Economia
Dazi: l’accordo USA-Cina pausa rilassante prevertice che gasa le Borse
Di Paolo Bozzacchi
Ognissanti sarà festa doppia? L’alba dell’incontro Trump-Xi è soleggiata e promette bene, perché l’amministrazione USA e il governo cinese hanno raggiunto un accordo quadro preliminare che eviterebbe la paventata imposizione americana di un dazio generalista del 100% sulle importazioni cinesi, con efficacia dal primo novembre. L’incontro di giovedì in Corea del Sud tra Xi e Trump sarà decisivo.
Cosa prevede l’accordo preliminare
La Cina si è impegnata a rinviare di un anno l’applicazione di controlli all’export sulle terre rare e magneti critici e accettato di riprendere ad acquistare soia dagli Stati Uniti, settore fortemente colpito dal conflitto commerciale. L’amministrazione Trump ha annunciato dal suo canto che la tregua tariffaria – cioè la sospensione di escalation potrebbe essere estesa oltre la prevista scadenza del prossimo 10 novembre. L’accordo è comunque ancora preliminare: molte clausole richiedono approvazione interna nei due Paesi prima di diventare operative. Ma le Borse e i bitcoin già festeggiano. La criptovaluta-guida ha superato quota 115mila dollari di valore, balzando del 3,61% e tornando ai livelli dello scorso 10 ottobre. Ritrovando a portata la quotazione record di 124mila dollari fatto segnare lo scorso 6 ottobre
Donald The Accordion
Non equivocate. Accordion in inglese sta per fisarmonica. Da eccellente businessman qual è, il Presidente USA continua la sua postura internazionale dinamica, a seconda delle esigenze interne. La brasilianizzazione della società americana col caro prezzi che agita la working class e i costi per le imprese in forte aumento impongono l’obiettivo di riportare a casa posti di lavoro, crescita e sviluppo. Ne consegue una politica di trattativa ad oltranza sui dazi con il resto del mondo, che favorisca il moltiplicarsi di imprese multinazionali pronte ad investire su stelle e strisce. I numeri economici continuano a dare ragione a Trump e a mostrare resilienza interna. La crescita del Pil degli Stati Uniti nel secondo trimestre di quest’anno ha toccato quota +3,8% (il quadruplo dell’Italia), l’inflazione resta fredda e controllata attorno al 2%, la disoccupazione bassa attorno al 4%. La fisarmonica continua a suonare una melodia piacevole. Xi permettendo.





