Politica

Bussole smarrite a sinistra e a destra

08
Marzo 2022
Di Daniele Capezzone

Viviamo tempi complicati, in cui la velocità della parola precede il pensiero, in cui la fretta della presa di posizione prevale sulla profondità dell’elaborazione, in cui l’ansia della polarizzazione emotiva preclude spazi di ascolto e di ragionamento. E tuttavia alcune contraddizioni balzano agli occhi.

C’è una sinistra (politica, editoriale, culturale) che non ha fatto una piega nei due anni di emergenza pandemica davanti a clamorose restrizioni della libertà e a spesso inaccettabili compressioni dello stato di diritto. Tuttora in Italia (inspiegabilmente) non si consente a individui sani e magari con tampone negativo di poter lavorare e guadagnarsi il pane, solo perché non vaccinati. Per non dire di norme costituzionali aggirate (o calpestate) tramite Dpcm, e di danni economici devastanti. Eppure, da quella parte, quasi nessuno si è preoccupato.

Da dodici giorni, però, dinanzi alla vicenda dell’invasione russa in Ucraina, gli stessi dormienti si sono risvegliati, usando, anzi gridando le parole magiche fino a quel momento dimenticate: “libertà”, “democrazia”. Fa piacere ascoltarle, ma chi le pronuncia è scarsamente credibile.

Fenomeno inverso, e cortocircuito uguale e contrario, a destra. Per due anni, meritoriamente, da quella parte ci si è battuti contro restrizioni e green pass, in nome della libertà e contro l’autoritarismo. E ora, sull’Ucraina? Molto imbarazzo, in qualche caso la difficoltà di pronunciare la parola “Putin”, e il riemergere – qua e là – di una linea antioccidentale che era minoritaria perfino nel vecchio Msi, e che oggi, invece, sembra contraddistinguere non pochi tra politici, commentatori ed elettori. E quasi nessuno che si avveda della contraddizione stridente: ma come? Hai difeso la libertà fino a ieri, e oggi finisci per giustificare un clamoroso atto di prepotenza, rischiando perfino di chiudere gli occhi davanti a chi spara sui civili?

Occorre che qualcuno, pagando magari un costo di isolamento, di incomprensione, di sospetto presso entrambe le fazioni, tenga la bussola puntata sulla libertà sempre, non solo a giorni alterni, e non soltanto in base alla facilità della polemica verso l’interlocutore di turno.

Occorre difendere la libertà a casa propria e fuori; saper esercitare sempre il proprio spirito critico, ma non dimenticando mai il campo occidentale che deve esserci proprio. Viviamo tempi oscuri, indecifrabili, di “radical uncertainty”, come profeticamente spiegato, mesi fa, da Lord Mervyn King, l’ex governatore della Bank of England. In queste situazioni, in cui l’incertezza è massima e le incognite sempre più numerose e gravi, occorre rimanere saldi nei principi, che non deludono mai. Si può perdere qualche follower; ma è meglio non perdere se stessi.

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