Economia

Cina: riprende export metalli rari, ma non per l’Unione europea

10
Novembre 2025
Di Paolo Bozzacchi

Altro che Houston. Pechino, abbiamo un problema. La Cina ha sospeso il divieto di export verso gli USA di metalli rari indispensabili per la transizione digitale ed energetica. Ma continua ad escludere l’Unione europea da questa riapertura. I settori impattati sono: semiconduttori (chip a banda larga, pannelli solari. LED) e difesa (radar, munizioni, missili). I prodotti che ne beneficiano sono, tra gli altri, batterie per auto elettriche, cavi per fibre ottiche e sensori a infrarossi. Stiamo parlando dell’antimonio, del gallio, della grafite e del germanio. E’ un segnale fortissimo di distensione del conflitto commerciale che attanaglia le due superpotenze mondiali (Pechino e Washington), perché la Cina controlla il 70% della raffinazione globale di terre rare e materiali critici ma impatta indirettamente sul commercio globale. La prima mossa dopo il vertice di Busan dello scorso 30 ottobre, anche se lo sblocco è un provvedimento che era già previsto da Pechino ancor prima del secondo insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Un allentamento della tensione che ribadisce il concetto di come la necessaria interdipendenza tra le prime due economie mondiali sembri al momento prevalere sulle schermaglie commerciali. Ora si attendono decisioni sulla riapertura dei mercati agricoli e azioni che dimostrino lato cinese l’aver imposto un argine al flusso di fentanyl verso gli Stati Uniti, lato americano la riduzione dell’aumento tariffario sulle importazioni cinesi.

Il ban cinese verso l’Unione europea continua
Dal punto di vista strategico la Cina vuole giocare su due tavoli. Continua l’esclusione dell’Unione europea dal raggio di destinazione di terre e metalli rari. Bruxelles al momento nicchia e resta cauta. Un portavoce della Commissione europea ha commentato la decisione di Pechino come «passo appropriato e responsabile». Ma sul punto non ci puo’ essere alcuna soddisfazione. E’ evidente. L’Europa resta fortemente dipendente dalle materie prime cinesi, e ci vorrà tempo prima che il Critical Raw Materials Act produca gli sperati effetti. A questo punto non resta all’UE che accelerare le trattative dirette con Pechino per seguire la scia. Libero commercio internazionale cercasi.