Salute

L’appello di Zaffini: «Una sanità più attrattiva, efficiente e sostenibile. Così rilanciamo il sistema»

09
Ottobre 2025
Di Paolo Bozzacchi

(Articolo pubblicato su L’Economista, inserto de Il Riformista)
Di cosa ha più bisogno oggi la spesa sanitaria nazionale? La risposta è nel progetto di riforma delle professioni sanitarie, con le novità sulla formazione universitaria, il razionale della riforma della sanità integrativa, il punto sulle cure e i farmaci innovativi e la strada per attrarre investimenti internazionali nel settore. «L’obiettivo – spiega Zaffini, presidente della commissione Affari sociali del Senato – è quello di rafforzare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale e di garantire elevati standard di qualità e sicurezza delle cure».

È recentissima l’approvazione da parte del CdM del disegno di legge delega di riforma delle professioni sanitarie. Cosa si aspetta il Governo dagli effetti economici delle novità?
«Si tratta di un disegno di legge-delega che avvia una profonda riforma delle professioni sanitarie, con l’obiettivo di modernizzare il sistema, renderlo più efficiente e adeguato all’evoluzione scientifica e tecnologica. La misura prevede ampia rimodulazione sia dal punto di vista formativo che ordinistico. L’obiettivo è quello di rafforzare l’attrattività del Servizio sanitario nazionale e di garantire elevati standard di qualità e sicurezza delle cure. Tra le misure previste: incremento del personale sanitario, potenziamento della formazione specialistica, contrasto alle carenze di organico anche tramite forme di lavoro flessibile che permettano ad esempio l’impiego degli specializzandi nel SSN, particolare attenzione a chi opera in condizioni difficili come i Pronto Soccorso o in aree disagiate, semplificazione delle attività amministrative e rafforzamento delle norme sulla sicurezza dei professionisti».

Riuscirà il nuovo percorso per i ragazzi che intraprendono la Facoltà di Medicina a colmare il gap dei professionisti del settore che mancano sul mercato? E perché.
«Siamo in linea col fabbisogno nazionale stimato. La novità principale è il superamento del test d’ingresso e l’introduzione di un semestre aperto con accesso libero, durante il quale gli studenti possono iscriversi anche a un altro corso affine. Al termine delle iscrizioni (25 luglio), risultano 64.825 studenti registrati: 54.313 per Medicina e chirurgia, 4.473 per Odontoiatria e 6.039 per Veterinaria. La riforma segna un cambio di passo nella valutazione degli aspiranti professionisti, passando da un sistema di valutazione superficiale ed estemporaneo basato sui cd. “test tolc”, ad una valutazione più ampia e consapevole del percorso dello studente nell’arco del primo semestre di studi.  Il MUR ha stimato un fabbisogno di 30.000 nuovi medici entro il 2030. Per rispondere a questa esigenza c’è un incremento programmato e sostenibile delle immatricolazioni, compatibile con le capacità degli atenei e le risorse disponibili».

La spesa sanitaria nazionale vale circa il 7% del Pil e insieme a pensioni e istruzione fa da padrona in termini di peso economico sul Bilancio dello Stato. Di cosa ha più bisogno la spesa sanitaria oggi?
«In primis di prevenzione. L’aspettativa di vita media italiana è tra le più alte al mondo (83,3 anni). Con già oggi oltre 14 milioni di over 65. È molto importante puntare sia sulla prevenzione primaria, attraverso la promozione di corretti stili di vita, un’alimentazione bilanciata e corretta e lo svolgimento di attività fisica, sia secondaria attraverso campagne di screening e immunizzazione. L’assistenza sanitaria preventiva produce anche vantaggi economici, come risparmi nella spesa sanitaria e aumento della produttività dei lavoratori. Ogni euro speso in prevenzione ne fa risparmiare ben tre. In settimana in Senato è stato approvato in seconda lettura il ddl “Disposizioni per il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica e strategie di prevenzione, contrasto e presa in carico del paziente”, che introduce misure dedicate alla prevenzione e alla cura dell’obesità, riconosciuta come malattia progressiva e recidivante, strettamente collegata ad altre patologie di rilevanza sociale. Oltre alla prevenzione, la spesa sanitaria nazionale ha bisogno di aumentare l’attrattività delle professioni per fronteggiare le carenze di organici. Perciò il Governo oltre ad aumentare i posti disponibili a Medicina e le borse di specializzazione, ha rinnovato il contratto del comparto sanità e sta rinnovando quello dei medici».  

