Politica

Come la politica italiana si prepara alle europee 2024

16
Settembre 2023
Di Alessandro Caruso

Settimana dopo settimana il governo si avvicina a uno dei suoi test annuali più importanti, quello della legge di bilancio. Una legge che quest’anno si promette “avara”, come ha avuto più volte modo di chiarire la premier Giorgia Meloni. I soldi sono pochi ma le esigenze sono tante. E per stabilire le priorità sembra che il criterio sia quello di conciliare l’agenda politica con quella elettorale. Proprio così, perché le elezioni europee 2024 incombono e saranno un vero e proprio midterm per la maggioranza.

Motivo per cui ogni partito del centrodestra sembra voglia sfruttare la legge di stabilità anche per chiamare a raccolta il proprio elettorato. Fratelli d’Italia sta insistendo sulle misure in favore delle famiglie e contro i cosiddetti “poteri forti”. Anche la Lega batte sulla chiave più populista, concentrandosi sui suoi cavalli di battaglia Quota 41 e tassazione al 40% sugli extra-profitti delle banche. Forza Italia vuole portare il salario minimo a 700 euro e cerca di difendere le banche dalla morsa fiscale. Insomma non mancano piccole occasioni di attrito, ma in fondo è piuttosto fisiologico in una maggioranza come questa. Su un aspetto sembrano convergere tutti: il taglio del cuneo fiscale. La sensazione che trapela anche dai sondaggi è che il centrodestra italiano sia favorito per la vittoria delle elezioni europee e che per perderle dovrebbe impegnarsi. La stessa cosa non può dirsi delle sinistre, che da un lato hanno una grande opportunità di rafforzamento del consenso, ma dall’altro sembrano non ottenere particolari risultati dalla semplice opposizione. E allora, cambio strategia. Il Pd ha lanciato nuovi focus tematici su cui provare a fare pesa con utili proposte: digitale, innovazione e sanità. E ha promesso presto movimenti di piazza per presentare al paese le sue alternative. Mentre in vista delle europee si stanno intensificando i contatti con Azione per sondare possibili convergenze. Anche per rispondere al grande Centro già presentato da Renzi, che mira a coalizzare l’elettorato centrista, togliendo un po’ di voti a destra e a sinistra nella speranza di riuscire ad abbassare il quorum al 3%.

Immaginare l’esito, al momento, è molto difficile. Ma lo stesso dicasi per gli altri paesi europei, soprattutto Francia, Germania e Spagna, dove gli equilibri interni sono molto frastagliati. Tutto rende complicato intravedere quale possa essere la futura maggioranza possibile a Strasburgo, quella che dovrà organizzare un’Unione europea che esce molto cambiata e infragilita dopo gli ultimi cinque anni, segnati inesorabilmente dalla crisi del Covid, quella causata dalla Guerra in Ucraina, e, non ultimo, dalla Brexit.

The Watcher Post ne ha parlato anche con un grande esperto di affari europei, l’ex vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella, autore di un pamphlet realizzato in collaborazione con la nostra testata e Formiche, intitolato Road to 2024, in cui si analizza l’Europa che sarà. La lettura che ci voleva per provare a leggere, e comprendere, i fatti che stanno segnando la storia del nostro continente.

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