Walking in the Bubble

Tra l’agenda di Mattarella e gli appuntamenti con le arti

14
Ottobre 2022
Di Gianfranco Ferroni

Mattarella superstar, agenda senza limiti

Le giornate del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sembrano infinite. Oltre agli impegni istituzionali, sta partecipando a numerosi eventi sparsi per la città di Roma. Qualche esempio? Lunedì sera il capo dello Stato era alle Terme di Diocleziano in occasione dell’anniversario numero 110 della fondazione dell’Associazione della Stampa Estera in Italia, per la presentazione del documentario “La storia siamo (anche) noi” commissionato alla regista Diana Ferrero. Un racconto corale dei servizi sul campo, le notizie in esclusiva e le sfide di alcuni corrispondenti stranieri a Roma, dai “grandi” decani delle testate storiche ai giovani battitori liberi che si ingegnano ogni giorno per trovare il loro posto nella professione. Mercoledì, alla fine della giornata romana ideata e organizzata dalla Fondazione Internazionale don Luigi Di Liegro Onlus proprio per ricordare la figura del fondatore della Caritas, la sera Mattarella si è presentato alla messa celebrata dal cardinale Matteo Maria Zuppi nella basilica dei Santi XII Apostoli. Poi Mattarella ha ricevuto al Quirinale la moglie e i figli di Piero Angela: all’incontro con il presidente, oltre alla vedova del giornalista, Margherita Pastore, c’erano Alberto e Christine, assieme al presidente della Rai Marinella Soldi, all’a.d. Carlo Fuortes e al direttore di Rai Cultura Silvia Calandrelli. Oggi, venerdì, Mattarella è atteso all’hotel Carpegna Palace, in via Aurelia, al congresso dell’Associazione Nazionale Magistrati.

Al Mia Market c’è la Polizia Postale

Eventi a raffica al Mia Market, a Roma. Oggi al Cinema Barberini è di scena “Innovation For Creative Industries”, con un panel dedicato a media e minori. Protagonisti Bernardo Corradi co-founder Plb, Barbara Strappato direttore della Prima Divisione Polizia Postale, Thalita Malagò general Iidea director, Martina Colasante government affairs & public policy manager Youtube, Francesco Soro direttore generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali al Mise. Modera Alberta Antonucci, “avvocata del web” ed autrice del libro “La maleducazione digitale”.

Il Museo dell’Ebraismo celebra Sukkot

Sukkot è una delle principali ricorrenze del calendario ebraico: fa riferimento all’episodio biblico in cui gli ebrei rimasero nel deserto dopo l’uscita dall’Egitto, celebra la permanenza e sopravvivenza nel deserto grazie alla provvidenza del Cielo e la precarietà della vita, rappresentata dalle Sukkot, le capanne che costruirono, ma anche il forte legame con i ritmi della terra, la sostenibilità ambientale e la centralità dell’acqua. Dal 14 ottobre e fino al 5 febbraio del prossimo anno, con “Sotto lo stesso cielo”, mostra a cura del direttore Amedeo Spagnoletto e Sharon Reichel, a Ferrara il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah-Meis approfondisce la festa ebraica delle capanne e le sue molteplici sfaccettature. L’esposizione è dedicata agli aspetti religiosi, tradizionali e alla stretta connessione tra Natura ed espressioni artisti­che che questa ricorrenza genera, con un percorso originale che invita i visitatori a partecipare attivamente, interagendo con ciò che vedono e ascoltano, contribuendo così all’arricchimento di significati della mostra. Ancora oggi, le famiglie ebraiche costruiscono nei giardini delle sinagoghe o nelle terrazze delle loro case le capanne con tetti coperti da frasche dentro le quali trascorrono tutti e sette i giorni di festa, condividendo i pasti con numerosi ospiti. La ritualità è contrassegnata dal lulav, composto da un ramo di palma, tre rami di mirto, due rami di salice e un cedro, utilizzato durante le preghiere con affascinanti significati simbolici. La mostra vanta il patrocinio del Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Comunità Ebraica di Ferrara, Abbazia di Praglia, Comune di Santa Maria del Cedro, Consorzio Europeo Cedro Mediterraneo Terre di Calabria. Ente sostenitore, Intesa Sanpaolo.

Bologna ospita il Salone Nautico

Si svolgerà sabato 15 ottobre la cerimonia inaugurale della terza edizione del Salone Nautico Internazionale di Bologna, in programma fino al 23 ottobre nel quartiere espositivo di Bologna Fiere. Al tradizionale taglio del nastro, che di fatto aprirà al pubblico gli oltre 18mila metri quadri espositivi dedicati alla filiera nautica, interverranno le Istituzioni, con la presenza del primo cittadino di Bologna, Matteo Lepore, i presidenti della Camera di Commercio, Valerio Veronesi, e di BolognaFiere Spa, Gianpiero Calzolari, accolti dal presidente della società organizzatrice del Salone, Snidi, Gennaro Amato. Un percorso espositivo allestito con gozzi, gommoni, motoscafi, yacht, ma anche accessoristica, motori e servizi della filiera nautica, accoglierà la passeggiata di visita degli ospiti e della stampa. Confermate le presenze, tra gli altri, di Italiamarine, Panamera, Collin’s Marine, Ryders, Almarine Maxi, Sea Prop e 2 Bar per i battelli pneumatici, da sempre segmento di grande interesse del pubblico, così come per i gozzi con le partecipazioni dei cantieri: Gozzi Mimì, Esposito Mare, Cantieri Venere e del debuttante Enne Group Yachting. Per motoscafi e imbarcazioni spiccano Nautica Allegra, Trimarchi, Italmar, Nautica service, Ranieri Group e Vizyo, mentre tra gli accessori Garmin, Sea Sat Group, Enif Impianti e Frallicciardi.

