Politica

I ministri del governo Meloni, poche donne e molti cambi semantici. Ora si parte

21
Ottobre 2022
Di Alessandro Caruso

Sono 24 i ministri del nuovo governo Meloni, 6 donne e 18 uomini. Tante le conferme dei nomi circolati negli ultimi giorni. Giorgia Meloni li ha annunciati al termine di una giornata iniziata con le consultazioni mattutine e poi continuata tra la Camera e via della Scrofa per mettere a punto le ultime limature della lista dei ministri. Poi alle 16.25 è salita al Colle per incontrare Sergio Mattarella. Un incontro lungo, più del previsto, al termine del quale Ugo Zampetti, Segretario generale del Quirinale, ha ufficializzato l’incarico conferito alla Meloni. E poi è uscita lei. La prima premier donna della storia repubblicana italiana, ma che guiderà un governo di forte sbilanciamento maschile. Eccola la sua lista dei ministri, quella giusta (quella letta dalla Meloni riportava un errore di trascrizione, poi corretto in un errata corrige diffusa alla stampa):

I ministri senza portafoglio del governo Meloni sono: Luca Ciriani (Rapporti Parlamento), Paolo Zangrillo (Pubblica Amministrazione), Roberto Calderoli (Affari Regionali), Sebastiano Musumeci (Politiche del Mare e per il Sud), Raffaele Fitto (Affari Europei e PNRR), Andrea Abodi (Sport e Giovani), Eugenia Roccella (Famiglia natalità e le opportunità), Alessandra Locatelli (Disabilità), Maria Elisabetta Alberti Casellati (Riforme istituzionali). Ministiri con portafoglio: Antonio Tajani (Affari Esteri e Vicepresidente del Consiglio), Matteo Piantedosi (Interno), Carlo Nordio (Giustizia), Guido Crosetto (Difesa), Giancarlo Giorgetti (Economia) Adolfo, Urso (Imprese e Made in Italy), Francesco Lollobrigida (Agricoltura e sovranità alimentare), Gilberto Pichetto Fratin (Ambiente e Sicurezza energetica), Matteo Salvini (Trasporti e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri), Marina Calderone (Lavoro), Giuseppe Valditara (Istruzione e merito), Anna Maria Bernini (Ricerca), Gennaro Sangiuliano (Cultura), Orazio Schillaci (Salute), Daniela Santanché (Turismo), a cui si aggiunge Alfedo Mantovano come Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

I NOMI DEI MINISTERI CHE CAMBIANO
Molti ministeri hanno cambiato nome, all’insegna dell’indirizzo sovranista del governo. Lo sviluppo economico è diventato Imprese e Made in Italy. L’Agricoltura diventa Agricoltura e sovranità alimentare. La Transizione energetica diventa Ambiente e sicurezza energetica. L’Istruzione cambia pelle e diventa Istruzione e merito. Le pari opportunità diventano Famiglia, natalità e pari opportunità. Politiche per il Sud diventano Sud e mare. Mentre gli Affari europei vedono inserito nel nome anche il Pnrr. Cambi solo semantici? Ovviamente no. Si tratta di variazioni sostanziali che rispecchiano l’indirizzo politico del governo a forte impronta FdI.

LUPI FUORI DAL GOVERNO
Unica sorpresa di carattere politico è l’assenza di Maurizio Lupi tra i ministri del governo Meloni. Il suo partito Noi Moderati era l’anello debole della coalizione, ma comunque un posto in un ministero, magari senza portafoglio come i Rapporti con il Parlamento, sembrava cosa fatta. Ma nell’elenco finale non figura, il governo è espressione solo dei principali tre partiti della coalizione con l’aggiunta di qualche tecnico. A questo punto si apre per lui una molto probabile presidenza di commissione.

LE PROSSIME TAPPE
Sabato i ministri del governo Meloni giureranno fedeltà alla Costituzione italiana in Quirinale e già lunedì il governo potrebbe presentarsi alle Camere per il voto di fiducia. Poi bisognerà iniziare a lavorare. Primo grande obiettivo: la legge di bilancio.

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