Walking in the Bubble

Giuli per il Maxxi L’Aquila, Orient-Express a Villa Medici, Zuckerberg e la Toscana

03
Febbraio 2023
Di Gianfranco Ferroni

Tre giorni a L’Aquila per incontrare i rappresentanti delle istituzioni e le eccellenze culturali ed economiche del territorio: il presidente della Fondazione Maxxi Alessandro Giuli ha scelto il capoluogo abruzzese per la sua prima missione istituzionale, per consolidare e ampliare la rete di collaborazioni e sottolineare ancora una volta la centralità del progetto Maxxi L’Aquila. Accompagnato dal direttore del Maxxi L’Aquila Bartolomeo Pietromarchi e dal segretario generale della fondazione Francesco Spano, Giuli ha incontrato autorità e rappresentanti di enti locali, tra i quali il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il prefetto Cinzia Teresa Torraco, il sindaco de L’Aquila Pierluigi Biondi, il sindaco di Fontecchio Sabrina Ciancone, il presidente della Camera di Commercio Gran Sasso d’Italia Antonella Ballone, stakeholder, rappresentanti delle istituzioni culturali, degli  enti di formazione e del settore produttivo con i quali il Maxxi L’Aquila collabora dalla sua apertura. Per Giuli “il progetto Maxxi L’Aquila è una realtà culturale strategica di cui essere orgogliosi. Una realtà destinata a essere valorizzata maggiormente, sia nel suo rapporto con il territorio e le istituzioni locali sia nella sua vocazione artistica già da tempo internazionalizzata. In questi 3 giorni a L’Aquila, che ci ha accolto con affetto e calore, abbiamo incontrato istituzioni, eccellenze culturali, realtà produttive del territorio. Abbiamo incontrato, tra gli altri, il prorettore dell’Università, il presidente di Abaq, la rettrice del Gssi, il direttore generale dell’ufficio scolastico, la presidente della Camera di Commercio, rappresentanti di Confindustria locale, la direttrice del Munda, il presidente del Conservatorio, la soprintendente Abap. Per creare una rete, un tavolo di consultazione, ideazione e programmazione, se non permanente, con cadenze fisse. Maxxi L’Aquila può avere la funzione di centro focale e luogo di irradiazione. Uscendo dalle sue mura e aprendosi, mettendosi a disposizione di questa comunità così fiorente, integrandosi con essa per far emergere tutto ciò che è valore. In 3 parole, e cito un’opera dalla straordinaria mostra di Franco Summa appena conclusa: “Amare”, l’amore per la propria terra, per l’arte, per la bellezza. “Progettare”, nel senso di gettare avanti lo sguardo. “Essere”: essere qui, fondersi e integrarsi con la comunità””. Per il sindaco Biondi “la scelta della nostra città per la sua prima visita istituzionale testimonia la grande attenzione che il presidente Giuli riserva nei confronti del capoluogo d’Abruzzo, dell’effervescenza creativa che caratterizza il nostro territorio e le grandi potenzialità che è in grado di esprimere e offrire nel panorama regionale e nazionale. Nel corso del tempo Maxxi L’Aquila è costantemente cresciuto, integrandosi nell’ambito di un contesto culturale in cui ogni singolo ente, istituzione o associazione fornisce il suo prezioso contributo per la costante crescita della comunità. L’attenzione dell’amministrazione nei confronti di Maxxi L’Aquila è stata sempre molto alta, dal grande sostegno affinché fossero garantite risorse stabili dal governo nazionale per lo svolgimento delle attività alle numerose forme di collaborazione per iniziative in grado di coinvolgere specialisti del settore, appassionati e giovani. Un’unità d’intenti che sono certo proseguirà con il management guidato dal presidente Giuli al quale rinnovo gli auguri di buon lavoro per un ruolo importante che affronterà con grande entusiasmo e passione”. Intanto al museo si preparano le nuove mostre e le attività educative e cultuarli che le accompagneranno. La nuova stagione espositiva si inaugura ad aprile con la doppia personale dedicata a Marisa Merz e Shilpa Gupta, due artiste tra le più riconosciute nel panorama internazionale. La pratica artistica di Merz (1926-2019), Leone d’oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2013, esplora con sculture, installazioni e disegni la dimensione intima, domestica e privata in una poetica delicata, fragile e sottile come trame di rame. Le opere di Gupta (Mumbai, 1976) conducono a un’ulteriore riflessione sul presente, in particolare sui temi sociali e sulle identità culturali. La mostra tesse un dialogo nel tempo e nello spazio tra due protagoniste dell’arte al femminile che si arricchiscono di nuove prospettive e significati nell’incontro tra le loro opere. In primavera è in programma un appuntamento di approfondimento dedicato alla figura dell’artista abruzzese Franco Summa realizzato in collaborazione con Univaq. In estate piazza Santa Maria Paganica, ospiterà come negli anni precedenti una struttura a disposizione della città e pensata per gli eventi estivi del museo realizzata nell’ambito di un progetto di autocostruzione condiviso con il dipartimento di ingegneria civile, edile-architettura, ambientale dell’Università degli Studi dell’Aquila. A settembre torna “Performative.03”, la terza edizione del festival, realizzato in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e con il Patrocinio del Comune dell’Aquila, che come negli scorsi anni trasformerà L’Aquila nel centro della performance di arte, danza, musica e teatro nel terzo week end del mese.

