Politica

La settimana dura di Draghi, ma il governo passa tutti gli esami

19
Febbraio 2022
Di Barbara Caracciolo

È stata una settimana impegnativa per il governo Draghi. Prima l’inciampo in commissione Bilancio e affari costituzionali della Camera durante l’esame del dl milleproroghe. Poi la prova della questione di fiducia sul Dl Covid e infine il cdm di ieri che ha approvato, all’unanimità, il delicato Dl energia. La squadra del presidente alla fine continua a riscuotere approvazione e sostegno, ma i venti di campagna elettorale cominciano a farsi sentire. Tuttavia gli impegni sono sempre gli stessi e Draghi ieri in conferenza stampa li ha ricordati ribadendo di volerli portare avanti per rispettare tutte le scadenze. La delega fiscale, il ddl Concorrenza e la riforma del Codice appalti «sono il blocco dei provvedimenti principali» per l’attuazione del Recovery plan. In ballo ci sono i 191 miliardi di euro messi sul tavolo dall’Europa per ripartire dopo la pandemia, di cui 69 a fondo perduto. Draghi affretta i tempi: «Questo deve essere fatto ora, perché poi bisogna scrivere i decreti delegati e il termine per la Concorrenza è fine anno. Quindi bisogna approvare la riforma in tempo utile». Martedì scorso il Consiglio dei ministri ha approvato l’emendamento al disegno di legge concorrenza relativo alle modalità di affidamento delle concessioni demaniali. Sui balneari il testo prevede che le concessioni in essere continuino ad avere efficacia fino al 31 dicembre 2023. Il ddl concorrenza è attualmente all’esame della Commissione Industria del Senato e la prossima settimana si svolgeranno alcune audizioni.

IL PNRR
Secondo quanto affermato dalla prima relazione del governo al Parlamento in materia di Pnrr, la delega per la riforma del codice degli appalti pubblici andrà approvata entro il 30 giugno 2022 mentre per l’entrata in vigore dei relativi decreti legislativi è previsto il termine del 30 marzo 2023. Il relativo disegno di legge delega è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 30 giugno ed è ora all’esame della commissione Lavori pubblici del Senato. Relatori il cinquestelle Andrea Cioffi e la leghista Simona Pergreffi. Il disegno di legge reca la delega al governo per la disciplina dei contratti pubblici, anche al fine di adeguare la normativa interna al diritto europeo e ai principi espressi dalla giurisprudenza della Corte costituzionale e delle giurisdizioni superiori, interne e sovranazionali, e di razionalizzare, riordinare e semplificare la disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, nonché al fine di evitare l’avvio di procedure di infrazione da parte della Commissione europea e di giungere alla risoluzione delle procedure avviate.

Mario Draghi. Courtesy governo.it

LA RIFORMA FISCALE
Per quanto riguarda la riforma fiscale il 5 ottobre 2021 il Consiglio dei Ministri approvò il disegno di legge, che ora è all’esame delle commissioni della Camera. In sintesi, l’articolo 1 delega il governo ad emanare, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge di delega, uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema fiscale. I principi cardine sono: lo stimolo alla crescita economica attraverso una maggiore efficienza della struttura delle imposte e la riduzione del carico fiscale sui fattori di produzione; la razionalizzazione e semplificazione del sistema anche attraverso la riduzione degli adempimenti e l’eliminazione dei micro-tributi; la progressività del sistema, che va preservata, seguendo i dettami della Costituzione che richiamano un principio generale di giustizia e di equità; il contrasto all’evasione e all’elusione fiscale.

L’ASSE TRASVERSALE A SOSTEGNO DEL GOVERNO DRAGHI
Quello che rassicura Draghi per il rispetto della tabella di marcia è la tenuta della maggioranza, almeno per il momento. Da destra e sinistra arrivano segnali confortanti. Questa mattina al congresso di Azione il segretario del Pd Enrico Letta ha detto: «Abbiamo un impegno di governo fondamentale, questo impegno dobbiamo portarlo avanti. A nome del Pd, dobbiamo senza nessuna ambiguità, ora e nei prossimi mesi, portare avanti per il bene del paese l’azione riformatrice del governo». Gli ha fatto eco il coordinatore di Forza Italia Antonio Tajani: «Quando c’è un interesse prioritario è bene che tutti quanti decidano di mettersi al servizio della patria e del paese. Mario Draghi era l’unico in grado di tenere unite forze politiche differenti per salvare il paese, è quello che stiamo facendo, adesso dobbiamo ancora lavorare insieme».
Sulla stessa linea anche Giovanni Toti, vicepresidente vicario di Coraggio Italia: «Quest’anno prima delle elezioni è fondamentale e il governo deve essere messo in condizione di lavorare. Draghi sta facendo un buon lavoro e i partiti devono continuare ad appoggiarlo mettendo da parte le loro, seppur legittime, esigenze. Il paese non ha più bisogno di estremismi ma di serietà».