Cultura / Esteri

Chiodo scaccia chiodo

22
Novembre 2023
Di Gianni Pittella

È una frase che ricorre nella storia. L’applicazione alle situazioni amorose è senza dubbio la più conosciuta. Il significato è chiaro: ogni preoccupazione passa in secondo piano nel momento in cui una nuova preoccupazione ne prende il posto.

La uso per significare il continuo quasi quotidiano fronteggiare nuove emergenze che subentrano e spesso surclassano quelle che sino a 24 ore prima erano considerate grandi e pressanti priorità.
Questo avviene oggi e non da oggi: la cultura della emergenza e il potere dell’immediato prevalgono sulla visione, sulla strategia, sulla programmazione.

E tutto appare e diventa spezzettato, incompleto, improbabile. E noi ne traiamo sfiducia, introflessione, riduciamo o annulliamo la voglia di investire, di progettare, di creare cose nuove.

Porto un esempio: giorni fa la Presidente della Commissione Europea ha fatto il punto sul processo di adesione alla UE di Ucraina, Moldova e Georgia. Un processo che, per quanto possa essere accompagnato da tenace e piena volontà positiva, non avverrà in un mattino perché l’acquisizione delle regole e del modello comunitario non si realizza in un giorno.

Prima che per Ucraina, Georgia e Moldova, i negoziati sono partiti per i Paesi dei Balcani occidentali che rappresentano una area essenziale negli equilibri geopolitici mondiali e pure quelli segnano uno stallo.
Non parlo della Turchia perché aprirei un dibattito molto più ampio ma un giorno o l’altro dovremo pur chiederci che senso ha tenere mezza aperta una porta da decenni sapendo che non si chiuderà mai un accordo.

La Ministra serba per la integrazione europea Tanja Miscevic ha dichiarato recentemente che la Ue ha perso il “Momentum“, rispetto al progetto di allargamento ai Balcani e ha aggiunto che il sentimento pro europeo in quei Paesi sta declinando.

Le sue parole saranno anche tattiche, sappiamo bene quali siano i legami tra Serbia e Russia ( la dipendenza dal gas russo è altissima ), ma non c’è dubbio che l’affievolimento della priorità Balcani nella UE e della priorità Europa nei Balcani è un dato reale e a mio parere preoccupante.

Oggi la carneficina a Gaza dopo l’efferato attacco terroristico di Hamas ha preso il sopravvento sulla invasione russa della Ucraina, sui Balcani, sull’Africa (gravissimo il silenzio europeo su ciò che sta avvenendo in Sudan).

Capisco bene e non sottovaluto il dramma che vivono israeliani e palestinesi, e le potenzialità espansive del conflitto. Ma siamo sempre nella logica del chiodo scaccia chiodo, nella dittatura dell’immediato.

Ciò che servirebbe è riacquisire una capacità di visione che sappia affrontare le emergenze senza trascurare il disegno complessivo.

La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, a parer mio ha operato bene e la maggioranza che la sostiene sarà verosimilmente consolidata e ampliata dalle elezioni di giugno.

Recuperi il “Momentum” sui Balcani occidentali, anche aiutando a risolvere positivamente i rapporti tra Serbia e Kossovo, e insista nel progetto di adesione di Ucraina, Georgia e Moldova.

Naturalmente avendo ben chiaro che un UE ancor più allargata non può prescindere dal cambio delle regole di funzionamento a partire dalla eliminazione del voto alla unanimità che rappresenta un potere di veto inaccettabile per una istituzione che funzioni e decida .