Economia

Draghi: should I stay or should I go? Goldman Sachs è per il please stay

10
Gennaio 2022
Di Paolo Bozzacchi

Questa volta il titolo non è farina del nostro sacco. La citazione dei The Clash è il titolo di un paragrafo di un report riservato della banca d’affari Goldman Sachs sulla questione “Draghi al Quirinale”. Il report è a firma dell’italiano Filippo Taddei, oggi direttore esecutivo e capo economista per l’Europa Meridionale di Goldman, già responsabile economia nel Pd di Matteo Renzi.

Draghi al Quirinale? Goldman tifa per lo stay di Draghi a Palazzo Chigi. Un don’t move in direzione Quirinale così certificato: “L’elezione del premier a Presidente della Repubblica rafforzerebbe l’ancoraggio dell’Italia e della sua politica all’Europa, ma allo stesso tempo scatenerebbe incertezza circa il nuovo governo e l’efficacia della sua politica”, facendo esplicito riferimento ai compiti che l’Italia è chiamata a svolgere nei prossimi anni per utilizzare al meglio le risorse Ue del Recovery Fund.

“Alla luce degli interessi divergenti tra i partiti in Parlamento e dei tempi lunghi he tipicamente servono per formare un nuovo governo, siamo preoccupati che questo scenario possa comportare un ritardo nell’implementazione del Recovery Fund e delle riforme correlate”, scrive Taddei. Che poi aggiunge: “Le dimissioni di Draghi potrebbero ridurre l’utilizzo dei 39 miliardi di finanziamenti a fondo perduto attesi dall’Europa tra il 50 e il 75%”.

Goldman Sachs e Draghi si conoscono molto bene: nel 2002 Super Mario fu nominato Vice Presidente e Managing Director della banca d’affari made in USA per guidare le strategie europee dell’Istituto dalla sede di Londra. Poi dal 2004 al 2005 è stato anche membro del Comitato esecutivo del gruppo, prima di essere nominato negli ultimi giorni dello stesso 2005 dal governo Berlusconi alla guida di Bankitalia, per sostituire Antonio Fazio.

Il paper di Goldman datato 6 gennaio 2002 certifica, qualora ce ne fosse stato bisogno, che gli investitori istituzionali e i temuti mercati finanziari preferirebbero che l’Italia continui ad essere guidata da un esponente dotato di solida autorevolezza internazionale con esperienze alla Bce e a Bankitalia.

Di papabili al Quirinale con un passato in Goldman per lo meno in qualità di advisor ce ne sono almeno altri tre: Romano Prodi, Mario Monti e Gianni Letta. Ma su di loro il report non si esprime.

Should they also stay or should they go?