Economia

Italia campione d’Europa per crescita investimenti esteri (IDE)

17
Luglio 2025
Di Paolo Bozzacchi

L’Italia che non ti aspetti. Gli investimenti diretti esteri (IDE) in Italia sono cresciuti nel 2024 del 5%. Per il secondo anno consecutivo. A fare di questo dato una notizia importante è la tendenza negativa degli altri Paesi europei: in media in calo del 5% quest’anno, col segno meno davanti alle principali tre economie continentali: Francia, Regno Unito e Germania. Lo rivela la EY Attractiveness Survey 2025, resa nota in settimana. Ma attenzione. La quota di mercato italiana per investimenti esteri attratti resta bassa (4,2% del totale europeo, in settima posizione). E’ il trend che fa ben sperare. Parigi, Londra e Berlino attraggono insieme ancora quasi la metà degli investimenti totali extra-europei: il 46%. Ma l’Italia sta abbandonando il suo tradizionale nanismo. Marco Daviddi, Managing Partner di EY-Parthenon: «Questo segnale positivo deve essere da stimolo ad agire per continuare in un percorso che deve portare l’Italia ad attrarre un volume di investimenti coerente con la dimensione della propria economia in Europa».

Da dove arrivano gli investimenti in Italia
Gli Stati Uniti si confermano primo Paese di provenienza degli IDE in Italia. Ma la quota USA di mercato è scesa nel 2024 dal 19 al 16%. In seconda posizione la Germania, salita al 14% del totale e tallonata dalla Francia (13%). Seguono Regno Unito (11%) e Svizzera (9%). Molto hanno inciso i conflitti in corso, soprattutto quello in Ucraina. Che ha portato al diffondersi di pratiche quali il nearshoring e il friendshoring. L’Italia ne ha tratto vantaggio, grazie alla sua posizione baricentrica nel Mediterraneo e come ponte tra Europa, Nord Africa e Medio Oriente. E ha ben sfruttato il consolidamento di relazioni diplomatiche con Paesi importanti in termini di mercati di sbocco: Sud America, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, Giappone, Centro Asia. Secondo EY-Parthenon hanno giocato il loro ruolo in positivo le graduali semplificazioni normativa e amministrativa italiane, la riduzione dei costi dell’energia, l’incentivazione degli investimenti in innovazione, ricerca e sviluppo, il rafforzamento di istruzione e formazione.

Il trend
Le prospettive della survey consolidano il sentiment positivo. Il 51% delle aziende intervistate prevede di investire in Italia nei prossimi 12 mesi. Tra queste i settori più interessati all’Italia sono i servizi finanziari e l’industria chimico-farmaceutica, con rispettivamente l’83% e il 75%. A livello di dimensione dell’investitore, non c’è differenza tra le grandi aziende (56%) e le PMI (54%).

Le regioni italiane più gettonate
In termini di macro-aree il Nord-Ovest conferma il suo primato, mentre perde di sex-appeal il Nord-Est che cala dal 20% al 14% del totale. Tra le regioni la Lombardia veleggia incontrastata in testa, attraendo più della metà del totale degli IDE (52%), segue a grande distanza il Piemonte (11%) distaccata dalla Puglia in terza piazza (6% con 14 progetti). Perde colpi il Lazio, con 9 progetti attivati nel 2024.

I servizi più richiesti e i settori più coinvolti
Crescono i servizi B2B, stabili invece quelli in ricerca e sviluppo e nei processi produttivi. Calano gli investimenti nella logistica, fatta eccezione per i data center e gli headquarter. Tra i settori coinvolti guidano i servizi digitali e IT, prodotti industriali, mobilità e servizi professionali che aggregati rappresentano 2 settori su 3 coinvolti.