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Usa 2024: – 303, Corte Suprema 8/2 su eleggibilità Trump, verso sentenza NY

06
Gennaio 2024
Di Giampiero Gramaglia

Usa 2024 303 – La Corte Suprema degli Stati Uniti esaminerà l’8 febbraio l’appello presentato da Donald Trump contro la decisione della Corte Suprema del Colorado, che lo esclude dalle primarie nello Stato, in programma il 5 marzo, in forza della sezione 3 del 14° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti.

L’emendamento risale al 1868 dopo la Guerra Civile. La sezione esclude dalle cariche pubbliche i funzionari statali coinvolti in insurrezioni o rivolte contro la Costituzione che avevano giurato di difendere. Il 6 gennaio 2021, Trump sobillò la sommossa di migliaia di suoi sostenitori contro il Congresso, per indurre deputati e senatori a rovesciare l’esito delle elezioni del 3 novembre vinte da Joe Biden.

Il verdetto della Corte Suprema, che varrà pure per analoghi procedimenti in corso in altri Stati, è atteso in tempi brevi. Sarà il primo dei pareri sollecitati alla Corte Suprema sui guai giudiziari del magnate ex presidente.

Se la Corte, la cui composizione attuale vede sei giudici conservatori – tre designati da Trump – e solo tre progressisti, dovesse decidere che la sezione 3 del 14° emendamento si applica all’ex presidente, la corsa alla nomination repubblicana potrebbe prendere una piega totalmente nuova. Finora, i sondaggi vedono il magnate largamente in testa, ma nessun voto è stato ancora deposto: i primi lo saranno il 15 gennaio, con i caucuses nello Iowa.

Usa 2024: Trump, il processo a NY per frode alle ultime battute

Un altro verdetto su Trump sta per essere pronunciato – e, qui, la Corte Suprema ha poco da dire -. La prossima settimana, un tribunale civile di New York deve vagliare la pena cui condannare Trump e i suoi due figli Donald jr ed Eric per avere gonfiato i beni della Trump Organization, la holding di famiglia, traendone vantaggi commerciali e fiscali.

In una memoria già depositata e pubblicata dai media Usa, la procuratrice generale di New York Letitia James chiede che i Trump rimborsino oltre 370 milioni di dollari di guadagni illeciti – più dei 250 milioni di dollari previsti – e siano interdetti dall’attività imprenditoriale nello Stato. Sarebbe uno smacco per l’uomo d’affari che ha costruito la sua immagine sui soldi e il successo.

L’accusa sostiene che l’intento dei Trump di frodare mentre preparavano i rendiconti finanziari della Trump Organization è “incontrovertibile”. Il giudice Arthur Engoron deve solo definire l’entità della sanzione, perché ha già accertato la responsabilità degli imputati per la frode. Trump è atteso in aula a New York l’11 gennaio per le arringhe finali dei suoi difensori.

Usa 2024: Biden al contrattacco, il 6 gennaio 2021 “rischiammo di perdere l’America”

Il presidente Joe Biden, che arranca nei sondaggi, parte lancia in resta contro Donald Trump, parlando a Valley Forge, in Pennsylvania, nell’anniversario dell’insurrezione del 6 gennaio 2021, quando – dice – “rischiammo di perdere l’America”.

Valley Forge, vicino a Filadelfia, è una località nella storia della Rivoluzione americana e nell’epopea di George Washington, comandante dell’esercito rivoluzionario e primo presidente dell’Unione. “Siamo qui – dice Biden – per rispondere se la democrazia è ancora la causa sacra dell’America: è la questione più urgente del nostro tempo, questo è in ballo nelle elezioni del 2024”.

Il presidente aggiunge: “La campagna di Trump riguarda solo lui, non l’America … Trump è pronto a sacrificare la democrazia per tornare al potere … si rifiuta di denunciare la violenza politica, che non è mai accettabile in una democrazia: non puoi essere filo-insurrezionalista e filo-americano … Trump e i suoi sostenitori non solo abbracciano la violenza politica, ma ne ridono”.

Biden si assume “un sacro impegno: la difesa, la protezione e la preservazione della democrazia”. E, in sintesi, dice: “È in gioco la vostra libertà…. Senza democrazia non c’è progresso… L’alternativa è la dittatura… Non lascerò che Trump, che usa la retorica del nazismo, ci allontani dalla democrazia”.

La risposta di Trump arriva da un comizio nello Iowa: “L’operato di Biden è una serie di debolezze, incompetenze, corruzioni e fallimenti… Il corrotto Joe ha organizzando in Pennsylvania un evento elettorale patetico, che semina paura…”.

Un rivale di Trump per la nomination repubblicana, Ron Desantis, sempre nello Iowa dice che sta esaminando l’ipotesi di escludere Biden dalle primarie della Florida, Stato di cui è governatore, causa “l’invasione di otto milioni di migranti” al confine col Messico. Una provocazione, che però ripropone la centralità del tema dei migranti nella campagna.

Esce, intanto, di scena un sostenitore di Trump, che aveva mobilitato a suo favore la potente lobby delle armi, la National Rifles Association, la Nra: Wayne LaPierre, leader dell’Organizzazione del 1991, s’è dimesso alla vigilia di un processo civile a New York per presunta corruzione. A condurre l’acusa contro di lui, la procuratrice generale Letitia James.