Politica

Comuni in prima linea tra Pnrr e manovra: servono risorse stabili per non fermare la crescita

21
Novembre 2025
Di Paolo Bozzacchi

(Intervista pubblicata su L’Economista, inserto de Il Riformista)
«I Comuni sono i primi investitori pubblici e i sindaci sono i veri imprenditori del territorio. Ora serve consolidare i risultati raggiunti, dare continuità agli investimenti e più libertà di gestione delle risorse». Con queste parole Veronica Nicotra, Segretario Generale dell’ANCI, sintetizza la posizione dei Comuni italiani di fronte alla nuova Legge di Bilancio e alle sfide del dopo PNRR, chiedendo al governo di rafforzare il dialogo istituzionale e riconoscere il ruolo strategico delle autonomie locali.

La Manovra è abbastanza attenta alle esigenze dei Comuni?

«Abbastanza. La valutazione è positiva, con qualche critica costruttiva. Il testo della Legge di Bilancio nasce da un confronto tecnico e politico tra ANCI, il Governo, la Ragioneria dello Stato e i Ministeri. Già nella scorsa Manovra avevamo ottenuto l’istituzione di un Tavolo tecnico-istituzionale per toccare i temi considerati prioritari dai Comuni. E il Tavolo ha lavorato bene. Alcune misure della Manovra sono frutto del positivo confronto tra il Presidente Manfredi e il Ministro dell’Economia Giorgetti».

Di cosa hanno più bisogno i Comuni dalle istituzioni centrali in questa fase?
«L’esempio di cosa succederà nel 2026 è paradigmatico. Il prossimo anno i Comuni affronteranno una riduzione di risorse di parte corrente di 460 milioni di euro. Di questi, 260 milioni sono veri tagli al Fondo di Solidarietà Comunale, mentre 200 milioni sono accantonamenti, utilizzati per investimenti o per i 900 Comuni in disavanzo. Va da sé che non sia una situazione idilliaca. Ci sono voci di spesa che sono vere emergenze nei bilanci comunali: in particolare quelle dei minori in difficoltà e degli ASACOM, gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione dei ragazzi con disabilità nelle scuole. Sui minori lo scorso anno è stato introdotto un Fondo da 100 milioni di euro, integrato oggi con altri 150 milioni, ma la spesa certificata è di 460 milioni. Per il personale ASACOM sono stati finanziati 140 milioni, a fronte di un fabbisogno di 600 milioni. L’attenzione del Governo Meloni su questi temi è alta, ma la coperta resta troppo corta e auspichiamo si possa fare di più».

Quali misure della Legge di Bilancio potranno avere un impatto positivo sui Comuni?

«Anzitutto è bene ricordare che i Comuni sono i primi investitori pubblici. Da circa tredici anni i sindaci accantonano risorse di parte corrente nel Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità. Con fatica siamo arrivati al 100% delle risorse accantonate, mettendo insieme una cifra molto importante: 6 mld di euro. Ora dobbiamo efficientare la riscossione, e su questo, grazie alla collaborazione della Ragioneria Generale dello Stato, è stata introdotta in Manovra una norma che flessibilizza le regole di gestione del Fondo. Questo dovrebbe permettere di recuperare spazi di parte corrente per 500-600 milioni di euro».

Sul grande obiettivo di ristrutturazione delle città italiane per renderle più a misura d’uomo, a che punto è l’Italia e qual è l’attuale gap Nord-Sud?

«Le ingenti risorse straordinarie del PNRR hanno mobilitato grandi investimenti proprio con questo obiettivo: migliorare la qualità della vita dei cittadini in tutti i Comuni. Si sta lavorando bene su trasporti rapidi di massa, efficientamento del patrimonio pubblico, istruzione e nidi, qualità dell’abitare. Anche se su quest’ultimo punto forse si sarebbe potuto fare di più. Penso ai 150 mila nuovi posti negli asili nido, un ambito in cui il Sud è ancora indietro rispetto agli obiettivi europei, o ai 4,5 milioni di alberi già piantati o in corso di piantumazione. Come ANCI siamo preoccupati per il post Pnrr, perché i fondi pluriennali per i Comuni sono già stati tagliati di 8 miliardi di euro, anche a seguito del ripristino dei vincoli di bilancio europei. In particolare, sono stati azzerati i fondi per i Comuni più piccoli, dove anche 40 o 50 mila euro possono fare una grande differenza. Ecco perché chiediamo il ripristino di queste risorse: il Governo potrebbe così premiare la grande capacità dimostrata dai Comuni di mettere a terra i fondi Pnrr. Oggi oltre il 50% dei cantieri è già concluso e il resto è in corso di esecuzione, nel pieno rispetto dei cronoprogrammi. ANCI chiede inoltre un Piano Casa: abbiamo raccolto oltre 17 miliardi di euro di progettualità nei capoluoghi di provincia, investimenti che meritano di essere finanziati anche con fondi europei. Serve assicurare un canale stabile di sostegno agli investimenti locali. Dobbiamo sostenere la crescita: i sindaci sono i migliori imprenditori del proprio territorio».

Perché lo slogan “Insieme per il Bene Comune” all’Assemblea nazionale?

«Perché i sindaci vivono questo appuntamento come un’occasione unica per stare insieme e fare squadra, a prescindere dall’appartenenza politica. La prima giornata con la visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è stata un momento straordinario: migliaia di fasce tricolori rappresentano la base democratica del Paese, la più grande assemblea di eletti dal popolo. È una classe politica impressionante, che si confronta sul bene comune e su come costruire il meglio per le proprie comunità. Su tutto prevalgono i temi sociali e la volontà di colmare i divari, dal Nord al Sud, dalle aree metropolitane a quelle interne».