Campionessa mondiale di scatto di reni e vittorie sul filo di lana. Questa è l’Unione europea. Sembra sempre sull’orlo del fallimento, poi magicamente quando tutti l’aspettano al varco si riscatta. È il gusto che lascia in bocca l’esito europeista delle elezioni politiche in Moldavia. L’ex repubblica sovietica che conta molti meno abitanti del Comune di Roma (2,3 milioni) sembrava agli occhi di molti osservatori internazionali il contesto perfetto per far prevalere politicamente influenze e posizioni filo-russe. E invece l’europeista Partito d’Azione e Solidarietà guidato dalla Presidente Maia Sandu ha doppiato (50,16%) il filo-russo Blocco Patriottico (nomen omen?), fermo al 24,26%.
L’impressione a caldo con le ultime fasi dello scrutinio ancora in corso e con la Sandu che parlerà tra qualche ora, però, è che nella popolazione moldava la preoccupazione per le recenti incursioni russe sugli spazi aerei di molti Paesi Nato e la paura crescente di un conflitto ibrido troppo spesso senza responsabili potrebbe aver spostato molti voti verso le posizioni europeiste. Non ci si illuda, però, che il Paese abbia imboccato con forte decisione la via per Bruxelles e Strasburgo. Anzitutto perché l’affluenza al voto è stata di appena il 52%, e dunque solo un Moldavo su quattro è andato effettivamente a votare scegliendo il partito della Sandu. In secondo luogo la maggioranza in Parlamento non sarà affatto schiacciante: in termini di seggi sarà un 53 a 48 (maggioranza vs. opposizioni), o al massimo un 55 a 46. Perciò l’esito del voto di Chisinau è solo un primo, significativo passo.
«Il voto della Moldova è un chiaro sì a un futuro europeo» ha commentato l’Alta rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Kaja Kallas. Che poi accusa: «Nonostante gli enormi sforzi della Russia per diffondere disinformazione e comprare voti, nessuna forza puo’ fermare un popolo impegnato a favore della libertà. Siamo a fianco della Moldavia nel suo percorso verso l’Ue». Parole sante. Ma non sono tempi per adagiarsi sugli allori con una vittoria di misura in un piccolo paese. La verità è che ci si accontenta. Per consolazione.





