Lavoro

Premi risultato detassati nella Manovra. Il report del Ministero sui contratti

09
Dicembre 2022
Di Giampiero Cinelli

Una delle novità della manovra (la prima bozza, prossima all’esame in Commissione dopo l’ammissione degli emendamenti), è la riduzione dell’aliquota sostitutiva e delle addizionali sui premi di risultato, che va dal 10% al 5%. Il beneficio può arrivare a un massimo di 3.000 euro lordi annui. Rientrano in questa aliquota agevolata i premi legati a incrementi di produttività, redditività, efficienza, qualità e innovazione, nonché le somme erogate sotto forma di partecipazione agli utili dell’impresa.

I premi agevolabili devono essere erogati in esecuzione dei contratti aziendali o territoriali previsti dall’articolo 51 del Dlgs 81/2015 e i beneficiari possono essere unicamente i titolari di reddito di lavoro dipendente, del settore privato, di importo non superiore, nell’anno precedente quello di percezione del premio, a 80.000 euro. I premi ai quali si può applicare l’imposta sostitutiva possono essere convertiti, per scelta dei beneficiari, in tutto o in parte, nel cosiddetto welfare aziendale.

Considerando l’importo medio del premio di produzione in Italia, circa 1.500 euro, la riduzione comporterà un aumento pari a 67,50 euro. Portando il suo valore netto dagli attuali 1.215 euro a circa 1.282,50 euro. La conversione in welfare conserva un maggiore potere d’acquisto (1.500 euro invece che 1.282,50), tuttavia con la riduzione dell’aliquota potrebbe divenire leggermente meno conveniente.

Lo stato dell’arte dei premi

Un recente studio del Ministero del Lavoro aggiornato al 15 novembre 2022, ci dice che i contratti di produttività depositati (a partire dal 2015) sono 77.819. Quelli attivi 13.038. (di cui 1.266 aziendali e 1.772 territoriali). I lavoratori coinvolti 3.775.278 milioni.

Il 60% dei contratti depositati afferisce ai Servizi, il 39% all’Industria e l’1% all’Agricoltura. Se invece ci si sofferma sulla dimensione aziendale, otteniamo che il 50% ha un numero di dipendenti inferiore a 50, il 35% ha un numero di dipendenti maggiore uguale di 100 e il 15% ha un numero di dipendenti compreso fra 50 e 99.

Per i 13.038 depositi che si riferiscono a contratti tuttora attivi la distribuzione geografica vede il Nord primeggiare con il 73%, 18% il Centro e 9% al Sud.

Decontribuzione di Industria 4.0

Ci sono poi le agevolazioni fiscali per la formazione dei dipendenti nel settore delle tecnologie previste dal Piano Nazionale Industria 4.0. In relazione a ciò sono stati depositati 4.383 contratti. il 39% è concentrato al Nord, il 27% al Centro, il 34% al Sud dove emergono i dati della Campania che presenta il numero maggiore di contratti depositati su tutto il territorio nazionale. I servizi anche in questo caso sono la fetta maggiore.

La contrattazione di prossimità

Per contrattazione di prossimità si intendono i contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello aziendale o territoriale da associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale o territoriale, ovvero dalle loro rappresentanze sindacali operanti in azienda, che possono realizzare specifiche intese. Alla data del 15 Novembre 2022 sono stati depositati 1.739 contratti inerenti. Delle aziende che hanno depositato i 1.739 contratti, il 39% sono concentrate al Nord, il 16% al Centro,
il 45% al Sud.

In ultimo gli accordi collettivi aziendali, una tipologia di contratto che prevede comunque la Naspi in caso di licenziamento. Il report del Ministero del Lavoro ne registra 977.

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