Esteri
Ucraina: il dilemma di Zelensky, “perdere la dignità o gli Stati Uniti”
Di Giampiero Gramaglia
Il piano di pace del presidente Usa Donald Trump, che è una capitolazione di Kiev a Mosca, mette l’Ucraina di fronte a una scelta molto difficile: “Perdere la propria dignità o perdere l’alleanza e l’appoggio degli Stati Uniti, un partner fondamentale”. Il messaggio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky ai suoi connazionali coincide con l’ultimatum lanciatogli da Trump, accettare il piano nel giro di pochi giorni, entro giovedì prossimo, come precisato in un’intervista radiofonica a Fox News.
Gli ultimatum di Trump sono sempre arbitrari e si sono spesso rivelati, in passato, flessibili. Ma Zelensky parla di un “momento difficile nella storia” del suo Paese.
Kiev, dice il presidente, “è sottoposta ad enormi pressioni” per accettare il piano elaborato dall’Amministrazione Trump insieme ai russi, senza consultare gli ucraini e neppure gli europei, che si vedono assegnare, nella bozza dell’intesa circolata sui media, compiti non concordati.
I leader europei ne discutono fra di loro in questa ore a Johannesburg, in Sudafrica: alcuni di loro, fra cui la premier italiana Giorgia Meloni, vi si trovano per il Vertice del G20 – disertato da Trump, che accusa il SudAfrica di discriminare i bianchi -.
Le ultime svolte della politica estera del presidente Trump suscitano echi al vetriolo sui media. L’editorial board del Financial Times parla di scelte “ciniche, egoiste e avide di denaro”: l’approccio apparentemente “capriccioso” è usato per sorprendere e destabilizzare gli interlocutori.
L’Ap e la Cnn parlano all’unisono di un piano “generalmente visto come molto favorevole a Putin”. La stampa ucraina ha termini come “capitolazione” e “tradimento”: l’intesa proposta da Washington è “un disastro totale”.
Verso l’Ucraina, Trump è tornato all’atteggiamento del primo burrascoso incontro con Zelensky nello Studio Ovale, il 28 febbraio: “Glielo avevo detto che non ha le carte – ha ricordato ieri, rispondendo a domande di giornalisti -… Prima o poi dovrà accettare… Altrimenti possono continuare a combattere e a morire”, ma senza le armi, l’intelliugence e gli aiuti degli Stati Uniti.
Sei giorni, dunque, per accettare una pace a carissimo prezzo, che renderebbe drammaticamente e ulteriormente vana la morte di milioni di persone, militari e civili, negli ultimi 45 mesi.
L’iniziativa americana, non concordata con gli alleati – a ennesima conferma di come Trump guardi all’Europa e dell’inutilità della ‘tattica della lusinga’ adottata nei suoi confronti dai leader europei – avrebbe un costo enorme in termini territoriali: l’Ucraina dovrebbe cedere l’intero Donbass, anche le aree che ancora controlla, e accettare il congelamento del fronte nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia.
La mutilazione sarebbe compensata da garanzie di sicurezza costruite intorno a qualcosa di analogo all’articolo cinque del trattato della Nato – da cui Kiev resterebbe comunque fuori – e da una specie di patto di non aggressione tra Russia e Unione europea.
Di fatto, gli ucraini non sarebbero più capaci di difendersi da soli, perché dovrebbero accettare riduzioni nelle dimensioni e negli armamenti delle loro forze armate, e dovrebbero quindi confidare nel supporto degli alleati – avendo appena avuto una misura della fiducia che possono riporre nell’America di Trump -.
Quanto agli europei, dovrebbero convivere con un vicino russo uscito premiato dalla guerra d’aggressione all’Ucraina e dunque ancora più potenzialmente minaccioso, mentre l’affidabilità dell’alleato americano appare fortemente erosa. Alcuni leader europei hanno sentito Zelensky e hanno concordato con lui che “la pace deve essere dignitosa”: Francia, Germania e Gran Bretagna dicono di essere al lavoro per un piano alternativo a quello americano. Ma i margini di successo paiono limitati.
In tutto ciò, il presidente russo Vladimir Putin non ha ancora espresso la sua approvazione formale al piano Trump in 28 punti: c’è disponibilità a trattare, ma la Russia sente che il fattore tempo l’avvantaggia, perché l’Ucraina è allo stremo e gli Usa hanno fretta.





