News
Bel capolavoro al contrario aver bloccato il “Salva Milano”
Di Daniele Capezzone
Presi come siamo nemmeno dal “giorno per giorno”, ma da un ossessivo e superficiale “minuto per minuto”, seguiamo le vicende politiche e giudiziarie di Milano (che proprio oggi, lunedì, avranno uno sviluppo particolarmente significativo in consiglio comunale), ma tendiamo a perdere di vista le puntate precedenti, in realtà vera causa e origine dei fatti del presente.
Ancora pochissimi mesi fa, c’era lo spazio (che meritoriamente il centrodestra aveva cercato fino all’ultimo di tenere aperto) per un cosiddetto provvedimento “Salva Milano”. Si trattava di fare chiarezza interpretativa sulle norme in materia di edilizia e rigenerazione urbana, evitando che un ruolo de facto “legislativo” fosse svolto dalla Procura.
Risultato? Fu sufficiente percepire la contrarietà di segmenti del mondo della magistratura, oltre che registrare l’opposizione di alcuni spezzoni mediatici, e la sinistra tutta (pressoché senza eccezioni) si tirò istantaneamente indietro. E così la possibile nuova norma naufragò.
I risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti. Sono i magistrati a “fare diritto”, e sono sempre i magistrati a dettare le linee guida dello sviluppo “accettabile” di una città: nel primo caso, scavalcando il Parlamento (ma in questo caso per responsabilità di una politica intimidita); nel secondo caso, sostituendosi a sindaco e consiglio comunale.
La regola è sempre la stessa: i vuoti non esistono. E ogni volta che la politica arretra, è il sistema giudiziario a occuparne lo spazio. Le lezioni del passato continuano dunque a essere ignorate.





