Esteri

Ucraina: punto, il conflitto si frantuma in episodi, la diplomazia non trova il bandolo

18
Agosto 2023
Di Giampiero Gramaglia

Nella guerra in Ucraina, scricchiolii diplomatici, mentre le cronache del conflitto si riducono a una successione di bollettini di attacchi notturni con aerei, missili e droni sui due fronti – spesso con vittime fra i civili -: Kiev pare aver quasi rinunciato alla riconquista dei territori occupati, visto che  la controffensiva non avanza, a parte parziali progressi intorno a Bakhmut – c’è, anzi, una contro-controffensiva russa verso Kupyansk e Lyman, nella cui area sono state evacuate 12 mila persone e 37 villaggi -; e punta a fare sperimentare ai russi, con sciami di droni, in Crimea e fino a Mosca, le angosce degli ucraini, da 18 mesi sotto l’incubo degli ordigni dal cielo. Naturalmente, le opposte propagande riferiscono, ogni mattina, che la stragrande maggioranza degli attacchi sono stati intercettati e sventati.

L’India ha scelto di non invitare l’Ucraina, che non fa parte del Gruppo, al Vertice del G20 di settembre. La Russia, che è nel Gruppo, è stata invece invitata, nonostante appelli a espellerla. Sul sito del Vertice c’è la lista degli Stati non membri invitati: Bangladesh, Egitto, Mauritius, Nigeria, Olanda, Oman, Singapore ed Emirati Arabi Uniti, più la Spagna, che c’è sempre. Spetta al Paese che organizza decidere chi invitare ogni anno. L’Ucraina era stata invitata al G20 in Indonesia nel 2022 e al G7 in Giappone quest’anno. Nuova Delhi spiega che la guerra in Ucraina non sarà il focus della riunione del 9 e 10 settembre e ricorda che il G20 ha competenze soprattutto economiche.

A Ferragosto, le dichiarazioni d’uno stretto collaboratore del segretario generale dell’Alleanza atlantica Jens Stoltenberg hanno suscitato allarme a Kiev e disagi in numerose capitali Nato: Stian Jenssen ha detto a giornalisti norvegesi che un’ipotesi di soluzione del conflitto potrebbe essere che l’Ucraina rinunci a porzioni di territorio occupate dalla Russia, ottenendo in cambio l’adesione alla Nato. L’ipotesi di Jenssen, che ha detto quel che molti diplomatici occidentali ritengono probabile e forse inevitabile, è giudicata “inaccettabile” da Kiev, mentre la Nato precisa che la sua posizione ufficiale a sostegno dell’integrità territoriale dell’Ucraina non è cambiata; e, alla fine, il collaboratore di Stoltenberg conferma la sostanza, ma ammette che la sua sortita “è stata un errore”.

Iryna Vereshchuk, vice-premier ucraina e ministra per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, dice: “Quanto durerà la guerra? ‘Due/tre settimane, fino alla fine dell’anno, fino alla prossima primavera’. In tutte queste previsioni, non c’è niente di vero. Dobbiamo prepararci a una lunga lotta”. Il conflitto va avanti tra episodi e propaganda: negli ultimi giorni, un canale vicino ai mercenari della Wagner, che si addestrano in Bielorussia, ha diffuso un video dove un soldato russo ferito si fa esplodere con una granata pur di non essere catturato; il servizio segreto civile ucraino rivendica alla Cnn gli attacchi al ponte di Crimea effettuati coi droni marini Sea Baby prodotti in uno stabilimento segreto; gli ucraini rivendicano il danneggiamento di sei unità anfibie russe; i russi insistono a colpire i silos di cereali di Odessa, senza però riuscire a impedire il carico e la partenza di navi cerealicole; il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak nega che la controffensiva sia un flop, sostenendo che “chiunque dica che l’Ucraina sta avanzando troppo lentamente mostra di non conoscere la guerra e le sue fasi”; l’Occidente è a caccia delle “navi fantasma” che, attraverso i Dardanelli, vera e propria ‘autostrada del commercio alternativo’, garantiscono scambi e approvvigionamenti ‘proibiti’ alla Russia; la Polonia schiera 10 mila uomini ai confini con la Bielorussia; Kiev rispedisce al mittente la proposta di Papa Francesco di un vertice russo-ucraino negli Emirati Arabi Uniti, ma il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba non esclude negoziati attraverso “una mediazione da parte di terzi”.

Mentre il ministro della Difesa cinese Li Shangfu è in visita a Mosca e a Minsk, gli Stati Uniti chiedono all’Iran di non dare più droni alla Russia – ma la Gran Bretagna ritiene che Mosca stia utilizzando droni kamikaze di produzione propria -. E, in Russia si apre un nuovo fronte interno con la caduta del valore del rublo sul dollaro. La moneta russa è calata del 30% negli ultimi sei mesi ed è praticamente scesa ai minimi registrati nel marzo 2022, subito dopo l’inizio dell’invasione, quando si temeva l’impatto delle sanzioni. Il pessimo risultato monetario fa emergere qualche incrinatura tra il Cremlino e la banchiera centrale Elvira Nabiullina. Il consigliere economico del presidente russo Vladimir Putin Maxim Oreshkin scrive sull’agenzia di stampa di Stato, la Tass, che il problema è la politica monetaria troppo morbida: “La Banca centrale ha tutti gli strumenti per normalizzare la situazione”.

Negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden chiede al Congresso un ulteriore stanziamento di 24 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina, fra cui 13 miliardi per assistenza alla sicurezza e sette per assistenza economica e umanitaria: una misura che, in Congresso, potrebbe incontrare l’opposizione dei repubblicani, sempre più scettici sul coinvolgimento degli Usa nel conflitto. Tanto più che un sondaggio della Cnn indica che il 55% degli elettori pensa che il Congresso non dovrebbe più autorizzare fondi per l’Ucraina – quelli già stanziati ammontano, finora, a 113 miliardi di dollari – e che il 51% ritiene che gli Usa abbiano già fatto abbastanza per il conflitto. I programmi di addestramento di piloti ucraini su F-16 Usa sono stati rinviati: fonti militari dicono al Washington Post che ci vorrà almeno un anno

A Kiev, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha licenziato tutti i funzionari regionali ucraini incaricati del reclutamento militare, in una maxi operazione anti-corruzione per sradicare un sistema che permetteva ai coscritti di sottrarsi all’arruolamento pagando mazzette.