Cronache USA
Shutdown: uno spiraglio per uscirne, Trump e le borse incoraggianti
Di Giampiero Gramaglia
“Ci stiamo avvicinando alla fine dello shutdown”. Queste parole del presidente Usa Donald Trump lasciano intendere che lo spiraglio aperto, domenica sera, da un voto del Senato per porre termine, dopo sei settimane, alla parziale serrata dei servizi pubblici federali negli Stati Uniti è concreto e può condurre a un esito positivo nelle prossime ore.
L’intesa raggiunta per finanziare l’Amministrazione fino al 30 gennaio, scavalcando così le stagioni delle grandi spese negli Stati Uniti, il Black Friday e la vigilia di Natale, e dei grandi spostamenti interni, il Thanksgiving, cioè la Festa del Ringraziamento, ha avuto in Senato l’appoggio necessario di alcuni senatori democratici, raggiungendo la soglia indispensabile di 60 suffragi su 100.
La spaccatura fra i democratici, dove il capo-gruppo Chuck Schumer è contrario al compromesso, perché giudica le concessioni ottenute troppo modeste, apre la via all’uscita dalla stasi di bilancio. L’intesa prevede che il voto sull’Obamacare, cioè sulla copertura dell’assistenza sanitaria varata dieci anni or sono, venga scorporato e si faccia a dicembre; ma non dà garanzie sul prolungamento delle misure, che i democratici vogliono estendere e i repubblicani vogliono troncare.
L’accordo raggiunto in Senato prevede, inoltre, una misura cui i democratici tenevano molto, e cioè la riassunzione dei dipendenti federali licenziati durante lo shutdown: e impedisce l’attuazione d’ulteriori licenziamenti di massa fino al 30 gennaio. I dipendenti messi in congedo forzato riceveranno una retribuzione retroattiva.
Manca il voto della Camera, dove i repubblicani hanno la maggioranza necessaria per fare passare la misura, e la firma del presidente che, visto il commento rilasciato, sembra non avere l’intenzione di mettersi di traverso. Le prime reazioni delle borse asiatiche ed europee sono state positive.
Nelle ultime ore, i disagi dello shutdown hanno cominciato ad essere pesanti per decine di milioni di cittadini americani: 42 milioni , uno ogni otto, rischiano di perdere del tutto o in parte i sussidi alimentari su cui contano per la loro sopravvivenza – su questo punto, è aperta una vertenza legale che coinvolge giudici federali, Stati e Casa Bianca -; milioni di dipendenti federali sono senza retribuzione, lasciati a casa o precettati al lavoro; e, dalla scorsa settimana, milioni di viaggiatori vedono, ogni giorno, i loro piani messi a repentaglio dalla cancellazione di migliaia di voli decisa dalla Faa, l’ente che gestisce la sicurezza aerea, perché i controllori di volo, non retribuiti, non si presentavano al lavoro in numero sufficiente.
La riduzione dei voli metteva anche a repentaglio le catene di approvvigionamento, tanto più dopo che Ups e FedEx hanno annunciato, venerdì scorso, la messa a terra precauzionale delle loro flotte di aerei MD-11, dopo un incidente con vittime a un velivolo Ups in Kentucky.





