Politica

Accelera il Piano Mattei per l’Africa

09
Gennaio 2024
Di Paolo Bozzacchi

Luce verde nei tempi previsti per il decreto legge “Piano Mattei” approdato alla Camera oggi dopo l’ok del Senato. E senza bisogno di ricorrere al voto di fiducia. Il governo Meloni va avanti spedito sulla messa a terra della governance del Piano per l’Africa, grazie all’impegno del relatore Gian Giacomo Calovini (FdI) e alla compattezza della maggioranza. Il dibattito in Aula ha fatto trapelare che anche i fondi da destinare al progetto potrebbero essere aumentati. E intanto la cabina di regia pubblico-privato del Piano Mattei di cui avevamo scritto qui è oggi un progetto concreto. Sui partner europei che si uniranno all’Italia nell’attuazione del Piano e sui Paesi africani che vi aderiranno invece resta tutto in fieri. In Aula alla Camera il governo ha ribadito alcuni concetti: il decreto “non è una scatola vuota, ma una cornice ed è logico sia così perché non è predatorio ma paritario, e deve essere riempito di contenuti previa interlocuzione con i Paesi africani che daranno disponibilità”. Così il Viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli (FdI), in sede di replica, al termine della poco animata discussione generale. “Inizieremo con la Conferenza Italia-Africa di fine mese” ha precisato Cirielli. 

Le critiche delle opposizioni
“Scatola vuota, fondi irrisori (meno di 3 milioni di euro), vaghezza, propaganda”. Sono queste le parole chiave delle critiche mosse dalle opposizioni durante la discussione generale. Dai banchi di: Movimento 5 Stelle, Partito Democratico, +Europa, Italia Viva e Alleanza Verdi-Sinistra il coro è parso piuttosto unanime sul tacciare il decreto di non essere ancora esaustivo, e rappresentare di fatto una “scatola vuota”. Il sentiment delle opposizioni paventa che il Piano sia già stato declassato a metodo, in quanto non indica a quali Paesi africani sia rivolto e con quali priorità. Fatta eccezione per quelle energivore portate avanti da Eni.

I punti di forza stressati dal Governo
“Io sono qui per rispondere al vostro appello d’investimenti e aiutarvi nella lotta al sottosviluppo”. Così viene citato Enrico Mattei da Emanuele Loperfido (FdI), con una frase pronunciata da Mattei a Tunisi nel 1960 e ancora molto attuale. La citazione dà il polso della direzione in cui sta guardando il governo sul dossier Piano Mattei. Le sottolineature dei punti di forza del decreto e del progetto sono state in Aula le seguenti: “Paritario, non predatorio, che passa per l’ascolto delle esigenze dei Paesi africani, votato allo sviluppo e alla crescita comuni”.   

Come funzionerà il Piano
Di durata quadriennale, il Piano ha l’obiettivo di potenziare la collaborazione tra l’Italia e gli Stati africani, promuovere sviluppo economico, sociale e sostenibile di questi ultimi e prevenire le cause profonde delle migrazioni irregolari. Inoltre rafforzerà il coordinamento delle iniziative pubbliche e private, anche finanziate o garantite dallo Stato italiano, rivolte agli Stati del Continente africano. Il testo prevede la condivisione e la partecipazione degli Stati africani interessati all’individuazione, definizione e attuazione degli interventi del Piano e l’impegno compartecipato alla stabilità e alla sicurezza regionale e globale. Verranno attuate azioni di partenariato nei seguenti settori: cooperazione allo sviluppo; promozione delle esportazioni e degli investimenti; istruzione, formazione superiore e formazione professionale; ricerca e innovazione; salute, agricoltura e sicurezza alimentare; approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche; tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici; ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture anche digitali; il partenariato nell’aerospazio; valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico anche nell’ambito delle fonti rinnovabili, dell’economia circolare e del riciclo; sostegno all’imprenditoria e in particolare a quella giovanile e femminile; promozione dell’occupazione; turismo, cultura, prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare e gestione dei flussi migratori legali.

La sfida è altissima, resa ancora più in salita dal boom demografico africano, che prevede il raddoppio della popolazione dei 54 Paesi entro il 2050. Data entro la quale un umano su quattro abiterà in Africa. Per funzionare il Piano Mattei dovrà convincere sia i Paesi africani che i partner europei. Sulla carta una combo assai improbabile. Ma non impossibile.