Cultura

Come il metaverso sta dialogando con la moda

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Aprile 2022
Di Vanessa Gloria

Nell’ultimo anno abbiamo assistito a una sempre maggiore popolarità dei Not Fungible Token e del Metaverso, basti pensare che Nft è stata una delle parole più usate lo scorso anno con una crescita pari all’11.000% solo nel Regno Unito. Con Metaverso invece, si intende l’estensione di Internet in una realtà che non sarà parallela alla nostra, bensì ibrida, fluida e interconnessa, un ecosistema digitale che comprende tutte le funzioni, le interazioni e le diverse anime di Internet. Definizione che deriva dal romanzo fantascientifico del 1992 di Neal Stephenson e dal titolo Snow Crash, dove l’avatar del protagonista vive una vita sociale e lavorativa parallela. Un’esperienza che è già da tempo in costruzione e che coinvolgerà innumerevoli settori. E negli ultimi tempi è nata anche una connessione tra il metaverso e la moda. Complice l’esperienza già avviata in occasione della pandemia, che ha visto le maison realizzare sfilate ed eventi esclusivamente in formato digitale, quest’anno oltre alle tradizionali “settimane della moda” organizzate nelle varie capitali (New York, Londra, Milano e Parigi), nella settimana dal 24 al 27 marzo, più di 50 brand del lusso hanno sfilato nel Metaverso insieme con nuovi marchi di 3D wearable. 

Un’esperienza tenutasi a Decentraland, una città virtuale in espansione, progettata dall’omonima no profit argentina nata nel 2015 e che si compone un pezzo alla volta, via via che investitori e imprese acquistano lotti di terra su cui inaugurare negozi, attrazioni e musei. Così è successo anche per Fashion Street, la via della moda di questo mondo 3.0.

Il Metaverso e la moda hanno iniziato a dialogare già da un po’, basti pensare agli smart glasses Ray-Ban Wayfarer realizzati da Meta e Luxottica e presentati a settembre, con cui è possibile condividere e pubblicare foto e video in tempo reale, così come fare chiamate, senza utilizzare lo smartphone.

Ma non solo, Balenciaga ha dichiarato di aver finalizzato un piano per traslare le sue creazioni nel digitale e ha lanciato una business unit proprio dedicata al Metaverso. 

Di fatti già nel 2019, quando ancora la pandemia non aveva fatto breccia sul digitale, il colosso Yoox aveva fatto ricorso all’intelligenza artificiale e alla realtà aumentata per la lanciare nuova frontiera dell’e-commerce permettendo agli utenti di creare il proprio avatar digitale con la funzionalità YooxMirror Reloaded e provare così abiti e accessori prima di comprarli.

Un percorso in rapida evoluzione, ma che pone delle domande. Se è pur vero che il filosofo Immanuel Kant pensava che il “bello è ciò che piace universalmente e senza concetto”, la società contemporanea ha ormai accettato che non esiste un’idea unica di bello, ma infinite bellezze, svariate unicità e dunque numerose identità. Pertanto, una volta che il confine tra mondo reale e virtuale è così impercettibile da risultare invisibile e il mondo è fatto di realtà ibrida che fine fa l’individualità? Come sarà possibile coniugare quello che quotidianamente guardiamo di noi allo specchio e ciò che abbiamo deciso di trasferire e di cambiare nel nostro avatar? In che modo interagirà quello che siamo con quello che di noi rappresentiamo? 

Sono tutti quesiti che troveranno sicuramente risposta con il tempo e l’abitudine e pur non essendo ancora totalmente chiara quale sarà l’evoluzione, l’investimento fatto in tecnologia e innovazione fa immaginare che l’unica strada sarà quella del progresso. Non una realtà distopica alla Black Mirror come molti immaginano,  ma un nuovo approccio alla quotidianità, che integrerà quello che siamo con quello che vogliamo essere immersi senza l’intermediazione di uno schermo all’interno di innumerevoli opportunità. E in effetti pensandoci, è esattamente quanto è stato già vissuto con l’avvento di internet e poi dei social network: chi ha saputo capire e dominare la trasformazione non è stato un visionario, ma piuttosto un vero conoscitore della realtà e delle innumerevoli sfumature che compongono l’essere umano.