Politica

Strage di Bucha, la propaganda incrociata tra Kiev e Mosca

04
Aprile 2022
Di Alessandro Caruso

Sul terreno restano i morti, le atrocità, le barbarie della guerra e della violenza. Ma in un contesto bellico ogni evento drammatico può diventare un’arma da inserire nell’arsenale. Ed è quanto sta avvenendo sulla strage di Bucha. Di sicuro c’è un fatto: quelle strade sono impregnate di morte. Il dibattito è sulle responsabilità. Le accuse rimbalzano tra Mosca e Kiev, coinvolgendo l’intera comunità internazionale.

Zelensky in questa settimana dovrà affrontare tre importanti nuovi appuntamenti del suo “format di sensibilizzazione occidentale”, intervenendo nelle assemblee legislative di Dublino, Atene e Madrid e molto probabilmente il suo riferimento sarà anche alla strage di Bucha per sostenere il suo appello di delegittimare Mosca e le sue basi negoziali. Nelle ultime ore il presidente ucraino ha anche replicato ad Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, che si sono espressi contro l’adesione dell’Ucraina alla Nato, invitandoli addirittura a visitare Bucha, per vedere ciò a cui ha portato la politica di concessioni alla Russia negli ultimi 14 anni, sottolineando: «Vedrete gli ucraini torturati con i vostri occhi».

Ma dall’altro lato il Cremlino invita i leader internazionali a non precipitarsi a pronunciare accuse radicali contro la Russia per le notizie sulla strage di Bucha, chiedendo che si ascoltino anche le argomentazioni di Mosca. Questa è la posizione spiegata dal portavoce presidenziale russo Dmitry Peskov durante una conferenza stampa: «La situazione è certamente grave. E qui, infatti, chiediamo probabilmente che molti leader internazionali in particolare non si affrettino a rilasciare dichiarazioni, non si affrettino ad accuse radicali, ma comunque assumano informazioni da varie fonti e almeno ascoltino le nostre argomentazioni». L’ultima mossa di Mosca è stata la creazione di una commissione investigativa per aprire un’ inchiesta sulle notizie delle uccisioni di civili a Bucha da parte delle forze russe con l’obiettivo di dimostrarne la falsità. La commissione cita esplicitamente l’accusa del ministero della Difesa secondo cui si tratta di materiale non veritiero e di natura provocatoria, distribuito allo scopo di screditare i militari russi: «Una volta che gli inquirenti russi avranno dimostrato la falsità della notizia, come è prevedibile considerate le premesse, sarà un reato per chiunque diffonderla», spiega una nota del ministero.

Ma la retorica antirussa non sembra disponibile ad aspettare e a mettere in dubbio le responsabilità sulla strage di Bucha. Anzi. Gli Stati Uniti hanno fatto sapere che chiederanno anche all’assemblea generale delle Nazioni Unite di sospendere la Russia dal consiglio per i diritti umani. Lo ha detto questa mattina l’ambasciatore statunitense all’Onu, Linda Thomas-Greenfield. Un voto a maggioranza dei due terzi da parte dell’assemblea, composta da 193 stati membri a New York può sospendere uno stato dal consiglio per aver commesso persistentemente gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani durante la sua adesione. Parlando a Bucarest, Thomas-Greenfield ha dichiarato: «La partecipazione della Russia al Consiglio per i diritti umani è una farsa. Ed è sbagliata, motivo per cui riteniamo che sia giunto il momento che l’Assemblea generale delle Nazioni Unite voti per rimuovere Mosca. Il mio messaggio a quei 140 Paesi che si sono coraggiosamente uniti è: le immagini di Bucha e la devastazione in tutta l’Ucraina richiedono che ora abbiniamo le nostre parole all’azione».

La strage di Bucha è quindi destinata ad avere un grande peso politico e propagandistico, che potrebbe condizionare anche l’esito delle trattative e del conflitto stesso. Non è la prima volta che questo accade, lo si è visto già in molti altri contesti di guerra in passato. «Che le fake news, al pari della propaganda, vengano utilizzate nei contesti di guerra come strumenti per pilotare l’opinione pubblica e le decisioni non è una novità. È sempre avvenuto» ha spiegato Massimo Cacciari, oggi membro della commissione Dubbio e precauzione, un movimento composto da filosofi, scienziati e giuristi, di cui è membro anche Carlo Freccero. «Quando ci si trova di fronte ad alcune immagini chi le guarda non può sapere se sono vere, attendibili o palesemente false e costruite a scopo propagandistico – prosegue il filosofo – dalle manipolazioni non c’è modo di difendersi. L’unica possibilità è studiare, comprendere le ragioni alla base delle varie dinamiche, e poi affidarsi al proprio ragionamento politico. Ci sono alcune verità assodate come il fatto che qui ci sia un soggetto aggressore e uno aggredito».

Intanto l’Unione europea ha istituito insieme all’Ucraina un team investigativo per raccogliere prove sui crimini di guerra e contro l’umanità: «L’Ue è pronta ad aumentare i suoi sforzi inviando delle squadre investigative sul terreno per a sostegno della Procura ucraina. Eurojust e Europo sono pronti all’aiuto», queste le parole della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen che oggi ha avuto un colloquio telefonico con Volodymyr Zelensky sulla strage di Bucha. «Le strazianti immagine viste non possono e non saranno lasciato senza risposte. Chi ha commesso questi crimini atroci non resteranno impuniti».

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