Politica

E ora arriva sua maestà la Realtà 

24
Ottobre 2022
Di Daniele Capezzone

Decisamente, il governo guidato da Giorgia Meloni sarà chiamato a una sorta di battesimo del fuoco. Altro che luna di miele: il mix tossico rappresentato dai ben noti pregiudizi mediatici e dalle sfide oggettivamente sul terreno precludono – purtroppo – una partenza morbida.

Capiremo presto – in sequenza – se da parte del governo Meloni ci sarà, come sarebbe opportuno e auspicabile, un immediato decreto per mitigare l’impatto dell’emergenza bollette su imprese e famiglie, e – nel giro di giorni, più che di settimane – che taglio avrà il disegno di legge di bilancio. 

Sul primo fronte, abbiamo più volte rappresentato, su queste colonne, l’esigenza di un intervento forte, contro il rischio di una rapida e devastante desertificazione del tessuto industriale italiano. E ci siamo anche sforzati (i lettori lo ricorderanno) di suggerire dove reperire le relative risorse. Sul secondo versante, abbiamo ripetutamente auspicato, comprendendo bene le difficoltà oggettive della prima manovra, che almeno ci sia, in quella sede, l’indicazione di una direzione di marcia nel senso dell’alleggerimento fiscale, prefigurando un cammino che – rispetto ai necessari tagli di tasse – dovrebbe a nostro avviso accelerare e irrobustirsi nelle quattro successive manovre, nel corso della legislatura.

Certo, la notizia è che è già saldamente al centro della scena sua maestà la Realtà. Era comprensibile che, dopo il risultato elettorale, ci fossero fibrillazioni nella maggioranza, e – tutto sommato – pure che l’opposizione sparasse le sue cartucce per dare un segnale di vitalità dopo la netta sconfitta elettorale. Ma ora sarebbe saggio che il governo Meloni e l’opposizione dessero al paese non solo la sensazione ma la certezza di essere al lavoro in quello che sarà l’autunno e l’inverno più difficile da molti decenni. 

Non c’è più spazio per i battibecchi, o per una prevalenza dei giochi di politics (sia tra gli schieramenti sia dentro ciascuna coalizione). Gli italiani di ogni sensibilità politica sono preoccupati e motivatamente spaventati. 

In questo senso, ci permettiamo di suggerire al governo Meloni un’operazione verità sia sullo stato dei conti pubblici sia sulla situazione di conclamata stagnazione economica (e presto di recessione tecnica) in cui ci troviamo. Da troppo tempo, l’orchestra dei media, assai accomodante verso il governo uscente, per cui tendeva a lasciare spazio ai violini e agli archi, ha mancato di far conoscere al paese (che l’ha comunque percepita di suo) la gravità della situazione. Sarebbe ingiusto se ora quella stessa orchestra mediatica caricasse tutto sulle spalle del nuovo esecutivo. E allora la Meloni li prenda in contropiede, parlando al paese, e raccontando dove siamo davvero. 

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