Esteri

Ucraina: punto, guerra stanca, intreccio di crisi, agenda di incontri

03
Agosto 2023
Di Giampiero Gramaglia

La guerra in Ucraina è divenuta un intreccio inestricabile di crisi e di conflitti, dal Donbass al Niger, dal Mar Nero al Mar cinese meridionale passando per il Golfo Persico, mentre missili russi cadono sulle città ucraine, facendo vittime civili, e droni ucraini colpiscono a più riprese Mosca e obiettivi in territorio russo e in Crimea – “La Russia dovrà abituarsi”, dicono le fonti di Kiev -. Di quel che avviene al fronte, si sa poco; e nulla di certo: la controffensiva, che pareva essersi intensificata, non dà risultati tangibili: la centrale nucleare di Zaporizhzhia resta al centro delle ansie d’Europa, i russi la minano, gli ucraini cercano di riprenderla. Gli Usa ribadiscono di non incoraggiare gli attacchi sul suolo russo; però, essi avvengono con armi e strumenti da loro – direttamente o indirettamente – forniti.

Il colpo di Stato nel Niger è un altro atto dello scontro per l’influenza in Africa, dove la Cina avanza con le infrastrutture e la Russia coi Wagner. Il Cremlino nega un ruolo in quanto accade a Niamey, ma l’assalto all’ambasciata di Francia, potenza coloniale non proprio ‘ex’, e i cori ‘Viva Putin’ danno un’idea dell’orientamento degli insorti, in un’area dove la democrazia resta un concetto abbastanza astratto. Per accreditarsi nel Continente, il presidente russo promette grano gratis a 6 Paesi africani. Ma non è chiaro quanto e quando le promesse fatte al Vertice russo-africano di San Pietroburgo potranno essere mantenute.

Gli Stati Uniti rafforzano l’apparato militare nel Golfo Persico: segno di peggioramento dei contrasti tra Washington e Teheran, anche per i droni iraniani forniti alla Russia e utilizzati nel conflitto. Migliaia di marines, appoggiati da aerei e unità da combattimento, stanno lentamente consolidando la presenza nell’area. Le guerre degli Usa nella Regione, dall’Iraq all’Afghanistan, sono chiuse, ma la diatriba sul programma nucleare iraniano continua a deteriorarsi e non ci sono soluzioni in vista.

La Cina, che ufficialmente è neutrale nel conflitto ucraino, e che in primavera ha anche abbozzato una mediazione, spalleggia di fatto la Russia: non condanna l’invasione, non adotta le sanzioni, afferma il principio del rispetto dell’integrità territoriale di tutti gli Stati, ma non precisa quali siano i confini dell’integrità territoriale ucraina. Pechino, però, come scrive su AffarInternazionali.it l’analista Una Aleksandra Bērziņa-Čerenkova, ha un tabù che indica a Mosca: niente ricorso all’arma nucleare.

Difficile che il gomitolo di crisi si sciolga nelle prossime settimane. Diplomaticamente, l’attenzione è già proiettata sul Vertice dei Brics che si farà a Johannesburg, in SudAfrica, dal 22 al 24 agosto. L’appuntamento fra Brasile, Russia, India, Cina e SudAfrica si colloca nell’ottica della definizione di un nuovo ordine mondiale non più ‘Occidente centrico’, ma potrebbe anche produrre mosse verso la pace in Ucraina.

Due settimane dopo, sarà già tempo di G20: il 9 e 10 settembre in India a Nuova Delhi. La coesione del consesso è fin qui apparsa molto fragile sul conflitto in Ucraina; ma l’evento è sempre occasione di un fitto intreccio di contatti bilaterali. Dopo il G20, si salterà al G7 in Puglia nella seconda metà di giugno del 2024: le relazioni con la Cina e l’Africa saranno certamente in agenda; e una priorità sarà pure la ricostruzione dell’Ucraina, nella speranza che il conflitto si sia allora concluso.

Cronache dal fronte: degli schizzi, non un affresco

Un centinaio di mercenari del gruppo Wagner attualmente di stanza in Bielorussia si sono spostati verso il corridoio di Suwałki, che collega la Polonia agli Stati baltici e separa la Bielorussia e l’area di Kaliningrad della Russia. La mossa fa scattare campanelli d’allarme a Varsavia.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha visitato a sorpresa una delle posizioni avanzate conquistata vicino a Bakhmut dalle forze speciali nella controffensiva ucraina. Su quel fronte, scrive il Financial Times, l’esercito ucraino ha utilizzato contro le postazioni russe razzi fabbricati in Corea del Nord: un paradosso, perché Pyongyang è alleata di Mosca. Le fonti ucraine spiegano che i razzi erano stati “sequestrati” da un Paese amico su una nave cargo e poi consegnati a Kiev.

Parlando dell’avanzata delle sue truppe, lo Stato Maggiore ucraino riconosce: “Il nemico s’aggrappa
a ogni centimetro di terreno, con un intenso fuoco di artiglierie e mortai”.

Fronte negoziati, dichiarazioni oltranziste, aspettando Zuppi a Pechino

Nell’attesa della quarta tappa della missione di pace vaticana affidata al cardinal Matteo  Zuppi, che è già stato a Kiev, Mosca, Washington e che deve andare a Pechino, Papa Francesco, da Lisbona,.  denuncia che “mancano rotte coraggiose” verso la pace. Putin, al vertice con l’Africa, ribadisce che il conflitto in Ucraina può essere “risolto con i negoziati”, ma sostiene che la controparte “si rifiuta di trattare per garantire uguale sicurezza a tutti, compresa la Russia”. Il leader del Cremlino ripete che il conflitto nasce dalla “creazione di minacce alla sicurezza russa da parte di Usa e Nato”. Ma, intanto, torna a sollecitare la mediazione turca per ripristinare la ‘pace del grano’.

Al Vertice di San Pietroburgo, Putin ha firmato accordi di cooperazione tecnico-militare con oltre 40 Stati africani. Inoltre, Mosca promette oltre 90 milioni di dollari agli alleati africani: cancella debiti per  23 miliardi di dollari e fornisce sostegno militare.

A Kiev si accentua la rottura con la chiesa ortodossa del patriarca Kirill: il presidente Zelensky firma una legge che sposta la festività del Natale dal 7 gennaio – come in Russia  – al 25 dicembre, come in tutto l’Occidente cristiano.

A Washington, i diplomatici di Mosca descrivono alla Cnn le relazioni russo-americane come “praticamente inesistenti” dopo la decisione dell’Amministratore Biden di fornire agli ucraini ordigni a frammentazione.