Trasporti

Sharing Mobility, crescerà del 20% in un anno

06
Ottobre 2025
Di Giuliana Mastri

Il numero complessivo di noleggi legati al vehicle sharing in Italia, comprendente auto, biciclette, scooter e monopattini, è destinato a raggiungere i 60 milioni nel 2025, segnando un aumento del 20% rispetto ai 50 milioni del 2024. Il fatturato complessivo del settore si aggirerà attorno ai 200 milioni di euro, un dato in lieve crescita ma comunque inferiore al ritmo registrato tra il 2022 e il 2023, quando l’incremento era stato dell’11%. Lo rileva l’Osservatorio nazionale della sharing mobility, che ha presentato le sue previsioni in Campidoglio a Roma durante la nona edizione della Conferenza nazionale dedicata al settore, organizzata in collaborazione con Ibe (Intermobility and Bus Expo) e Green City Network. Dalla relazione emerge anche che il 95% della flotta in sharing è ormai a zero emissioni.

L’analisi dell’Osservatorio mostra come il mercato della mobilità condivisa in Italia abbia vissuto una crescita costante dal 2015 al 2021, una fase di stabilità tra il 2022 e il 2024 e si appresti ora a riprendere un andamento positivo nel 2025. Questo quadro conferma che la sharing mobility è entrata in una fase di consolidamento, segno che il servizio è ormai diventato una pratica quotidiana per molti cittadini. Tuttavia, mentre la domanda si stabilizza e cresce, l’offerta mostra segnali di contrazione: i mezzi in circolazione sono circa 96.000, con un calo del 15% rispetto al 2022, e il numero degli operatori è diminuito del 25% in tre anni. Sedici città, inoltre, sono scomparse dalla mappa della mobilità condivisa, un fenomeno che rischia di incentivare un ritorno all’utilizzo dell’auto privata.

Tra le diverse tipologie di servizio, il monopattino-sharing resta quello più utilizzato, con circa la metà dei noleggi totali nel 2024, pur registrando una riduzione degli operatori attivi. Seguono le biciclette, che rappresentano il 32% dei noleggi e continuano a mostrare un andamento molto positivo. Il car sharing, invece, si attesta al 12% e continua a perdere operatori e città servite, mentre lo scooter sharing scende dal 9% al 7%. Nel 2025, le percorrenze complessive raggiungeranno circa 200 milioni di chilometri. Nel 2024 la distanza media di ogni noleggio è stata di circa 2 chilometri per biciclette e monopattini, 4,5 chilometri per gli scooter, mentre l’auto condivisa si conferma il mezzo con il maggior volume di percorrenze: 13 chilometri in media per la modalità a flusso libero e 24 per quella a stazione fissa.

Per la prima volta l’Osservatorio ha elaborato uno strumento di valutazione chiamato “Sharing Mobility Index”, un indice composito che consente di misurare e confrontare nel tempo le performance della mobilità condivisa nei diversi capoluoghi italiani. L’indice tiene conto di vari aspetti, come la disponibilità dei diversi servizi, la quantità di veicoli per abitante, il numero di noleggi e la frequenza di utilizzo dei mezzi.

Dalla classifica delle città emerge che Roma è al primo posto per numero di noleggi, con 13,2 milioni, seguita da Milano e Torino. Bologna e Firenze si distinguono invece per la maggiore crescita nel 2024. In diverse città italiane, le amministrazioni hanno adottato schemi innovativi per rendere la mobilità condivisa più efficiente e sostenibile. Roma e Milano, ad esempio, hanno riformato i servizi di micromobilità attraverso bandi che favoriscono gli operatori più efficienti e premiano gli standard di servizio più elevati. A livello nazionale, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha destinato lo 0,3% del Fondo nazionale per il trasporto pubblico locale alle regioni, con l’obiettivo di integrare i servizi di sharing mobility con il trasporto pubblico. Le risorse sono state utilizzate per finanziare voucher e abbonamenti integrati che incoraggiano i cittadini a combinare l’uso dei mezzi pubblici con quello dei servizi condivisi. Questo approccio, secondo lo studio, contribuisce a ridurre i costi per gli utenti, a incrementare la domanda e a promuovere un sistema più sostenibile, in cui la maggiore partecipazione degli utenti rende più solida la posizione economica degli operatori e diminuisce la dipendenza dall’auto privata.

Non mancano però le criticità. Il calo degli operatori, la riduzione delle città servite e i risultati non brillanti del car sharing rappresentano un campanello d’allarme per il settore. L’Osservatorio sottolinea la necessità di ridefinire le strategie per l’auto condivisa, puntando su una maggiore integrazione con il trasporto pubblico, su incentivi economici alla domanda e su un rafforzamento dell’offerta, così da rilanciare un comparto che resta fondamentale per la mobilità sostenibile nelle città italiane.