Cultura

“L’esistenza umana è un’amicizia inesauribile” – Intervista a Bernhard Scholz, Presidente Fondazione Meeting per l’Amicizia fra i popoli

10
Agosto 2023
Di Pietro Cristoferi

Parlare di amicizia come linfa vitale dell’esistenza umana. Questa la sfida del Meeting di Rimini 2023 che parte il prossimo 20 agosto. Come ogni anno tanti gli incontri, le mostre e gli eventi del palinsesto della kermesse legata al mondo di Comunione e Liberazione che girano attorno a questo tema; quest’anno anche con la straordinaria presenza del Presidente Sergio Mattarella a chiudere la settimana. Bernhard Scholz, Presidente della Fondazione Meeting per l’amicizia fra i popoli, racconta quali sono le sfide e le proposte del Meeting, dove l’amicizia, il dialogo e il confronto possono essere le leve per affrontare tutti i temi di attualità: dalla politica, ai conflitti internazionali fino al dialogo sull’arte e sul futuro delle giovani generazioni.

L’Esistenza Umana è un’amicizia inesauribile, qual è la sfida del titolo del Meeting di Rimini di quest’anno? In un’epoca di divisioni come quella che stiamo vivendo, qual è la proposta e la portata del Meeting?

In un mondo segnato da una crescente conflittualità e da un individualismo sempre più indifferente, vogliamo proporre la testimonianza di relazioni positive e rapporti creativi, che contribuiscono alla costruzione di un bene comune. L’amicizia è un dono che non possiamo “fare” noi: quando accade, però, va accolta con gratitudine, ma anche con responsabilità. Solo così si può allargare fino a diventare amicizia sociale, fermento di ogni società veramente civile. Al Meeting avremo ospiti che ci racconteranno come è possibile persino in situazioni di guerra e di povertà creare delle amicizie che danno speranza e incoraggiano ad affrontare e non solo subire queste circostanze tremende. Ma parleremo anche delle relazioni nel mondo del lavoro che riescono a valorizzare i talenti ed orientare gli sforzi verso il bene di tutti.

Quest’anno sarà presente al Meeting il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, qual è l’importanza della sua presenza al Meeting di quest’anno?

Per noi è un grande onore poter ricevere la visita del Presidente della Repubblica. Penso che sia un riconoscimento del contributo che il Meeting vuole dare al dialogo e alla condivisione di valori che possono orientare la vita sociale, economica e politica, non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale. Il Meeting si svolge in Italia e rispecchia in qualche modo la cultura dell’accoglienza e della creatività che caratterizza questo nostro Paese: cultura che rappresenta una grande risorsa per l’Europa stessa, ma non solo. Siamo in attesa delle parole del Presidente, che sicuramente ci aiuteranno ad allargare le prospettive del nostro impegno.

Lo scorso anno il Meeting si teneva per la prima volta molto vicino alle elezioni politiche, con una campagna elettorale già nel vivo. Quest’anno i politici invece sono chiamati a confrontarsi sul tema di concetto del Meeting. Che ruolo può avere l’amicizia, secondo lei, nel dibattito politico contemporaneo nazionale e internazionale?

L’amicizia è una fonte che alimenta e rafforza il dialogo, il confronto responsabile, il compromesso nobile: tutti elementi necessari per una politica autentica. In questo senso, l’amicizia può aiutare a superare una polarizzazione spesso strumentale del dibattito pubblico. E può aiutare anche a rendere meno conflittuali i rapporti internazionali. Quando ci si incontra, ci si conosce meglio; e quando ci si conosce meglio, spesso nasce anche una stima reciproca che facilita la ricerca del bene comune, perché mette al centro uno scopo condiviso e non ciò che divide. Per questo cerchiamo di favorire il più possibile gli incontri personali anche su temi complessi.

Ci troviamo ancora nel pieno conflitto in Ucraina anche se il mondo sembra cambiato radicalmente da quel Febbraio 2022. Il Cardinal Zuppi, che è inviato del papa per la pace in Ucraina, sarà ospite in un incontro sull’enciclica “Fratelli Tutti”, quale pensa sia la sfida che il Meeting di Rimini può lanciare?  

