Esteri

I regali di Natale a Kiev: caldo e luce. Ma la pace resta un miraggio

14
Dicembre 2022
Di Giampiero Gramaglia

La conferenza che doveva avvicinare la pace assicura agli ucraini gli strumenti per affrontare l’inverno più duro delle loro vite, mentre Joe Biden s’appresta a mandare a Volodymyr Zelensky dei Patriot, missili che rafforzeranno le difese di Kiev contro la pioggia di ordigni che da due mesi cade, giorno dopo giorno. sulle città ucraine.

Di pace, neppure l’ombra. Anzi, le dichiarazioni di Zelensky – “Con la morte di Putin, la guerra finirebbe” – e del Cremlino – “I passi verso la pace di Kiev alzano il livello delle ostilità” – non lasciano presagire spiragli di trattative. Mosca respinge l’ipotesi di negoziati in Vaticano, dopo che il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, lo aveva definito “un luogo adatto al dialogo”.

E le cronache, mattina dopo mattina, si ripetono sempre uguali: anche mercoledì mattina, esplosioni sono state avvertite all’alba a Kiev, nel distretto di Shevchenkivskyi. Il sindaco Vitalii Klitschko informava la cittadinanza che i servizi di emergenza stavano confluendo sul posto, senza fornire ulteriori dettagli. E a Kherson, liberata un mese fa dall’occupazione russa, la popolazione subisce ancora bombardamenti ed è vittima di trappole esplosive lasciate dalle forze d’invasione.

Una colletta di successo: un miliardo di euro, invece di 800 milioni
Alla conferenza di Parigi, il presidente ucraino chiedeva aiuti per 800 milioni di euro: soldi che serviranno a superare un inverno di disagi per le popolazioni civili, al gelo e al buio, spesso senza acqua, gas, elettricità. Le decine di Paesi presenti ai lavori, insieme a organizzazioni internazionali umanitarie – in tutto, una settantina di delegazioni -, hanno largamente superato l’obiettivo: “Siamo intorno al miliardo di euro”, poteva annunciare a chiusura della conferenza la ministra degli Esteri francese Catherine Colonna. Dall’Italia, sono giunti 10 milioni: l’impegni è stato preso dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha di nuovo denunciato “una guerra folle”.

Fra i bisogni più urgenti degli ucraini per affrontare l’inverno, ci sono i generatori, divenuti cruciali per ripristinare luce e riscaldamento, mentre le infrastrutture energetiche continuano ad essere bersaglio dei russi. “L’Ucraina non è sola”, aveva assicurato Macron aprendo i lavori in mattinata; e Zelensky, parlando in videoconferenza da Kiev, sollecitava interventi d’emergenza per l’energia; e assicurava che l’Ucraina riconquisterà la sua sovranità e la sua integrità territoriale.

Nella testimonianza di uno dei responsabili della produzione elettrica ucraina, raccolta dalla Cnn, l’Ucraina, nonostante l’handicap di temperature sottozero, prova a ripristinare gli impianti colpiti più in fretta di quanto i missili russi non riescano a metterli fuori uso.

In conferenza stampa, in un centro congressi non lontano dalla Torre Eiffel, la ministra Colonna, che aveva a fianco il premier ucraino Denys Shmyhal, ha precisato che “415 milioni sono destinati all’energia, 25 all’acqua, 38 all’alimentazione, 17 alla salute, 22 ai trasporti; e ci sono 493 milioni ancora da attribuire”. Shmyhal ha ricordato che i raid russi con droni, aerei e missili hanno distrutto circa il 40-50% della rete energetica ucraina, ma con i nuovi aiuti ora annunciati “il nostro Paese non sprofonderà nel buio”. E il premier ucraino s’è rallegrato per il “potente segnale” di sostegno venuto dal “mondo civilizzato”; e ha quindi espresso “riconoscenza a tutti quei Paesi che restano nostri alleati in tempi bui”.

Per Shmyhal, “dopo otto ondate di attacchi missilistici contro il Paese, tutte le centrali termiche e idroelettriche hanno danni” e il governo è costretto a scegliere chi avrà la luce e chi no, a Natale e durante le feste di fine anno. L’elettricità sta gradualmente tornando a Odessa, anche se, all’inizio della settimana, 300 mila persone erano ancora senza energia elettrica.

La presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen ha da parte sua ricordato che i 27 dell’Ue si sono globalmente impegnati a fornire a Kiev aiuti pari a 18 miliardi di euro nel 2023 ed ha annunciato l’acquisto di 30 milioni di lampadine Led a beneficio dell’Ucraina mentre l’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’Energia atomica, che ha una squadra di tecnici stabilmente installata nella centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dai russi dall’inizio dell’invasione e perennemente contesa, invierà missioni per cercare di mettere in sicurezza anche altre quattro centrali nucleari ucraine.

