Cultura

La santificazione della camorra: sequestrate cappelle votive per i boss

22
Febbraio 2022
Di Mattia Silvestri

Non bastava l’inchino ossequioso delle processioni sotto le case dei boss di mafia e ‘ndrangheta. Da ieri dobbiamo sopportare anche le edicole votive della camorra a Napoli realizzate per celebrare i boss locali dell’Alleanza di Secondigliano, posizionate sempre abusivamente e anche in luoghi di interesse culturale, come una delle colonne portanti dell’antico acquedotto romano nel quartiere San Carlo Arena (zona Ponti Rossi). L’ennesimo sfacciato affronto allo Stato.

Di edicole votive ne sono state sequestrate ben 11 dai Carabinieri e della Polizia Municipale locale nel cuore della città partenopea e prontamente restituite al Comune di Napoli per multare a dovere i responsabili. Le indagini coordinate dal sostituto procuratore Alessandra Converso e dal procuratore di Napoli, Giovanni Melillo, erano partite dal sequestro di tre statue del ‘600 nella disponibilità delle famiglie Mallardo-Bosti-Contini.

Dagli accertamenti è emerso che le cappelle votive, costruite in periodi differenti, avevano tutte l’obiettivo di celebrare figure criminali, rappresentando anche concreta testimonianza della presenza dei clan sul territorio agli abitanti dei quartieri interessati.

“Fai il bravo, vai ad accendere un cero al boss, non ti mettere a copiare Gennaro Savastano di Gomorra!” la reprimenda più di moda nei quartieri. Un assurdo tutto italiano.

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