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Solo Elly pensa a Elly premier

01
Settembre 2025
Di Daniele Capezzone

Curiosa la situazione dell’opposizione alla fine dell’estate. I numeri dei sondaggi non sono affatto malvagi: Pd al 23, grillini vicini al 13, Avs arrampicata oltre il 6. Con qualche aggiunta sul lato meno massimalista, la coalizione – numericamente parlando – potrebbe essere competitiva.

Ma… con almeno due “ma”. Il primo (una montagna da scalare) è la vera e propria impresentabilità programmatica dell’accozzaglia: estremismo anti-Occidente in politica estera, massimalismo anti-mercato in economia, giustizialismo dominante, insomma grillismo come impronta generale dell’alleanza.

Il secondo “ma” riguarda la candidatura alla premiership. Anche lasciando per un istante da parte la tenace volontà di Giuseppe Conte di riproporsi in quella veste, rimane il dilemma legato alla posizione di Elly Schlein. Mettiamola così: Schlein vuole Schlein, ma è l’unica a pensarla così. Dentro e fuori i confini del Pd, a parte le guardie rosse della segretaria, non si trova nessuno che la ritenga competitiva con Meloni.

E allora? E allora ecco i soliti surrogati a cui da sinistra si ricorre in questi casi: il “papa straniero” o la soluzione “tecnica”, che però implica un incidente (politico? giudiziario?) che dovrebbe condizionare il cammino della maggioranza. Un repertorio notoriamente insopportabile per gli elettori italiani, dopo un decennio di governi scollegati dal mandato popolare. Ma – si sa – da quelle parti il voto degli elettori e il mandato popolare sono l’ultima delle preoccupazioni.