Tajani ha assicurato che “l’Italia è pronta a fare la sua parte per aiutare la popolazione ucraina”. Ed ha aggiunto: “Non è soltanto una questione militare”, ricordando che Roma ha già “inviato decine e decine di tonnellate di materiale elettrico, di trasformatori, di commutatori, per permettere all’Ucraina di avere una rete elettrica funzionante durante l’inverno e per consentire il riscaldamento dei civili”. Sul piano finanziario e umanitario, l’Italia ha complessivamente fornito finora 310 milioni di euro a titolo bilaterale.

Alle mosse finanziarie e militari occidentali, il Cremlino, secondo il quotidiano russo Vedomosti, s’appresta a rispondete con un colloquio entro fine anno tra i presidenti russo Vladimir Putin e cinese Xi Jinping. L’illazione è stata poi confermata dal portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, senza però precisare il giorno. Il dialogo Putin – Xi crea imbarazzo in Occidente, dove si sperava che Pechino avesse preso qualche distanza da Mosca: “Mi auguro – commenta Tajani – che la Cina giochi la parte di protagonista della pace. Ci auguriamo che Xi spinga Putin a ritirare le sue truppe dall’Ucraina ed a fare cessare il fuoco: è l’unica possibilità che la Russia ha di arrivare alla pace”.

Soldi e cannoni, un mix senza diplomazia
Gli aiuti all’Ucraina decisi dalla conferenza di Parigi sono complementari a quelli militari: soldi e cannoni, un mix senza diplomazia, che non prelude alla pace. L’invio dei Patriot, che sarà ufficializzato a breve, dovrebbe essere attuato in tempi stretti: i missili giungeranno in Europa entro fine anno e i militari ucraini saranno addestrati ad usarli nella base Usa di Grafenwoehr in Germania. La mossa metterà di fatto l’Ucraina al riparo dalla pioggia di fuoco russa, ma susciterà prevedibilmente l’irritazione di Mosca, che vedrà così spuntato lo strumento con cui contava di mettere in ginocchio Kiev, infliggendo sofferenze insostenibili al popolo ucraino.

La decisione dell’Amministrazione Biden segue una telefonata, domenica, tra Biden e Zelensky. L’ucraino ha ringraziato lo statunitense per l’ultimo pacchetto da 275 milioni di dollari in assistenza alla sicurezza – leggasi, fra l’altro, armi – e per il sostegno “senza precedenti” offerto dagli Usa (e dall’Occidente) alla sovranità dell’Ucraina di fronte all’invasione russa.

Nella telefonata, Biden – recita una nota della Casa Bianca – avrebbe “accolto con favore l’apertura del presidente ucraino a una pace giusta basata sui principi fondamentali della carta dell’Onu” – usiamo il condizionale perché, in realtà, da Zelensky non è venuta nessuna apertura -. Biden ha anche sottolineato che gli Usa, negli aiuti all’Ucraina, “danno priorità a rafforzare la difesa aerea”, mentre continuano attacchi russi su infrastrutture cruciali.

G7 e Ue, i prodroni a ‘Solidali con il popolo ucraino’
Intitolata ‘Solidali con il popolo ucraino’, la riunione di Parigi era chiamata a dare risposte “concrete” di “brevissimo termine”, in modo “complementare” rispetto a precedenti analoghi incontri internazionali, come quelli di Varsavia o di Lugano, concepiti per preparare la ricostruzione dell’Ucraina in tempi più lunghi e, sostanzialmente, a guerra conclusa. L’obiettivo della riunione era di garantire “la resilienza delle infrastrutture ucraine in cinque settori chiave: accesso all’energia, accesso all’acqua, agroalimentare, salute e trasporti”.

Alla vigilia della conferenza, lunedì, l’Ue aveva deciso di incrementare di 2 miliardi di euro il suo European Peace Facility, lo strumento utilizzato per finanziarie l’assistenza militare europea all’Ucraina. Invece, i leader del G7, riuniti per un vertice virtuale, avevano annunciato la creazione di una loro “piattaforma” incaricata di “coordinare l’aiuto finanziario all’Ucraina”, secondo quanto riferito dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, presidente di turno del consulto. Gli aiuti a Kiev – aveva detto Scholz, dopo la riunione – avranno una dimensione molto grande, persino equiparabile al ‘piano Marshall’ dopo la Seconda Guerra Mondiale.

In parallelo a ‘Solidali con il popolo ucraino’, sempre a Parigi c’è stata una conferenza bilaterale franco-ucraina “per la resilienza e la ricostruzione”, presenti i rappresentanti di circa 500 imprese francesi convocate al ministero dell’Economia: l’obiettivo, rafforzare l’impegno del settore privato nel sostegno d’emergenza e nella ricostruzione dell’Ucraina. La First Lady ucraina Olena Zelenska, in visita a Parigi, è stata ricevuta lunedì all’Eliseo dalla première dame di Francia Brigitte Macron –  hanno parlato di aiuti alla ricostruzione di ospedali -. Le due signore, martedì, hanno poi visitato una scuola parigina che accoglie bimbi in fuga dalla guerra.