Esteri

La Moldavia fronteggia la propaganda di Mosca con l’adesione all’Ue

12
Maggio 2022
Di Flavia Iannilli

La crisi in Ucraina è entrata nella seconda fase, quella della guerra di attrito. L’invasione russa non si limita a creare problemi nel territorio occupato, la preoccupazione è estesa anche ai paesi vicini, alla Moldavia in modo particolare. I riflettori sono rivolti in modo particolare sulla Transnistria. Proprio per questo motivo l’Unione europea ha stanziato 250mln di euro a beneficio della Moldavia soprattutto per gestire la crisi umanitaria di cui il paese si sta facendo carico.

A sostegno di questa tesi c’è la dichiarazione di questa mattina del Generale Graziano sul Corriere della Sera: “Le armi all’Ucraina sono anche per evitare che la Russia invada Georgia e Moldavia”. A fornire dettagli è la Presidente della commissione esteri del Parlamento della Repubblica della Moldavia, Doina Gherman, ascoltata mercoledì 11 maggio presso la commissione esteri alla Camera, che ha precisato la drammaticità del periodo in qualità di secondo paese più colpito, dopo l’Ucraina, dall’invasione russa.

La Moldavia dal 24 febbraio ha stimato il passaggio nel loro territorio di oltre 450mila rifugiati, di cui 90mila sono rimasti su suolo moldavo, il 50% di questi sono prevalentemente bambini minorenni nei casi più fortunati con le proprie madri. L’enorme mobilitazione umanitaria del paese ha ampio apprezzamento dagli stati europei e Gherman garantisce: «Continueremo ad offrire tutto il nostro appoggio, in questa seconda tappa ci rendiamo conto quanto sia importante l’integrazione sociale delle persone, dei bambini, la situazione sia per le banche che per gli enti che assumono queste persone».

La giornata del 9 maggio è stata una data spartiacque, durante la quale si temeva il maggior numero di bombardamenti, ma non solo. In Moldavia, soprattutto in Transnistria e Gagauzia, molti cittadini subiscono il fascino della propaganda russa. La presidentessa ha ammesso che circa 7mila uomini scendessero in strada festeggiando il giorno della vittoria.

Da questi piccoli ma significativi avvenimenti nasce la volontà di accelerare l’adesione all’Unione europea. l’impegno e la determinazione della Moldavia a entrare a farne parte viene espresso a chiare lettere dalla presidentessa Gherman: «Abbiamo inviato la prima parte del questionario per l’adesione all’Ue, ricevendo apprezzamenti per la conformità delle risposte date. Nei prossimi giorni manderemo la seconda parte. Questo dà prova di quanto siamo determinati e di quanto la Moldavia sia cosciente dell’opportunità offerta».

L’ambizione della Moldavia è forte, ma l’On. Di Stasio (M5S) pone sul tavolo due nodi importanti: l’approvvigionamento energetico e le forti fibrillazioni filorusse provenienti dalle regioni di Transnistria e Gagauzia che possono destabilizzare la situazione in ogni momento.

La verità sta nel mezzo, perché per quanto riguarda le risorse energetiche fino a settembre la Moldavia era fortemente dipendente dal gas russo, ma qualcosa è cambiato grazie all’inaugurazione di un nuovo gasdotto proveniente dalla Romania; lo stesso stato che aiuterà la Moldavia per l’approvvigionamento elettrico. Per quanto riguarda il petrolio, il discorso è differente, perché non c’è mai stata dipendenza da Mosca, anzi il rifornimento è sempre arrivato dai paesi europei.

Per la seconda tematica posta dalla Di Stasio c’è molta preoccupazione per la Gagauzia che ha una posizione abbastanza scomoda a causa della sua prossimità a Odessa. Nonostante i messaggi estremisti provenienti dalla zona abbiano carattere periferico, l’attenzione rimane alta per la profonda penetrazione della propaganda russa. In contrapposizione a questa pressione ci sono gli aiuti europei, di cui la Gagauzia è uno dei più grandi beneficiari, impiegati anche per combattere le fake news provenienti dalla Russia. La Transnistria risulta una zona a rischio, ma non presenta dei pericoli immediati. A dispetto del legame russo la regione ha il 60% delle esportazioni verso l’Europa e le autorità hanno poche ragioni per aprirsi al conflitto, quindi il lavoro diplomatico fa tutto il necessario per evitare di arrivare ad una escalation.

In attesa di capire a cosa porterà questa seconda fase della guerra, l’auspicio è che la Moldavia possa continuare a fronteggiare i pericoli e la crisi umanitaria, sempre sostenuta dai paesi europei. In caso contrario si aprirebbe uno scenario drammatico difficile da sostenere solo con gli aiuti forniti dall’Unione europea.