Esteri

Telefonata tra Biden Putin, venti di guerra tra Russia e Ucraina

13
Febbraio 2022
Di Massimo Gentile

La telefonata di ieri tra Joe Biden e Vladimir Putin è durata circa un’ora, per discutere sulla crisi sempre più incandescente incentrata sull’Ucraina, in una giornata scandita da toni e notizie di crescente allarme da parte occidentale, mentre la Russia nega di avere pronta un’azione militare.

Gli Usa fanno trapelare di essere convinti che la Russia stia per attaccare, forse a giorni, pur precisando di non avere una “convinzione definitiva” sui piani del Cremlino, che da parte sua accusa gli americani di montare un’azione di propaganda con l’obiettivo di continuare ad armare Kiev. Di fronte al senso di crescente pericolo, molti Paesi – compresa l’Italia – hanno deciso di ridurre al minimo la presenza diplomatica in Ucraina ed hanno esortato i propri cittadini ad evitare viaggi nella repubblica ex sovietica al centro della crisi. 

Joe Biden

Durante la telefonata durata 62 minuti, Biden ha nuovamente invitato Putin a ritirare le truppe russe ammassate ai confini dell’Ucraina e ha avvertito che gli Stati Uniti e gli alleati “risponderebbero in modo deciso e imporrebbero costi rapidi e gravi” in caso di invasione russa. Secondo una nota della Casa Bianca, il presidente Usa ha sottolineato le gravi conseguenze in termini di sofferenze umane che avrebbe una guerra. «Mentre gli Stati Uniti rimangono pronti a impegnarsi per via diplomatica, in totale coordinamento con gli alleati e partner, siamo ugualmente preparati per altri scenari» ha detto Biden. Il Washington Post ha riferito che gli Stati Uniti hanno ottenuto nuove informazioni secondo cui la Russia starebbe pianificando un attacco che verrebbe poi attribuito all’Ucraina per giustificare un intervento nel paese, forse già la prossima settimana: è stato indicato mercoledì come possibile giorno. Proprio tali informazioni su un’operazione false flag sarebbero state al centro della riunione convocata giovedì scorso nella Situation Room della Casa Bianca e avrebbero indotto l’amministrazione Biden a invitare gli americani a lasciare subito l’Ucraina.

Intanto la Marina militare russa ha avviato ieri esercitazioni marittime nel Mar Nero e non lontano dalle coste della Crimea. Oltre 30 navi della flotta russa del Mar Nero hanno lasciato le loro basi a Sebastopoli e Novorossijsk per esercitazioni il cui scopo è “difendere la costa della penisola di Crimea, le basi delle forze della flotta del Mar Nero, nonché gli obiettivi economici di rilievo, le comunicazioni marittime e le aree di attività economica marittima dalla possibile minaccia militare di un nemico”, ha annunciato il distretto militare meridionale della Federazione russa, precisando che si tratta di manovre parte di una serie più ampia di esercitazioni annunciate dalla Marina russa a gennaio in più teatri e che coinvolgono oltre 140 navi da guerra.

Vladimir Putin

Il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato al telefono con Putin, a cui ha detto che «un dialogo sincero è incompatibile con l’escalation di tensioni in Ucraina». Il colloquio telefonico tra i due leader durato circa un’ora e 40 minuti, ben più dei 62 minuti tra Biden e Putin. Macron e Putin hanno espresso la volontà di portare avanti il dialogo sulle modalità per proseguire nell’attuazione degli accordi di Minsk per il Donbass. Putin ha puntato il dito contro le speculazioni provocatorie su presunti piani della Russia di invadere l’Ucraina fatte circolare da Usa e Nato, a suo avviso pretesto per continuare una massiccia consegna di armi verso Kiev.

Alla luce delle crescenti tensioni, nel corso della riunione di coordinamento sulla situazione in Ucraina presieduta alla Farnesina dal ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, è stato deciso di far rientrare il personale non essenziale della nostra sede diplomatica a Kiev, che resterà in ogni caso pienamente operativa. Lo ha comunicato la Farnesina. I connazionali sono invitati a lasciare temporaneamente il paese con i mezzi commerciali disponibili e a posticipare tutti i viaggi non essenziali verso l’Ucraina. Simili decisioni sono state prese da Francia, Germania, Regno Unito, Belgio e altri Paesi.