Esteri

Iryna Vereshchuk, chi è il volto femminile della resistenza ucraina

15
Marzo 2022
Di Flavia Iannilli

Ad oggi è vicepremier e ministro dei territori temporaneamente occupati e degli sfollati interni. Si tratta di Iryna Vereshchuk, una moglie, una madre, una donna che, indossando l’impolverata mimetica, cerca di salvare il suo popolo attraverso i corridoi umanitari da quando la Russia ha invaso il suo paese.  

Nata nel 1979, una formazione all’Istituto Militare del Politecnico di Leopoli dove si è diplomata per poi specializzarsi in “Informazione Internazionale”. Dopo aver conseguito la laurea in Giurisprudenza nel 2006, presta servizio nell’esercito ucraino in qualità di ufficiale per cinque anni.

Si affaccia nel mondo della politica nel 2009, quando inizia il tirocinio presso l’Ufficio di Gabinetto dei ministri, dove viene successivamente assunta. Un anno dopo viene eletta sindaco nella sua città natale, Rava – Ruska, la cittadina donna più giovane nella storia dell’Ucraina a ricoprire quel ruolo.  

La carriera politica legata al partito di Zelensky inizia nel 2019, quando la Vereshchuk fa il suo ingresso in Parlamento lavorando nelle Commissioni Difesa e Intelligence. Nel 2021 arriva la nomina a vicepremier. Una carriera militare e politica che, con lo scoppio della guerra, le ha permesso non solo di essere il braccio destro del presidente in carica, ma di rappresentare un simbolo di nazionalismo e di coraggio.

Valori che il popolo ucraino aveva già visto portare avanti. Perché se ad oggi si fa riferimento alla Vereshchuk in qualità di “Giovanna d’Arco” in realtà non è la prima donna ucraina a cui è stato attribuito questo soprannome. Prima di lei Julija Tymoshenko è la storica portabandiera che è stata considerata l’eroina della “Rivoluzione Arancione”. In qualità di più importante alleata del capo dell’opposizione Viktor Jushcenko, guidò le proteste pacifiche in Ucraina contestando i brogli elettorali delle presidenziali risalenti al 21 novembre 2004. Grazie a queste proteste la Corte Suprema dovette invalidare le elezioni fissandone di nuove; il 26 dicembre dello stesso anno Jushcenko diventò presidente con il 52% dei voti.

Scendere in piazza in città in cui avvengono dei bombardamenti non è la soluzione migliore. Ma il volto virale del vicepremier Vereshchuk, postando almeno due volte al giorno sul suo profilo Instagram e indossando una divisa che probabilmente sperava di non dover più portare, è il volto femminile della resistenza ucraina. Una forza che non accatterà di piegarsi di fronte a Putin e questo non sappiamo fino a che punto porterà il conflitto.

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