Politica

Carfagna in audizione: “Migliorare la gestione dei fondi per il Sud”

19
Maggio 2021
Di Valentina Ricci

Saper investire al meglio le risorse UE che arriveranno dal Recovery Fund. Questa la sfida che attende in particolar modo il Mezzogiorno, con l’obiettivo di avviare una robusta ripresa economica riducendo il tradizionale gap di sviluppo tra Nord e Sud Italia. Una sfida che si può vincere grazie ad un’attenta programmazione capace di ridurre al minimo ogni forma di spreco.

Questo l’obiettivo del Ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna, audita in Senato: “La ‘coda’ della programmazione 2014-2020, la cui spesa va realizzata entro il 2023, va portata a compimento secondo il principio “n+3″, poi il ReactEu, il PNRR, il nuovo ciclo di fondi strutturali 2021-2027, la programmazione FSC 2021-2027. Tutti interventi che mobiliteranno nei prossimi anni centinaia di miliardi di euro e che soprattutto nei prossimi due anni assorbiranno buona parte della capacità amministrativa di tutti i livelli di governo”.

Non passa inosservata la riprogrammazione delle risorse UE, significativa per il ciclo 2014-2020, ridestinato al contrasto alla pandemia e al contenimento dei suoi effetti. La Carfagna spiega: “Si tratta di 12 mld di fondi strutturali, cofinanziati da FESR e FSE”. Un nuovo allineamento che ha permesso di ridistribuire le risorse in tre ambiti: emergenza sanitaria; sostegno alle attività economiche e interventi in materia di istruzione, occupazione e inclusione sociale.

Intenzione prioritaria del Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale è quella di provvedere alla notifica dell’accordo di partenariato, alla Commissione europea, subito dopo la pubblicazione dei regolamenti comunitari. Una decisione volta a guadagnare mesi a vantaggio di una rapida attuazione dei programmi nazionali e regionali. L’aspetto caratterizzante dei Programmi nazionali del nuovo ciclo, specifica Carfagna, sarà “il loro ruolo di garanzia dell’addizionalità finanziaria e strategica delle risorse della coesione rispetto a quelle che le medesime amministrazioni dovranno gestire per l’attuazione del PNRR”. Quindi rappresentano un valore aggiunto per coordinamento e attuazione insieme al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Affinchè questo progetto venga attuato è necessario che POR (Programmi Operativi Regionali) e PON (Programmi Operativi Nazionali) diventino il focus strategico delle azioni di Ministeri e Regioni, e per questo obiettivo verrà fornito il massimo supporto tramite l’Agenzia per la Coesione ed il Dipartimento della Coesione territoriale, in modo da garantire una corretta attuazione dei programmi. Carfagna aggiunge: “La prova di impegno politico, amministrativo e gestionale che ci attende nei prossimi anni – per l’efficace ed efficiente utilizzo delle risorse europee – può e deve essere significativamente superiore al passato”.

Sulle procedure da mettere in atto nel caso in cui le regioni non riescano a realizzare i progetti la Sen. Bonino (Misto): “Avete pensato ad un intervento normativo per questo? Inoltre penso che in molte regioni manchi la consapevolezza dell’utilizzo dei fondi europei in termini di regole europee, avete pensato ad una campagna di sensibilizzazione all’opinione pubblica di quanto questa opportunità non si possa sprecare?” Carfagna risponde: “Stiamo lavorando su alcune misure, una di queste riguarda il potere sostitutivo ed è previsto un procedimento complicato e vogliamo introdurre un percorso semplificato. Sensibilizzazione, ragioniamo su un eventuale campagna per far capire le opportunità offerte dalle programmazioni dei fondi strutturali europei. Bisogna rafforzare da un lato i poteri dell’agenzia e, dall’altro, irrobustire la capacità delle Pubbliche Amministrazioni innestando nuove professionalità che migliorino la capacità di progettazione”.

Il Sen. Candiani (Lega) rilancia: “Si potrebbe revocare i fondi e ridistribuirli nella stessa macroarea?” Il pensiero di dover trovare un’azione sostitutiva che permetta di lasciare le risorse in determinati territori è condiviso dal Sen. Lorefice (M5S): “Perché il gap si risolve senza togliere i soldi a nessuno le risorse vanno lasciate nei territori che hanno i grandi squilibri”. La soluzione della Carfagna: “Ciò che rimane non speso, penso sia opportuno darlo a un PON, ma con destinazione la regione che non è stata capace di spendere – concordando con Lorefice aggiunge – non leviamole da quel territorio. Tengo a specificare che la Commissione europea ha dato i fondi su tre criteri di riparto, non ha chiesto agli stati di attenersi a questi criteri ma di colmare i divari territoriali generazionali e di generi”.

Per la nuova programmazione sono stati scelti determinati interventi sulla base di efficacia e rapidità di attuazione, ma “è responsabilità di tutti – ricorda Carfagna – lavorare e intensificare gli sforzi affinchè le amministrazioni possano usare le risorse con interventi che siano realizzabili e funzionali sia alla crescita che allo sviluppo”.

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