Veniamo alla idea di riforma della sanità integrativa che prevede un sistema misto in cui dopo il pensionamento lo Stato sostituisce la parte contributiva del datore di lavoro per creare un sistema di long term care. Qual è la ratio della riforma, chi ne beneficia e chi ne sopporterà i costi?
«La riforma del secondo pilastro è necessaria perché la spesa sanitaria privata già nel 2022 aveva raggiunto il valore record di 41,5 miliardi di euro, con altri 25 miliardi destinati a prestazioni socio-assistenziali. Obiettivo di oggi ridurre l’impatto economico sulle famiglie, aumentando l’intermediazione collettiva della spesa sanitaria, che va meglio regolata, organizzata e vigilata. La riforma rafforzerebbe la sanità complementare, in un’ottica di sussidiarietà e integrazione col SSN. Puntiamo a raddoppiare il numero dei cittadini coperti da fondi complementari, passando da 15 a 30 milioni. Per farlo occorre estendere i Piani Sanitari contrattuali ai familiari dei lavoratori e valutare il mantenimento dell’iscrizione dei pensionati, con una contribuzione volontaria. Non solo. Includere lavoratori autonomi e partite IVA tra i beneficiari, allargando la base dei fondi sanitari con regole omogenee e incentivi fiscali, estendere la copertura sanitaria anche al pubblico impiego, contrastare l’elusione contributiva e creare un fondo solidaristico pubblico per gli indigenti (modello social card). Necessaria infine anche una revisione regolatoria del modello dei fondi stessi per accrescere trasparenza, competenza ed efficienza. Col controllo di un’Autorità di Vigilanza ad hoc».

Parliamo di cure e farmaci innovativi. Come il Governo intende sostenere le aziende farmaceutiche che investono in Italia?
«Sui farmaci innovativi la Legge di Bilancio 2025 ha ridefinito il funzionamento del fondo dedicato. L’accesso al rimborso da parte del SSN viene consentito sulla base dei criteri di valutazione per l’attribuzione dell’innovatività terapeutica stabiliti da AIFA. La legge di bilancio ha stabilito l’accesso al fondo per i farmaci innovativi fino a 900 milioni annui, mentre i medicinali a innovatività condizionata possono accedere al fondo dei farmaci innovativi per un importo non superiore a 300 milioni annui. Inoltre, con un emendamento di Fratelli d’Italia alla Legge di Bilancio sono stati destinati fino a 100 milioni di euro del Fondo farmaci innovativi per lo sviluppo di antibiotici reserve, destinati all’uso esclusivo in situazioni di emergenza per il trattamento di infezioni causate da batteri multiresistenti. Sulle terapie avanzate depositerò un ddl sulla promozione dell’accesso equo, sostenibile e tempestivo che prevede l’istituzione del Fondo nazionale sperimentale per il loro rimborso».

Come conta il Governo di sostenere l’attrazione degli investimenti esteri in Italia nel settore pharma?
«Il settore farmaceutico rappresenta una delle eccellenze del made in Italy e riveste un ruolo strategico per l’economia nazionale, grazie a un tessuto industriale vivace e capillarmente diffuso sul territorio, costituito da grandi gruppi insieme a PMI, che nel 2024 hanno generato oltre 56 miliardi di euro di produzione e circa 54 miliardi di export. Il ddl delega recante il Testo Unico della Legislazione Farmaceutica, approvato dal CdM il 18 settembre scorso punta a riordinare e semplificare la normativa di riferimento, con l’obiettivo di rendere il quadro legislativo più chiaro, accorciare i tempi autorizzativi e favorire l’attrattività per gli investitori. Tra i principi guida previsti per l’attuazione della delega rientra anche l’aggiornamento o la revisione dei tetti di spesa del comparto, compresa una rivalutazione dei meccanismi di payback».