L’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici presenterà dal 17 marzo la mostra “Orient-Express & Cie. Itinerario di un mito moderno”, attraversando quasi un secolo di storia e fascino di un treno leggendario. Oggetto tecnico divenuto icona culturale, l’Orient-Express ha cristallizzato una moltitudine di narrazioni e rappresentazioni basate su fatti reali o inventati. Tuttavia, prima di diventare oggetto letterario e cinematografico, l’Orient-Express è innanzitutto il treno di una compagnia ferroviaria: la Compagnie internationale des wagons-lits (Ciwl). Primo di una serie di treni di lusso internazionali, l’Orient-Express è stato operativo dal 1883 al 1977 e ha permesso di collegare Parigi a Costantinopoli, l’odierna Istanbul. La sua creazione fu un tour de force diplomatico ed economico in un’epoca in cui la ferrovia era usata come strumento al servizio del potere politico da parte di imperi e stati. Le opere e le fotografie presentate nella mostra? Provengono dagli archivi dell’antica Compagnie internationale des wagons-lits. Raccolte fotografiche, progetti, mappe, disegni tecnici e manifesti pubblicitari d’epoca, con oltre 200 pezzi che collocano l’Orient-Express nel suo contesto storico globale. Benché la maggior parte delle fotografie sia anonima, alcune sono firmate da celebri studi quali Paul Nadar, Albert Chevojon e Sébah & Joaillier. Oltre al mito, la mostra racconta l’ingegneria di un treno di lusso resa possibile da una straordinaria rete di imprese e servizi (lavanderie, ebanisterie, calderai e molto altro ancora). Insieme all’Orient-Express, il Rome-Express è uno dei treni di grandi dimensioni più prestigiosi della Compagnie des wagons-lits. Entrato in servizio nel dicembre del 1883, percorre i 1.446 chilometri che separano Parigi da Roma, costeggiando prima la Riviera francese poi le Riviere italiane di Ponente e di Levante. Questi archivi e fotografie che testimoniano l’avventura ferroviaria franco-italiana saranno presentati a Villa Medici. La mostra proporrà inoltre un lavoro inedito della fotografa francese Sarah Moon realizzato grazie a un sostegno alla creazione del Fonds de dotation Orient-Express. L’artista ha viaggiato sulle orme dell’Orient-Express in diverse occasioni, ripercorrendone i percorsi reali e immaginari. La mostra esplora il treno come luogo di tutte le possibilità, tra storia e narrazione. Mathias Enard, scrittore e vincitore del premio Goncourt nel 2015 e borsista a Villa Medici nel 2005-2006, si è appropriato del mito per accompagnare il visitatore in una docu-fiction sonora realizzata appositamente per la mostra, in collaborazione con France Culture. L’autore, la cui opera continua a esplorare i punti di incontro tra Oriente e Occidente, propone una nuova narrazione raccontata lungo la linea del Rome-Express: gli episodi possono essere ascoltati passeggiando tra le sale della mostra alla scoperta del mito oppure in replica sul sito e l’app di France Culture. Nella mostra, documenti provenienti dal Fonds de dotation Orient-Express, dalla Collection Pierre de Gigord Paris, dal Fonds Sncf, Sardo, Centre National des Archives Historiques, dal ministero della Cultura francese, Médiathèque de l’architecture et du patrimoine e dalla Fondazione Fs Italiane. Come ampliamento della rassegna, un ciclo di eventi invita autori e artisti di ogni orizzonte ad esplorare la tematica del viaggio, tra cui un concerto del gruppo francese di musica elettronica Acid Arab in programma il 5 maggio sul Piazzale di Villa Medici.

Mark Zuckerberg è atteso in Toscana. Tutta colpa della finocchiona. “Un algoritmo non può conoscere la storia della Finocchiona e, soprattutto, il suo sapore inconfondibile”: così, il Consorzio della Finocchiona Igp ha commentato la decisione di Meta di bloccare una campagna di un’agenzia pugliese realizzata per un’enoteca di Bari che pubblicizzava un panino alla finocchiona. L’iniziativa, secondo i parametri di Meta, impresa statunitense che controlla i servizi di Facebook, Instagram, Whatsapp e Messenger, “sembra insultare o prendere di mira gruppi specifici di categorie protette e pertanto non rispetta i nostri standard della community”. Un evidente malinteso, non il primo di questo tipo, che il consorzio toscano ha accolto con un sorriso, evidenziando come questo errore dell’intelligenza artificiale di Meta offra l’opportunità di comunicare a un pubblico più ampio la storia e le peculiarità del celebre salume. La Finocchiona Igp, eccellenza toscana dalla lunga tradizione, ha origine dall’ingegno e dalla conoscenza del territorio da parte dei contadini del medioevo, quando il pepe, spezia rara e costosa, venne sostituito con un altro ingrediente, naturalmente offerto dalle verdi colline del territorio: i fiori e i semi di finocchio, elemento che conferiscono alla Finocchiona quel profumo inconfondibile che conquista tutti. “Per cui, caro Mark Zuckerberg, ti aspettiamo in Toscana per “condividere” un piatto di Finocchiona Igp: il nostro unico e caratteristico salume!”

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