Ambiente

Ultima generazione, il movimento ambientalista che ha paralizzato Roma

22
Giugno 2022
Di Daniele Bernardi

Nei giorni scorsi è diventato virale un filmato di un automobilista che, stanco e impaziente, tenta di investire con la propria auto una manifestante, seduta sull’asfalto del Grande Raccordo Anulare di Roma, con indosso un giubbotto catarifrangente e in mano uno striscione che recita “no gas, no carbone”.

Si tratta della manifestazione del movimento Ultima generazione che si è tenuta lo scorso 16 aprile. Ultima generazione è una campagna di disobbedienza civile nata dal movimento ambientalista Extinction Rebellion nel 2021 e oggi indipendente.

Il movimento chiede al governo di interrompere la riapertura delle centrali a carbone dismesse, di cancellare il progetto per la ricerca e l’estrazione di gas naturale e di procedere ad un incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW all’anno.

Le critiche contro il ministro Cingolani di aver disatteso le promesse sono forti e gli attivisti accusano il governo di stare strumentalizzando la guerra in Ucraina per giustificare i propri cambi di rotta sul processo di decarbonizzazione.

Il green, sostengono gli attivisti, non è solo più salutare ma anche vantaggioso economicamente: al di là dei nuovi posti di lavoro che genererebbero le infrastrutture della filiera, il rischio di desertificazione e la devastazione agricola italiana causata dai cambiamenti climatici hanno prodotto nel solo 2021 oltre 2 miliardi di euro di danni.

Non c’è più molto tempo, il Climate Clock posto sopra l’entrata del Ministero della Transizione ecologica segna meno di 8 anni al punto di non ritorno, da qui il nome del movimento: «Il governo deve sentirci, deve ascoltare la voglia di vivere dei cittadini italiani. Siamo l’Ultima Generazione che può cambiare le sorti di questa nazione».

Al termine della presentazione, sul sito, compare la scritta “basta gas, just look up”. Il riferimento è ovvio, gli attivisti citano il film ‘Don’t look up’ della piattaforma Netflix uscito lo scorso inverno: un racconto ironico ma allo stesso tempo di denuncia sociale sulla reazione ritardata e inconsapevolmente ottimista della popolazione mondiale davanti alla minaccia incombente di una cometa che precipita fatalmente sulla Terra (riferimento esplicito alla crisi climatica, sempre più impellente e sempre più ignorata).

È la stessa attivista che ha rischiato di essere investita, Chloe, a spiegare che quanto le è accaduto «è esattamente un’analogia di quello che sta succedendo nella nostra società. Stiamo continuando ad andare avanti con gli occhi chiusi, come se non succedesse niente mentre ci sono le nostre vite in ballo».

L’anno scorso «abbiamo perso un frutto su quattro, il 70% dell’olio, il 95% del miele», oggi «centinaia di migliaia di italiani vedranno l’acqua razionata entro la fine dell’anno» affermano da Ultima generazione. 

In effetti i dati sono chiari e preoccupanti: il nostro paese non aveva mai sperimentato delle temperature simili in questo periodo dell’anno e i nostri fiumi non avevano mai raggiunto livelli tanto bassi. Il livello del Po è del 30% più basso della media stagionale e già a marzo gli agricoltori del Nord erano stati costretti alle irrigazioni di soccorso. In Sardegna, lo scorso 18 giugno, la temperatura del suolo ha superato la soglia monstre dei 50 gradi.

Oltre Roma, Ultima generazione ha bloccato le strade di Mestre lo scorso 20 maggio, di Trento il 3 giugno e Massa Carrara, Milano e Padova il 10. I manifestanti sono tornati a bloccare le strade della capitale due giorni fa.

Il fenomeno ovviamente non si limita al solo panorama italiano: durante la finale degli ATP 500 di Halle, Lina Eichler, attivista di Letz Generation (Ultima generazione in tedesco), ha tentato di incatenarsi alla rete del campo da tennis e, prima di lei, l’attivista inglese Louis McKechnie si era legato il collo al palo della porta durante la partita di Premier League Everton-Newcastle.

Il movimento italiano fa sapere che non si fermerà e che terrà un dibattito aperto il prossimo 26 giugno, un’iniziativa organizzata assieme ai Fridays for future italiani (il movimento fondato da Gretha Thunberg che, tutti i venerdì prima della pandemia, portava i liceali nelle piazze a manifestare per il clima e contro l’inerzia dei governi).

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