Il Castello di Miradolo ricorda Christo

A poco più di due anni dalla scomparsa di Christo Vladimirov Javacheff, il Castello di Miradolo dedica a Christo e Jeanne-Claude, la coppia che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte e il suo processo di realizzazione, la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects, che espone disegni, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad opere di alcuni artisti del Nouveau Réalisme e della Land Art che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero. Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Christo and Jeanne-Claude Foundation di New York, presenta circa sessanta opere accompagnate da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche. Le opere di Christo e Jeanne-Claude, tanto inedite, quanto ardite e monumentali, fecero sempre molta fatica ad essere approvate ed accettate. Nel 1966 il permesso per il progetto Wrapped Trees, concepito per il parco adiacente al Saint Louis Art Museum, in Missouri, fu negato. Nel 1969 gli artisti immaginarono il progetto Wrapped Trees, Project for Avenue des Champs- Élysées and the Rond Point des Champs-Élysée a Parigi, anch’esso mai realizzato. Il progetto Wrapped Trees per Riehen (Comune alle porte di Basilea) è stato infine completato nel 1998 ed è il risultato di 32 anni di sforzi e attese. Nel parco intorno alla Fondation Beyeler, 178 alberi, alti da 2 a 25 metri, sono stati avvolti con 23 chilometri di corda e con 55mila metri quadrati di tessuto in poliestere intrecciato. Al 1968 risalgono i primi due edifici impacchettati: entrambi musei. Si tratta della Kunsthalle di Berna e del Museum of Contemporary Art di Chicago. Nello stesso anno, in occasione della quarta edizione di Documenta, la quinquennale esposizione internazionale che si svolge a Kassel, in Germania, Christo e Jeanne-Claude realizzano davanti al palazzo del Friedericianum, sede della mostra, 5.600 Cubicmeter Package, una gigantesca scultura gonfiabile alta circa 85 metri. Nel 1974 a Roma il critico Achille Bonito Oliva organizza la grande rassegna “Contemporanea” a cui partecipano tutti i maggiori artisti internazionali. Christo e Jeanne-Claude realizzano una delle loro opere urbane più straordinarie: The Wall-Wrapped Roman Wall, che vede una sezione di ben 250 metri delle Mura Aureliane interamente coperta da tessuto di polipropilene legato da corde in Dacron. Nel 1985, undici anni dopo, The Pont Neuf Wrapped segna un nuovo intervento urbano che ha come protagonista il più antico ponte di Parigi, la cui architettura – in costante evoluzione – ha rispecchiato per secoli il carattere trasformista della città. L’intervento di Christo e Jeanne-Claude conferisce al Pont Neuf una nuova dimensione scultorea, continuandone dunque la tradizione della metamorfosi architettonica, trasformandolo per 14 giorni in un’opera d’arte. Wrapped Reichstag, del 1995, ovvero l’impacchettamento dello storico palazzo del parlamento tedesco a Berlino, ha visto Christo e Jeanne-Claude impegnati in un travagliato processo di approvazione del loro progetto durato oltre due decenni. Per la forte pregnanza simbolica dell’edificio questo è forse l’intervento urbano più significativo degli artisti ed è tra quelli che ha avuto la maggiore risonanza e il più forte impatto a livello mondiale. La facciata, le torri e il tetto sono stati ricoperti con 100mila metri quadrati di tessuto in polipropilene color alluminio legati con ben 16,6 chilometri di corde blu. Il lavoro è stato compiuto da 70 alpinisti professionisti e da 120 operai installatori.

Daniela Comani e il femminicidio alla Galleria Nazionale

Lunedì 17 ottobre, a Roma la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea presenta l’opera “You Are Mine” con la quale Daniela Comani affronta la questione del femminicidio. Attraverso un’installazione site-specific concepita per il Corridoio Bazzani della Galleria Nazionale, l’artista condivide la propria riflessione esponendo una serie di riproduzioni di articoli di giornale raccolti, selezionati, archiviati e manipolati, che riportano notizie di omicidi avvenuti fra le mura domestiche. Ma questa volta, è dato un punto di vista diverso: “Ho invertito la cronaca dei nostri quotidiani (l’uomo diventa donna, la vittima carnefice e viceversa), invitando così a riflettere sul fenomeno del femminicidio e sulle sue assurdità”, dice la stessa artista. In questa serie di testi-immagini compare una cronaca popolata da donne impetuose e violente, mogli gelose, ex fidanzate che non accettano il tradimento o la fine di una relazione, accanto a uomini che subiscono violenze di ogni genere, picchiati, inseguiti, violentati. “L’effetto di questo rovesciamento sovversivo è sorprendente, proprio perché siamo abituati a individuare il colpevole nella figura maschile”, afferma la curatrice Miriam Schoofs.