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Un raggio di sole su Gaza

09
Ottobre 2025
Di Gianni Pittella

È certamente un raggio di sole che squarcia un cielo tempestoso quello che arriva dal tavolo negoziale del Cairo, dove si sono mossi i primi passi verso un accordo per fermare il massacro di Gaza.
Un primo spiraglio di pace, ancora fragile ma necessario, dopo mesi di orrore.

L’intesa prevede la liberazione degli ostaggi israeliani ancora vivi e la restituzione dei corpi delle vittime dell’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, insieme alla liberazione di prigionieri palestinesi, a un cessate il fuoco e al ritiro graduale delle truppe israeliane. È contemplato anche il disarmo di Hamas, primo capitolo di un piano più ampio che dovrà includere la ricostruzione di Gaza e la definizione di una nuova governance sostenuta dal coinvolgimento di attori internazionali.

Con questo primo passo si chiude uno dei momenti più drammatici della storia recente del Medio Oriente. Un conflitto che ha mietuto migliaia di vittime: da un lato, l’efferato attacco di Hamas contro la popolazione israeliana; dall’altro, la risposta spropositata e disumana del governo israeliano, che ha colpito duramente la popolazione civile palestinese. Tra le vittime si contano oltre 18.000 bambini, e più di 55.000 risultano oggi malnutriti. Un disastro umanitario di proporzioni inaccettabili, che deve trovare una fine immediata.

L’accordo, dunque, deve essere solo l’inizio di un percorso più ampio, che conduca alla ricostruzione materiale e morale di Gaza e che veda finalmente emergere una voce forte e autorevole: quella che chiede, con piena legittimità, il riconoscimento dello Stato di Palestina.

Perché la sicurezza di Israele e il riconoscimento della Palestina sono due facce della stessa medaglia. Solo due popoli, liberi e sicuri nei propri confini, potranno vivere in armonia. Solo due Stati potranno garantire un futuro di stabilità e dignità per entrambi.

Oggi più che mai, serve equilibrio. Non servono magliette, né tifoserie. Non serve urlare per una parte contro l’altra. Serve piuttosto la forza della ragione e della misura, la capacità di ripudiare ogni forma di antisemitismo e, al tempo stesso, di sostenere con tenacia i diritti del popolo palestinese.
Chi vuole davvero la pace deve saper vedere entrambe le verità, entrambe le sofferenze, entrambe le speranze.

Solo così, forse, quel raggio di sole che oggi si intravede nel cielo di Gaza potrà diventare un’alba di pace per tutto il Medio Oriente — e, con esso, per il mondo intero.