso, come Ferrari e Lamborghini. Ogni due anni la Commissione europea pubblicherà una relazione per evidenziare i progressi compiuti nell’ambito della mobilità a zero emissioni. La prima è già fissata al 2025.

Le reazioni politiche

Matteo Salvini non è contento: «Decisione folle e sconcertante, contro le industrie e i lavoratori italiani ed europei, a tutto vantaggio delle imprese e degli interessi cinesi. Ideologia, ignoranza o malafede?». Pd, M5S e Terzo Polo invece hanno riportato la decisione sembra senza note polemiche, ma che la Cina sia un importante fornitore di materiali per le tecnologie non inquinanti è comunque vero. E la paura della dipendenza da Pechino è stata già espressa negli ambienti economici.

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