Politica

Gli esami di fine anno

10
Dicembre 2022
Di Alessandro Caruso

Iniziamo da una rilevazione. Nell’ultimo numero di Politico Eu Giorgia Meloni è stata collocata al primo posto dei “disrupters”, coloro i quali minano la stabilità del progetto Europa. Le motivazioni? Secondo il board dell’autorevole testata di riferimento della bubble Ue “dietro una maschera di presentabilità” la premier italiana si scaglia contro gli immigrati, contro la cultura gender e il politicamente corretto, fa risalire l’aborto a una cultura di morte, lancia invettive contro l’islamizzazione dell’Europa e definisce “barbari” i sostenitori del Black Lives Matter. Si tratta di una osservazione certamente non lusinghiera, che denota un gap reputazionale agli occhi dell’establishment europeo. Sicuramente la propaganda francese non sta aiutando la Meloni ad entrare nella categoria dei “doers” d’Europa, nella quale sono stati inseriti da Politico la Lagarde e, a sorpresa, Erdogan e Marine Le Pen. I rapporti con Macron, in effetti, non sono idilliaci in questo momento: la questione migranti, nonostante le aperture e i passi indietro da entrambe le parti con la mediazione di Mattarella, continua a generare incomprensioni. L’ultima proprio venerdì, con il rifiuto della Meloni di recarsi al vertice Eu Med-9 di Alicante, pare a causa dell’indisponibilità di Macron per un bilaterale con l’Italia, ma ufficialmente causa influenza.

Sono segnali a cui la Meloni dovrà lavorare per riassestare i rapporti in Europa, anche in vista delle future trattative per la modifica del Pnrr. Una cartina di tornasole su tali rapporti potrebbe essere l’esame della Legge di Bilancio da parte della Commissione Ue, in corso in questi giorni. Su alcuni punti sensibili sono emersi presumibili distanze, in primis sul tetto al contante. Preoccupa, infatti, l’innalzamento del contante a 5mila euro considerando la classifica sull’evasione dall’Iva, redatta proprio dalla Commissione, che vede l’Italia al primo posto. E c’è chi è pronto a scommettere che i rilievi negativi di Bankitalia sulla manovra targata Meloni siano solo il preludio della bocciatura da parte dell’Europa. Bisognerà aspettare la prossima settimana per scoprirlo. Tuttavia, diverse fonti assicurano che il Governo sia in piena sintonia con la decisione del Consiglio Ue di stabilire un ragionevole tetto al denaro contante quale misura di antiriciclaggio. Inoltre, nonostante la soglia prevista dal Consiglio sia di 10mila euro, allo stato attuale l’Esecutivo italiano intende fissarla a 5mila euro.

Sul fronte interno la maggioranza, invece, è alle prese con i prossimi test. Innanzitutto, con l’approvazione della Legge di Bilancio, che passa dalla valutazione degli emendamenti e poi dal primo sciopero sindacale indetto da Cgil e Uil dopo molti anni, alla dura opposizione del Movimento 5 Stelle e alle tensioni tra Lega e Forza Italia, in ultimo sul tema delle pensioni minime.
Poi c’è il test “elettorale”, quello delle regionali di Lazio e Lombardia. Due regioni che insieme rappresentano circa il 33% del Pil italiano. Le date sono decise: 12 e 13 febbraio. Gli schieramenti, invece, ancora no. A sinistra il PD è alle prese con il prossimo congresso che dovrebbe decidere il nuovo segretario tra Elly Schlein, più radicale, e Stefano Bonaccini, più conservativo. Anche se la questione dei nomi non sembra riuscire ad appianare completamente il tema più importante, quello identitario. Forse è ancora presto per dirlo, ma al momento il PD è molto diviso anche sul tema delle alleanze, a cominciare da quella con il M5S di Giuseppe Conte, che invece sta già individuando i suoi candidati per correre in solitaria. Il suo obiettivo non dichiarato sembra sempre più evidente: superare il PD. Il Terzo Polo continua il suo dialogo con la maggioranza ma le indiscrezioni pubblicate dal Foglio in settimana hanno rilevato una scarsa fiducia da parte della Meloni nei confronti di Renzi. Quello che invece è certo è lo schieramento compatto del centrodestra per le elezioni. E ci sono anche i candidati: Attilio Fontana per la Lombardia e, con molte probabilità, Nicola Procaccini, uomo della Meloni, per il Lazio.

Nel frattempo, la tensione internazionale non accenna ad attenuarsi. Mentre continuano senza sosta i bombardamenti russi alle infrastrutture energetiche ucraine, il presidente Vladimir Putin ha lasciato intendere in un discorso pubblico che l’invasione dell’Ucraina potrebbe andare avanti ancora a lungo. Nel suo intervento, Putin ha voluto sottolineare come, nonostante i numerosi insuccessi sul campo e l’isolamento internazionale, la Russia non sia intenzionata a retrocedere rispetto ai propri obiettivi militari e strategici. Sul fronte ucraino, insomma, non sembrano esserci note positive se non per la scelta fatta dalla rivista statunitense Time di nominare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky come persona dell’anno.
Non sembrano esserci miglioramenti nemmeno sul fronte iraniano, dove da più tre mesi continuano le proteste contro il regime, che diventano giorno dopo giorno sempre più violente e diffuse. Giovedì il governo iraniano ha annunciato di aver eseguito la prima condanna a morte di un manifestante per il suo coinvolgimento nelle proteste anti-regime. Continua, invece, da alcuni giorni la confusione internazionale sulla possibile abolizione della polizia religiosa in Iran, la stessa che fino a poco tempo fa si è occupata di far valere le rigide regole di morale e decoro in vigore nel paese e la stessa che è accusata di aver ucciso Mahsa Amini, dando inizio ai disordini. La sua reale abolizione, pur rappresentando di certo un’importante prima conquista degli iraniani in rivolta, potrebbe non essere sufficiente a placare i manifestanti, che nel corso delle ultime settimane hanno allargato i propri obiettivi chiedendo la fine del regime e l’instaurazione di un sistema democratico.