La sfida è duplice. Prima di tutto, occorre comprendere che la fratellanza, l’amicizia sociale, le buone relazioni dipendono da ognuno di noi. Fare appelli agli altri senza essere protagonisti noi stessi di un cambiamento non tiene conto del fatto che io sono giorno per giorno costruttore di un pezzo di umanità. Per questo portiamo nell’incontro sulla “Fratelli tutti” quattro testimonianze di “amicizia operativa”. Poi, secondo il livello di responsabilità che ci è affidato, abbiamo anche il dovere di creare possibilità di dialoghi e di incontri a livello pubblico e politico, nazionale e internazionale. Papa Francesco e il cardinale Zuppi lo fanno con un impegno straordinario ed esemplare, che invita anche noi a proseguire con ancora maggiore dedizione nelle realizzazioni di dialoghi fra culture, religioni e popoli.

Il Meeting è dialogo e confronto ma anche arte e cultura. Quest’anno avete deciso di portare una mostra dedicata al Maestro Burri e una dedicata ai giovani artisti impegnati sull’arte contemporanea, realizzata con Micol Forti da un progetto di Giovanni Caccamo. Secondo lei qual è la potenzialità dell’arte nella costruzione e nella diffusione di un messaggio? 

L’arte ci porta la bellezza e la bellezza è un linguaggio universale, che unisce anche le persone più distanti. L’arte è sempre testimonianza di un’esperienza di vita e tocca le corde più profonde del nostro cuore. E più andiamo a scoprire le domande e i desideri più veri, più scopriamo che sono proprio queste domande che ci accomunano, che in qualche modo ci uniscono. È questa la ragione per cui il Meeting, che si chiama “Meeting per l’amicizia fra i popoli”, ha sempre, fin dal suo inizio, valorizzato l’arte e la bellezza. Tante mostre del Meeting ancora oggi, nella loro forma itinerante, sono al centro di incontri in Italia e all’estero.

Giovani generazioni, tanti gli appuntamenti sul tema, principalmente legati al lavoro. Il Meeting da sempre è stato molto sensibile alle tematiche giovanili. Quali pensa siano oggi le sfide più importanti per i giovani? Cosa genera loro le principali inquietudini? E cosa, invece, incentiva il loro entusiasmo?

La situazione geopolitica, i cambiamenti climatici, la digitalizzazione con le sue opportunità e i suoi rischi mettono le giovani generazioni davanti a tante incertezze. Non pochi vivono una solitudine esistenziale che rende difficile la scoperta della grandezza della propria vita, del valore profondo delle relazioni e di una sana curiosità per la realtà e il suo significato. Ciò che entusiasma i giovani, invece, è l’invito ad un’amicizia che li accoglie con una proposta di vita, con una idealità che rende affascinante l’esistenza stessa e lo sviluppo dei propri talenti. Questo è l’entusiasmo che si vede nei giovani volontari del Meeting. I giovani hanno l’urgenza di scoprire la propria vita come vocazione.

Il Meeting è nato più di 40 anni fa da un’amicizia, cosa resta oggi di quel legame tanto che vi porta a scommetterci nel titolo di quest’anno? E quali propositi per la società civile si sente di lanciare partendo dai padiglioni della fiera di Rimini?

Il Meeting è nato da un gruppo di amici che desiderava condividere i suoi ideali, la curiosità di conoscere, la sua apertura all’altro. E ogni anno rinasce da questa rete di amicizia che si allarga sempre di più e coinvolge nuove generazioni. Mostre, spettacoli e convegni sono tutti frutti di relazioni e rapporti che vogliono contribuire ad una vita buona e vera di più persone possibili. In un certo senso, la società civile nasce e rinasce da iniziative piccole o grandi che vogliono condividere il bene che incontrano e comunicare la bellezza che scoprono.

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