Politica

Ecco la prima autostrada a 5 corsie, l’Italia vuole andare veloce

26
Settembre 2023
Di Alessandro Caruso

Partiamo da un calcolo: per ogni milione di euro che si investe in un’infrastruttura strategica il ritorno è di circa tre volte. A farlo non è uno qualunque, ma l’ingegnere Robrto Tomasi, amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. E lo ha ripetuto proprio oggi all’inaugurazione della prima autostrada italiana a cinque corsie, un tratto della A8 Milano-Laghi. Un’arteria di alto valore strategico perché va a rafforzare in modo rilevante le vie di comunicazione nella zona nord di Milano, uno dei più importanti distretti industriali d’Europa. L’allargamento, infatti, interessa il tratto che parte da Certosa e dall’interconnessione con la A9 Lainate-Como-Chiasso.

Al di là delle esigenze di propaganda, la portata della notizia è molto rilevante, non a caso all’evento inaugurale ha presenziato anche il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che ha particolarmente sostenuto il progetto, confermando un investimento di 200 milioni di euro complessivi. È vero che parliamo di un tratto di pochi chilometri, ma l’ampliamento di questo snodo inevitabilmente potrà incidere sul risparmio di tempo e carburante negli spostamenti e aumenterà la sua portata strategica nella rete viaria soprattutto se dovessero essere portati a termine gli altri progetti voluti dal governo. Nei prossimi giorni, infatti, il ministero di Porta Pia stanzierà gli 88 milioni per la tramvia Milano – Limbiate, ma non solo: «Stiamo lavorando anche alla variante di Milano – ha detto Salvini – allo studentato che accoglierà migliaia di studenti una volta concluse le Olimpiadi al posto del villaggio olimpico, alla Lecco-Bergamo, alle tangenziali, all’alta velocità ferroviaria, stiamo rispettando i tempi e i costi».

Adam Smith diceva che le facilità di spostamento giovavano al commercio, contribuendo, tra le altre cose, a superare i monopoli e ad avvicinare i mercati. La realtà è che nella storia dell’economia moderna, fino ai giorni nostri, lo sviluppo economico dei territori è sempre andato di pari passo con il potenziameno delle vie di comunicazione. I casi più emblematici nella storia italiana, poi, sono stati la prima ferrovia Napoli Portici nel 1839, fiore all’occhiello della rinascita industriale del Meridione, all’epoca teatro d’avanguardia tecnica, o la prima alta velocità europea, la Firenze-Roma, inaugurata negli anni Settanta.

Del resto sempre lo stesso ingegnere, sul calcolo di cui sopra, ha aggiunto: «In realtà per opere come questo che sostengono l’economia di un territorio il ritorno è di gran lunga superiore a tre volte il milione che si investe». E ha spiegato: «Fate riferimento a un recentissimo evento sul Frejus, c’è stata una frana sul lato francese e l’economia del Paese sugli scambi Francia Italia si è bloccata per qualche giorno. E questo è il valore delle infrastrutture, noi abbiamo un paese debole perché negli ultimi 20 anni si è investito poco nel potenziamento delle infrastrutture». Una verità. Che tuttavia lascia spazio alla speranza, soprattutto quando ci si trova al cospetto di opere ingegneristiche di assoluta eccellenza, realizzate anche in velocità.
In questo caso i lavori di ampliamento erano iniziati nell’aprile del 2019.

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