Esteri
Ucraina, Zelensky e l’Europa alzano il pressing su Trump: “Cambiare il piano di pace”
Di Giampiero Gramaglia
Ucraini ed europei mettono in discussione, sabato a Johannesburg, ieri a Ginevra, oggi in Namibia, il piano di pace per l’Ucraina del presidente Usa Donald Trump, scritto – si ironizza – in russo e tradotto in inglese. La pressione sembra sortire qualche risultato: Trump ammette che il piano non è definitivo – e, quindi, può subire modifiche -; ma il suo segretario di Stato Marco Rubio insiste perché si chiuda “prima possibile: l’ideale sarebbe farlo giovedì” (che è il giorno di Thanksgiving, la Festa del Ringraziamento negli Usa).
Mentre l’attenzione si concentra sull’Ucraina, Israele rialza la tensione in Medio Oriente: il pendolo tra speranze di pace e realtà di guerra oscilla implacabile.
Ucraina: successioni di consultazioni, sabato al G20, ieri a Ginevra, oggi in Namibia
”È molto importante che si dialoghi con i rappresentanti statunitensi” e “ci sono segnali che il team di Trump ci ascolti”, commenta domenica sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, attento ad evitare di irritare Trump, mentre le delegazioni usa ed ucraina vengono intercettate dai giornalisti a cena insieme in un ristorante italiano sul Lemano. Ma, secondo Euronews, Kiev sarebbe oggetto di pressioni “enormi”: l’obiettivo è appianare le divergenze prima di un incontro, non ancora fissato, tra Trump e Zelensky.
La riunione di Ginevra tra americani ed ucraini, presenti i maggiori Paesi europei, che sono coesi con Kiev nel chiedere correzioni al piano, di per sé sbilanciato a favore di Mosca, segue un consulto fra leader presenti a Johannesburg al vertice del G20 disertato da Trump che accusa il SudAfrica di apartheid al contrario, cioè di discriminare i bianchi.
In un breve comunicato, i capi di Stato e/o di governo dei Paesi dell’Ue e del G7 presenti al vertice, cioè Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone, Italia e Canada, con Spagna, Olanda e l’Ue, hanno apprezzato gli sforzi degli Usa per la pace in Ucraina, ma hanno piantato alcuni paletti perché la pace sia giusta e duratura: le frontiere non possono essere cambiate con la forza, limitazioni dell’apparato militare ucraino lascerebbero il Paese vulnerabile a futuri attacchi, decisioni che riguardano l’Ue – l’adesione dell’Ucraina – e la Nato – la dislocazione delle forze – devono essere prese dall’Ue e dalla Nato.
Per Le Monde, gli europei cercano di riscrivere il piano di Trump, originariamente in 28 punti, nonostante il conto alla rovescia in corso a Washington – Mosca tiene le carte più coperte -. Ci sarebbe un ‘contro – piano’ europeo in 24 punti.
A Ginevra, a discutere con Rubio, c’erano, oltre agli ucraini, emissari britannici, francesi, tedeschi, italiani e i rappresentanti dell’Ue. E oggi, in Namibia, a margine del Vertice tra Ue e Africa, ci sarà un consulto fra tutti i 27, dove l’Ungheria del premier Viktor Orban, favorevole al piano di Trump, potrebbe mettere i bastoni fra le ruote dei partner.
Intanto, la Russia non allenat la presa sull’Ucraina: ogni notte, gli attacchi con missili e droni si succedono, facendo vittime – anche civili – e danni.
MO: rotture di tregua a Gaza, Israele colpisce a Beirut
In Medio Oriente, nella Striscia di Gaza, sabato ci sono state violazioni della tregua che va avanti, tra sussulti e scaramucce, dal 10 ottobre. Denunciando attacchi di Hamas, sabato i militari israeliani hanno pesantemente reagito: almeno 25 le vittime fra i palestinesi, oltre 50 i feriti. Fra i morti, donne e bambini. I dati sono forniti da fonti palestinesi.
Domenica, invece, Israele ha condotto attacchi su Beirut – per la prima volta da molti mesi – e postazioni di Hezbollah in Libano, colpendo – afferma – obiettivi dei miliziani sciiti sostenuti dall’Iran. Non è chiaro il bilancio delle operazioni: le vittime sarebbero almeno cinque, fra cui – afferma Israele – un esponente di spicco di Hezbollah.





