Politica

Politici e media sempre più a rischio “sconnessione”

29
Agosto 2022
Di Daniele Capezzone

Il rischio di “sconnessione” (intesa come sconnessione dalla realtà) di alcuni politici non dovrebbe essere più materia di sorpresa, ormai. Una sconnessione resa evidente dal comportamento di politici e media. Solo nel weekend, abbiamo visto una candidata di centrosinistra chiedere ai suoi followers se, con i frutti di mare, sia preferibile la pasta corta o quella lunga; oppure una candidata di centrodestra mettere in concorso le foto da stampare per i suoi manifesti. Peccati veniali, si dirà: eppure manifestano – forse – uno scarso contatto con il “mood” di tanti elettori. 

Ma anche all’estero non scherzano: il presidente francese Emmanuel Macron, dopo aver trascorso le ferie estive nel gioiello presidenziale di Fort Bregancon in Costa Azzurra, è tornato e ha proclamato la “fine dell’abbondanza”, c’è da immaginare riferendosi a quella altrui.

Insomma, la sensazione è che (spesso in buona fede: il che è una sorta di aggravante) alcuni protagonisti della politica e delle istituzioni abbiano perso il senso della realtà, e non si rendano conto di come le loro parole possano essere percepite da un’opinione pubblica incazzata, impaurita, impoverita. 

Ma non solo i politici. Anche i media non scherzano. Chi abbia seguito i giornali e le tv italiane nella settimana che abbiamo alle spalle ha assistito a un curioso fenomeno di schizofrenia: a inizio settimana, nel raccontare l’intervento di Mario Draghi al Meeting di Rimini, quotidiani e media audiovisivi – musicalmente parlando – hanno usato i violini, descrivendo un’”Italia che ce la farà”, indossando gli occhiali rosa, prospettando certo alcune difficoltà ma pure non trascurando mai una vena fortemente ottimistica. Improvvisamente, dal giorno dopo, si è passati dai violini e dalla musica da camera alla parte più drammatica del Requiem di Verdi, un Dies Irae che annuncia il giorno del giudizio. Toni cupi, tremendismo, l’apocalisse in arrivo. E cos’è successo? Intorno al 27 agosto (ma guarda…) i nostri media hanno “scoperto” il problema delle bollette, sommato a quello del caro vita, della pompa di benzina, del carrello della spesa. Come se anche molti giornalisti e commentatori fossero vissuti, fino a poche ore prima, in un’altra galassia.

Un suggerimento per tutti: politici e media. Essere troppo concentrati sull’agenda del palazzo, sulle tempeste della “bolla” politica e mediatica, rischia di far perdere di vista ciò che gli italiani non possono permettersi il lusso di dimenticare in nessun mese dell’anno: il bilancio familiare e la difficoltà di farlo quadrare. Chiunque (politico o comunicatore) dimentichi anche solo per un istante questa evidenza rischia di finire in fuorigioco. E non solo di non essere ascoltato: ma di suscitare irritazione e rabbia. 

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