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USA 2024: – 358, Melania e Kamala, due donne che mancano all’appello

12
Novembre 2023
Di Giampiero Gramaglia

Due donne mancano all’appello di Usa 2024: sono MIA, ‘missing in action’, come si dice nel gergo militare statunitense. Due donne la cui assenza dalla scena viene notata: una, l’ex first lady Melania Trump, che è sempre stata parca di comparsate in pubblico a fianco del marito – giusto giusto quelle istituzionali -, ma che per ora non s’è proprio mai vista sui sentieri della campagna elettorale; l’altra, la vice-presidente Kamala Harris, finita quasi subito in qualche dolina carsica dell’Amministrazione Biden e mai più riemersa. A un certo punto, doveva occuparsi di immigrazione (patata bollente: non è stato un successo); adesso, si sta interessando di intelligenza artificiale, capitolo delicatissimo, ma – forse a torto – non in testa alle priorità degli elettori.

Le due latitanze scatenano gossip e, ovviamente, malignità. Più sul conto dei Trump che di Kamala: che il matrimonio tra Donald, 77 anni, e Melania, 53 anni, di 24 più giovane, non fosse una storia solo d’amore è stato spesso ipotizzato, come s’era ipotizzato che l’unione sarebbe finita non appena esaurito il mandato presidenziale – e non è successo -. C’è di mezzo un figlio, Baron, oggi 17 anni, che sta per raggiungere l’età in cui i giovanotti americani si emancipano dai genitori; e forse altro.

Fatto sta che Melania continua a essere la moglie di Donald, ma non sta assecondando la campagna del marito. Nel 2016 e nel 2020, qualche volta s’era fatta vedere, in particolare alle convention – e, per quella, c’è tempo -; e durante il mandato presidenziale era sempre stata al suo posto di first lady quando il protocollo lo prevedeva. Anche se non erano mancate le prese di posizione alternative e, quindi, critiche nei confronti del marito: due in particolare, quando andò a visitare i minori separati dalle famiglie alla frontiera con il Messico; e soprattutto quando si fece ostentatamente fotografare con la mascherina mentre il marito faceva il negazionista del Covid – salvo poi prenderlo e stare davvero male -.

Kamala Harris, 59 anni, è un’altra storia: candidata con il fiato corto alla nomination democratica nel 2020 – restò presto senza soldi e si ritirò, pur essendo partita in tromba fra molte attese -, fu scelta da Biden nel nome della diversità: donna ed espressione di una doppia minoranza – madre indiana, padre giamaicano -, Confermata nel ticket con Biden per il 2024, ammesso che il ticket arrivi al voto, Harris sarà la prossima settimana a un evento di raccolta di fondi in California, insieme al presidente.

Ma la vice resta sempre un passo indietro. A fine maggio, Anna Wintour, la regina della moda che guida Vogue, aveva ospitato una raccolta fondi per lei a a New York, nella casa di Lauren Santo Domingo, fondatrice di Moda Operandi. Il prezzo del biglietto per partecipare all’evento andava da 10.000 dollari in su per un pubblico ristretto di alcune decine di persone.

Molti democratici, già scettici sulla candidatura di Biden, lo sono ancora di più sulla riconferma di Harris, vista come una zavorra che complica ulteriormente il problema dell’età del presidente: se non dovesse farcela a concludere il mandato, toccherebbe a una ‘vice’ che molti sentono e tanti presentano come inadeguata.

E siccome un voto per Biden è un voto per Harris, la prospettiva è allarmante. C’è il timore di un effetto Sarah Palin: l’ex governatrice dell’Alaska, ex reginetta di bellezza, cacciatrice di caribù, era stata scelta da John McCain nel 2008 per sfidare Barack Obama, ma gli costò più voti di quelli c he gli portò.

Che Harris sia un punto debole è chiaro per i repubblicani. Nikki Haley, che è una moderata e che punta alla nomination repubblicana, lo dice in modo chiaro: “Votare per Biden vuol dire affidarsi al presidente Harris”.