Politica

Basilicata, niente sorprese. Vince Bardi

22
Aprile 2024
Di Piero Tatafiore

Tutto come previsto. Vito Bardi, governatore uscente della Basilicata, è stato rieletto agevolmente e il campo largo ha subìto la seconda sconfitta consecutiva, dopo quella in Abruzzo. In comune con le tre elezioni Regionali che si sono succedute in due mesi (Sardegna, Abruzzo e, appunto, Basilicata) c’è un solo dato e non positivo: l’affluenza al 50%, o giù di lì. La competizione sarda aveva rinvigorito l’opposizione, con paginate a descrivere l’ineluttabile sequela di vittorie che avrebbe caratterizzato il percorso del campo largo, sostanzialmente l’alleanza tra PD e 5 Stelle, arrivando a prefigurare una crisi politica stante l’inevitabile successo del campo largo alle elezioni europee.

Invece l’Abruzzo prima e la Basilicata poi hanno certificato la forza di un centrodestra ancora in piena salute, in grado di fronteggiare un campo largo senza sostanziali patemi. In Abruzzo, addirittura, si era trattato di un campo larghissimo, con l’inserimento di Azione, ininfluente in Sardegna e Abruzzo ma determinante in Basilicata, arrivando vicino alla doppia cifra. Quali scenari si aprono, quindi, alla luce di queste tre elezioni? Nulla di nuovo, nella sostanza. Come detto, il governo è forte e tonico, tanto da relegare la sconfitta sarda in una vicenda “locale”, conseguenza di una serie di errori tattici, senza nessun cambio di vento, insomma. Certamente un viatico complesso per l’opposizione, in vista delle elezioni europee.

L’esperimento campo largo non ha funzionato ed è legittimo attendersi un inasprimento dei toni in vista della campagna elettorale, come già dimostrato in occasione della vicenda, anzi, delle vicende, pugliesi, in cui è stato coinvolto il Presidente della Regione Michele Emiliano. I motivi di questo flop possono essere molti, ma uno salta all’occhio: provate a digitare “comizio Basilicata” su Google e fate una ricerca per immagini, troverete solo foto del centrodestra unito su un palco, con tutti presenti, da Giorgia Meloni fino a Maurizio Lupi. Se poi fate lo stesso esercizio per l’Abruzzo o la Sardegna il risultato sarà lo stesso. E’ forse questo il lascito politico più importante di Silvio Berluconi, aver creato un centro destra che potrà anche discutere fino a litigare, ma che nel momento importante, quando si va al voto, sa sospendere ogni dissapore e dare un’immagine di unità. Tutto questo è stato sicuramente favorito da un sistema elettorale che facilita le aggregazioni, quando si hanno leadership forti. Resta da capire come reagirà il centrodestra alle prossime Europee, quando il sistema proporzionale costringerà a lottare tutti contro tutti. Prossimo appuntamento 9 giugno, a Bruxelles.

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